“Seguiamo con la massima attenzione l’evolversi dell’inchiesta avviata dalla Capitaneria di porto sull’inquinamento causato dagli scarichi in mare di acque nere provenienti dal borgo di Ceri. Sia chiaro che l’amministrazione comunale di Ladispoli intende andare a fondo della vicenda, il mare è un patrimonio da difendere ad ogni costo”.
A parlare è il sindaco Alessandro Grando che ha annunciato una serie di iniziative per verificare cosa scorra nel fosso Sanguinara e sfoci sulla costa di Ladispoli, causando gravi problemi di inquinamento.
“Insieme al vice sindaco ed assessore alla difesa della costa, Pierpaolo Perretta – prosegue Grando – abbiamo pianificato di chiedere all’Agenzia regionale per l’ambiente di effettuare controlli a campione lungo tutto il corso del fosso Sanguinara nel territorio di Ladispoli. Le notizie di stampa, le foto pubblicate sui mass media e le notizie che arrivano da Ceri sono gravissime, non è tollerabile che per decenni un’intera località abbia scaricato liquami in mare sotto gli occhi indifferenti di chi doveva controllare. Se dall’inchiesta emergessero responsabilità dirette, il comune di Ladispoli è pronto a valutare l’ipotesi di costituirsi parte civile in sede processuale, abbiamo il forte timore che le voci che da anni si rincorrono sulla depurazione di Cerveteri possano essere fondate. Ci chiediamo cosa ancora l’opinione pubblica non sappia di impianti spesso saliti agli onori delle cronache come i depuratori di Cerenova e di Campo di Mare. Abbiamo il dovere di tutelare i nostri operatori commerciali, ricettivi ed economici che vivono con i proventi del turismo balneare, così come i cittadini di Ladispoli ed i villeggianti che hanno il diritto ad avere un litorale pulito. Da tempo gli impianti di depurazione di Ladispoli sono un esempio di funzionalità, non permetteremo che il nostro lavoro sia vanificato dalla noncuranza e dalla complicità di chi doveva controllare e si è girato dall’altra parte. Da molti anni il comune di Ladispoli solleva dubbi e perplessità sulla depurazione delle acque a Cerveteri, già in passato furono scoperti allacci abusivi nella zona della via Settevene Palo che trasportavano fino al mare i liquami. La Capitaneria di porto, che ringraziamo per aver portato alla luce questa intollerabile serie di abusi ambientali, ha scoperchiato una pentola maleodorante che, oltretutto, conferma una situazione oggettiva che da anni il comune di Ladispoli evidenzia. Solo con una gestione diretta del settore idrico e dei depuratori, come avviene nella nostra città grazie alla Flavia Servizi, si può tenere sotto controllo la situazione. In località vicine a noi l’affidamento a soggetti privati ha causato situazioni paradossali, tutti ricorderanno come già nel 2016 i residenti di Ceri denunciavano in un programma della Rai l’assurdo obbligo di pagare nella bolletta dell’acqua anche le spese di depurazione, nonostante nel borgo il depuratore non esistesse. Assicuriamo ai cittadini di Ladispoli che terremo gli occhi bene aperti, difenderemo il nostro mare in tutte le sedi possibili”.