23 Novembre, 2024
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Villaggio Montebello, la neo Segretaria comunale riceve il presidente del Comitato

Oggi 5 aprile, alle ore 12, la neo segretaria comunale di Bracciano, dr.ssa Sara Salimbene, ha ricevuto il presidente del Comitato Villaggio Montebello, dr. Amedeo Lanucara, accompagnato dal past president, amm. Luigi D’Elia, e dal tesoriere, sign. Giorgio Pastori. Nel corso del lungo, esauriente e cordiale colloquio, il presidente Lanucara ha illustrato una lettera, testé protocollata (n. 0011954), e inviata sia a lei, sia al neo vice-sindaco e assessore all’urbanistica, sign. Luca Testini; e, per conoscenza, al sindaco Tondinelli, all’assessore ai lavori pubblici Bentivoglio, ai capi-area Urbanistica, Patrimonio, Legale, Manutenzione, nonché alla Guardia di Finanza di Civita Castellana e al dr. Massimiliano Valeriani, neo assessore all’Urbanistica nella Regione Lazio. La dr.ssa Salimbene ha garantito il massimo interessamento per le problematiche sollevate.

Ecco adesso il testo integrale del documento protocollato e illustrato.

Sign. Luca Testini, neo vice-sindaco e assessore all’urbanistica

Dr.ssa Sara Salimbene, neo segretaria comunale

e p. c.: Dr. Armando Tondinelli, sindaco

Sign. Giovanni Bentivoglio, assessore Lavori Pubblici

Capi area Urbanistica, Patrimonio, Legale, Manutenzione

E inoltre: Lgt. Michele Piscopo, Guardia di Finanza Civita Castellana

Dr. Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica Regione Lazio

Bracciano, 5-4-2018

Oggetto: Montebello, decalogo delle cosa da fare subito – 30 anni di illegalità

Gentili neo Vicesindaco e neo Segretaria, a voi, vergini di vecchie ignominie, osiamo narrare la storiaccia kafkiana del nostro Villaggio, zeppa di compiacenze, illegalità, abusivismi. Così abnormi, da sconvolgere persino il dr. Valeriani, assessore regionale Urbanistica, che stilò un’interrogazione, l’on. Miccoli, che scrisse all’ex ministro Franceschini, la stampa locale e nazionale (Corriere della Sera e Messaggero).

Montebello nacque nel 1985, come orgoglio turistico della Città. Tre i motivi: firma dell’archistar Portoghesi, menzione nei libri d’arte, presenza al Beaubourg di Parigi. E invece oggi qui la vince il degrado. All’ex Lottizzatore fu concesso l’impensabile e l’inosabile da alcuni Amministratori chiacchierati: una sentenza in giudicato definì corrotti per altre vicende quelli del 1992; i successivi si dimenano tra le inchieste.

In sintesi. Le urbanizzazioni son nel guado e/o non a norma, con strade mai iniziate, o mai asfaltate (velenose le nubi di polveri sottili!), o con mono-pendenze (a rischio alluvioni!); un parco per Bimbi è una discarica abusiva; case private inglobano i camminamenti; l’illuminazione è cimiteriale, pencola, va in tilt; abusivi e orridi muri di cemento, tipo lager, reggono scheletri di soprelevate orride e abusive lunghe 200 metri, sotto cui marciscono garages in grezzo, anch’essi orridi e abusivi; botteghe e studios, venduti da mini-alloggi, ci rubano i servizi vicinali; jungle di sterpaglie ingrassano ratti, serpi, zanzare. L’Asl denuncia incubi per l’incolumità e la salute.

Che più? Si copia la gag ove Totò smercia la Fontana di Trevi. L’ex-Lottizzatore vende infatti ad srl del suo entourage le aree di spettanza pubblica, col Comune per un decennio in letargo. Si sveglia nel 2010; e, su nostra pressione, chiede al Tar-Lazio quel ch’è suo. Nel marzo 2014 (sentenza n. 3326) ottiene le aree con gli immobili sopra. Ahimè, nella gag i Vigili avviarono al manicomio il Compratore; da noi invece il Comune lo premiò, rilasciandogli una licenza farlocca. Così sull’area pubblica sorse un mega-ristorante, per di più fuori indici edificabili. Mica è finita! Il manufatto risulterà poi in enorme surplus sulla licenza farlocca. Per 30 anni, In un clima feudale, molti Amministratori riverirono l’ex-Lottizzatore come un Principe legibus solutus e calpestarono noi, Plebaglia senza diritti, res nullius da mungersi con le tasse. Si stizzivano perché noi si teneva comunque la schiena diritta.

Certi che voi cambierete musica, ecco ora un decalogo sulle cose da fare subito.

1) – Ristorante su suolo pubblico – Come si diceva, il manufatto, che giace su suolo pubblico, è del Comune dal 2014 (sentenza Tar). Ma per 4 anni il Comune s’è rifiutato ostinatamente di prendersi quel ch’è suo. E senza le chiavi non lo è.

2) – Danni erariali – La Finanza di Civita Castellana, investita del caso benché non competente per territorio, riconosce, sì, un danno erariale nella condotta omissiva del Comune, ma si ritrae, per una presunta esiguità del quantum. La tesi non convince. Secondo i nostri Legali, con la sentenza 254/2016, ad esempio, la Corte dei Conti s’impegnò per appena 1.500 euro. Il manufatto inoltre comprende: a) – un piano terra rifinito con mattoni e infissi (355 mq contro i 325 autorizzati); b) – un semi-interrato senza mattoni ma utilizzabile (858 mq contro i 221 autorizzati). Il danno erariale, pertanto, si dovrebbe calcolare o sulla mancata riscossione di fitti in un edificio complessivo di 1.113 mq, (non rileva se l’ex Proprietario l’utilizzi o meno); ovvero nel mancato trasferimento laggiù di servizi comunali oggi in fitto. I Vigili, per dire, pagano 30.600 euro l’anno, e la Protezione Civile 10.250 (entrambi + Iva). In totale, 165.000 euro + Iva in 4 anni. Un quantum tutt’altro che esiguo. O no?

3) – Ristorante con abusivismi. Atti obbligatori – Nel 2014, dunque, il Comune accertò che il manufatto, oltre che su suolo pubblico, ha 1.113 mq, contro i 545 autorizzati. Incredibile! Per 4 anni niente atti consequenziali, benché obbligatori per l’art. 31 dpr 380/2001. Dopo la verifica d’inottemperanza, infatti, il Comune deve per legge acquisire l’opera, con un sedime 10 volte superiore. Poi gli s’aprono due

strade: a) – demolire l’intero immobile (spese all’Abusivista); b) – conservarlo nella disponibilità pubblica, con delibera comunale ad hoc. Non s’è fatto nulla di ciò, stracciando la legge. Col rischio di prescrizione. E con un’aggravante. A causa dell’inerzia, il Proprietario abusivo, adducendo la licenza farlocca, potrà chiedere maxi risarcimenti al Comune, cioè al Contribuente. Pazzesco! Intollerabile!

4) – Revoca di licenze – Gli Uffici finora ignavi vogliono revocare le concessioni del ristorante (2002) e delle quadrifamiliari (2005). Ma l’art. 6, comma 1 della 124/2015 (legge Madia), che modifica la 240/90, dice che ciò è ammissibile solo entro 18 mesi dalla licenza. E allora? Si getta fumo negli occhi?

5) – Altro manufatto discutibile – Il 15-2-2002, a Convenzione scaduta dal luglio 2000, il Consiglio comunale approva una discutibile variante per 7 villette, senza far pagare la Bucalossi. Il Comitato segnala alla Capo area che, a contarle, le villette son 8; ed un loro giardino ingloba un dente d’area pubblica. Chiediamo perciò lumi. Ci risponde che non le risultano altre autorizzazioni, o sanatorie. E qui si ferma. Amen.

6) – Undici opere abusive – Da tempo vi sono 11 opere abusive, acclarate dal Tar, tra cui l’orrido muro di cemento, con soprelevata e garages. Ma il Comune non li demolisce, né acquisisce. Eppure pagò un Geometra per i rilievi. Il nostro Legale invia una diffida extragiudiziale alla ex Capo area, che non risponde in 30 giorni. Talché noi la denunciamo alla Procura, per omissione d’atti d’ufficio.

7) – Area pubblica in giardino privato – Idem c. s. Il nostro Legale invia altra diffida extragiudiziale all’ex Capo area per un’altra inerzia: un giardino privato ingloba un’area pubblica, ove insiste un antico acquedotto. La Destinataria non risponde entro 30 giorni. E noi la denunciamo di nuovo. Signor Assessore, signora Segretaria, siete disponibili a far rientrare il Comune nella legalità, anche per le 11 opere abusive e per l’area pubblica inglobata in un giardino privato?

8) – Messa in sicurezza del Villaggio – Già lo dicemmo. Due sopralluoghi Asl accertarono che nel Villaggio vi son pericoli per l’incolumità e la salute. Con lettera prot. 9516 del 15-3-2018, abbiamo segnalato l’urgenza: a) – di rimuovere da via delle Rose i grossi rami di pino caduti, o appesi, o rimossi dai Vigili del Fuoco, dopo la recente nevicata; b) – di mettere in sicurezza i 40 pini del Villaggio, potandoli, o svellendo i pericolanti. Abbiamo avvicinato il neo Assessore ai Lavori pubblici, il Consigliere con delega ad hoc, il Capo area alla manutenzione. Quest’ultimo, cellulare alla mano, ci dice che sta chiamando gli Operai: “entro 24 ore sarà tutto okay”. Son trascorsi 24 giorni e i rami son sempre lì. Dobbiamo ricordarlo? Sindaco, Assessore e Capo-area sono personalmente responsabili di ogni evento negativo, in sede civile, penale, contabile (ossia col portafoglio). L’ex Sindaca di Genova, per la sua incuria, l’han condannata in appello a 5 anni di carcere e a super-indennizzi. Che aggiungere? I Cittadini, con le loro tasse, son gli unici “Principali” di Politici e Burocrati, cui pagano di tasca propria stipendi e pensioni. Con le relative conseguenze morali e giuridiche, ovvie nei Paesi democratici.

9) – Uso illegittimo art. 11 legge 241/90– Di quando in quando rispunta la ridicola tesi che bisognerebbe consultarsi con l’ex-Lottizzatore inadempiente e abusivo, per fargli nuove regalie di cubature (le vecchie son esaurite), ricorrendo magari all’art. 11 della 241/90. Un illegale e scandaloso premio, insomma, per gli sfasci. Del resto, nella sede solenne del Consiglio comunale open, trasmesso in tv, su nostra specifica domanda, il Sindaco garantì che non avrebbe mai usato l’art. 11, o analoghe porcherie. Per noi la parola del Sindaco è sacra. Ma lo è per tutti?

10) – Due azioni giudiziarie risolutive – Il Comitato e il Comune, in unità d’intenti, devono ora attendere con calma la definizione di due azioni giudiziarie contro l’ex Lottizzatore, risolutive per il “risorgimento” del Villaggio. Noi abbiamo la ferma volontà di vincerle: etica e diritto sono con noi. Riteniamo che anche il Comune abbia un’analoga volontà. I due appuntamenti sono: a) – Consiglio di Stato: acquisizione definitiva al Comune delle aree pubbliche, già concesse dal Tar nel 2014 (l’udienza non è ancora fissata); b) – Tribunale di Civitavecchia: accesso alle due fidejussioni per 1,1 milioni di euro, per completare le opere d’urbanizzazione incompiute e/o non a norma (udienza per le conclusioni il 18 luglio).

Grazie per l’attenzione e auguri di buon lavoro, nell’interesse della Cittadinanza.

Il Presidente del Comitato Villaggio Montebello

(Dr. Amedeo Lanucara)

Gen. Feliciano Mancini, vice presidente

Amm. Gino D’Elia, past president

Dr. Alberto Perra, past president

Sign. Massimo Toffolo, past president

Sign. Enrico Ricciatti, segretario

Sign. Giorgio Pastori, tesoriere

Sign.ra Francesca Giansanti, componente Direttivo

Sign.ra Giancarla Bonalumi, componente Direttivo

Sign. Claudio Caprioli, componente Direttivo

P. S. – Con riferimento al punto 8, alleghiamo n 3 foto con data certa (“La Repubblica” del 4-4-2018). Le prime 2 testimoniano l’incredibile inerzia degli organi comunali per i grossi rami di pini tuttora giacenti su via delle Rose. La terza mostra un lampione (anzi, un altro lampione) caduto su via delle Rose: ha i fili elettrici scoperti e quindi è molto pericoloso.

Amedeo Lanucara

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