27 Dicembre, 2024
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Governo, Conte ha accettato l’incarico. Presentata la lista dei Ministri. Oggi alle 16.00 il giuramento

Articolo uscito sul sito di repubblica.it:

 

A 88 giorni dal voto del 4 marzo – dopo la crisi più lunga e difficile della storia repubblicana – è stata raggiunta l’intesa per la nascita del governo M5S-Lega. “Ci sono le condizioni per un esecutivo politico”, dicono Luigi Di Maio e Matteo Salvini al termine di un vertice di quasi quattro ore sulla spartizione dei ministeri. E poco prima delle 22 Giuseppe Conte al Colle accetta l’incarico e presenta la lista dei ministri: “Lavoreremo con determinazione per migliorare le condizioni di vita di tutti gli italiani”, ha detto. Alla fine poche parole di ringraziamento anche da Mattarella: “Si è concluso un itinerario complesso, buon lavoro a tutti”, dice visibilmente rasserenato.

Il giuramento ci sarà oggi alle 16. Queste le posizioni chiave del futuro governo: all’Economia il professor Giovanni Tria, presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione e professore ordinario di economia politica all’università di Tor Vergata; agli Esteri Moavero Milanesi; per l’economista Paolo Savona – l’uomo che domenica sembrava aver fatto saltare tutto –  il dicastero delle Politiche comunitarie. Alla Difesa Elisabetta Trenta, in quota M5S. Come previsto ormai da settimane, a Matteo Salvini andrà il ministero dell’Interno. A Luigi Di Maio il Lavoro e lo Sviluppo economico. Entrambi saranno vicepremier. Resta senza ministeri Fratelli d’Italia (che sulla fiducia si asterrà).

Ma ecco l’elenco completo dei ministri. In tutto 18, escluso il premier. Le donne sono cinque, nove i ministri Cinquestelle, 6 i leghisti, tre i tecnici.

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L’ULTIMA TRATTATIVA
Al vertice Salvini-Di Maio, cominciato alle 15, si è aggregato nel pomeriggio anche Conte, arrivato in treno da Firenze. Il segno che si avvicinava la fumata bianca. Intanto Carlo Cottarelli andava al Quirinale. Una prima volta per un colloquio informale. Un’ora dopo per rimettere l’incarico: “È stato un onore, per me, lavorare al servizio del Paese. Non è più necessario un esecutivo tecnico. La soluzione di un governo politico è di gran lunga la migliore”, ha detto. Poi si è scusato con i giornalisti per essere rimasto silenzioso in questi giorni. Ed è stato accolto dagli applausi. Episodio del tutto irrituale al Quirinale.
L’accelerazione – verso la soluzione della crisi – c’è stata a partire da giovedì mattina. In un sussegurisi di incontri, telefonate, segnali. Con Salvini che annullava la campagna elettorale per le amministrative in Lombardia e tornava a Roma. Per gli ultimi nodi da sciogliere: non solo il caso Savona, ma anche il ruolo di Fratelli d’Italia nel governo.

IL NODO FRATELLI D’ITALIA
In mattinata, alla Camera, il parlamentare M5S Carlo Sibilia aveva detto: “Se si sta al contratto, la discussione è aperta a tutti e nel governo può stare anche Fratelli d’Italia”. D’altra parte due giorni fa Giorgi Meloni aveva offerto esplicitamente il proprio appoggio all’esecutivo gialloverde. Ma su questo è esploso lo scontro nel Movimento. Elena Fattori, già voce critica in passato dentro i 5Stelle, scrive su Fb: “Il governo del cambiamento deve esser basato sulle due forze politiche scelte a gran voce dagli italiani, sennò non cambia niente”. Una posizione condivisa da buona parte del Movimento. Alla fine i vertici fanno sapere che la proposta – da parte di Salvini – di un ingresso di Meloni nel governo, sarebbe considerata  una scusa per far saltare il tavolo. Fdi resta fuori. Alla fine Giorgia Meloni dice: “Salvini ha ricevuto un ‘niet’ da parte di M5s sul nostro ingresso nell’esecutivo. Mi dispiace, non mi fa ben sperare per il futuro del governo”.

IL NODO SAVONA
La trattativa è ripartita sulla proposta avanzata mercoledì sera da Di Maio su Savona. Ovvero: un esecutivo guidato da Conte, con Savona – nella bufera per le posizioni sull’euro e l’Ue – non più all’Economia. C’è chi ipotizzava un passo indietro del professore, chi uno spostamento agli Esteri, chi alle Politiche comunitarie. Alla fine è stata quest’ultima la soluzione adottata.

LE REAZIONI
Le parole più discusse e discutibili, dopo l’annuncio del nuovo governo, arrivano ancora una volta dalla Commissione europea. Stavolta dal presidente Juncker: “Basta dare colpa all’Ue, gli italiani si prendano cura del Sud con più lavoro e meno corruzione”. Sul fronte interno, ad annunciare la posizione di Forza Italia – subito dopo la nascita del nuovo governo – è la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini. “Saremo all’opposizione di questo esecutivo gialloverde, pericolosamente a trazione grillina”. Per il Pd arriva la dichiarazione del segretario reggente, Maurizio Martina: “Il governo populista e di destra che nasce ha un programma pericoloso per il Paese e le ultime giornate purtroppo confermano le nostre preoccupazioni di sempre. La loro azione sino a qui è stata un mix di estremismo, antieuropeismo e iniquità”. Nelle prossime ore il Pd sarà in piazza con la Costituzione in mano per la difesa delle istituzioni e del capo dello Stato.

di Carmelo Lopapa

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