Favorire una solida educazione al senso civico, promuovere la cultura della legalità, insegnare il valore profondo del rispetto delle regole, diffondere i valori della cittadinanza e della democrazia: questi sono solo alcuni degli obiettivi della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa dall’Associazione ‘Libera’, che si è svolta giovedì 21 marzo presso l’Aula Consiliare del Comune di Ladispoli. Anche gli studenti dell’Istituto Superiore ‘Giuseppe Di Vittorio’ hanno preso parte all’iniziativa, accompagnati dal Vicepreside Prof. Sandro Pase, dalle Docenti Fiduciarie dell’Alberghiero Prof.ssa Sara Leonardi e Prof.ssa Valeria Mollo, dalla Prof.ssa Anna Maria Sorce e da altri insegnanti dell’Istituto ‘Di Vittorio’.
“L’educazione alla legalità deve partire dalla famiglia e dalla scuola – ha affermato la Preside dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli Prof.ssa Vincenza La Rosa – ed è nostro dovere di educatori offrire agli allievi tutte le possibili occasioni di riflessione su questo tema. E’ compito di ogni Istituzione formativa promuovere negli studenti la conoscenza delle regole ed insegnare i valori fondanti della dignità, della libertà, della sicurezza e della legalità. Essere cittadini attivi e responsabili – ha concluso la Preside – significa anche riconoscere il dovere della memoria”.
L’Associazione ‘Libera’ è stata fondata nel 1995. Presieduta da Don Luigi Ciotti, si pone con varie iniziative, l’obiettivo di sollecitare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata. ‘Libera’ coordina più di 1600 realtà nazionali e internazionali che si occupano in vario modo del contrasto alla criminalità organizzata. Fra gli scopi dell’associazione: promuovere i diritti di cittadinanza, la cultura della legalità democratica e la giustizia sociale; valorizzare la memoria delle vittime della mafia; contrastare il dominio mafioso del territorio. Fra le iniziative più importanti, la recente Assemblea Nazionale dei familiari e la Veglia di Venezia che si sono svolte l’8, il 9 e il 10 marzo. La finalità è stata quella di continuare a trasformare la memoria e il dolore in impegno, condividendo i ricordi. Proprio come è avvenuto a Ladispoli, nella Sala Consiliare del Comune. “Abbiamo subito aderito con entusiasmo alla XXIV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie – hanno affermato i Docenti del ‘Di Vittorio’ – perché condividiamo lo spirito e il senso profondo di questa iniziativa. E’ nostro compito alimentare la memoria collettiva, soprattutto nelle generazioni che, per ragioni anagrafiche, sono lontane dagli eventi più drammatici della nostra storia nazionale”.“Da oltre ventiquattro anni Libera ricerca e raccoglie le storie delle vittime innocenti delle mafie, accompagnando i familiari nell’incontrarsi, nel riconoscersi e nel camminare insieme nel percorso di emersione dal dolore. Grazie alle generose testimonianze dei familiari, in questi anni Libera ha raccolto un patrimonio prezioso di storie, dal valore etico, storico e sociale, inestimabile: sono le storie dei nostri territori che, riunite insieme, raccontano un pezzo di Storia del nostro Paese. Queste storie sono state raccolte in Vivi, un archivio multimediale, aperto e accessibile a tutti, un album collettivo in cui ritrovare la memoria dei propri territori (vivi.libera.it)”.
“Ogni anno – prosegue Daniela Marcone, Vicepresidente di Libera – nel percorso di avvicinamento al 21 marzo nei nostri archivi aggiungiamo periodicamente nuove storie. Storie che sono parte della Storia d’Italia. Ma più le storie aumentano e più ci accorgiamo di trovarci di fronte a uno sterminio. Per questo motivo è importante essere il 21 marzo, primo giorno di primavera, a Padova e nei migliaia di luoghi d’Italia, in Europa e America Latina dove verranno letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie e della corruzione, nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazione, ma impegno per il cambiamento. Una lettura collettiva che unisce il paese per risvegliare le coscienze, a cominciare dalle nostre, per ribadire che quando c’è di mezzo la giustizia e la verità, le scelte non ammettono chiaroscuri o margini di ambiguità”.