Anguillara. Un monitoraggio costante per verificare la qualità dell’intero ecosistema lacustre
Lo scorso 22 marzo, nel corso di un’assemblea pubblica, L’Ente Parco ha presentato alla cittadinanza il nuovo misuratore, installato nei mesi scorsi presso l’acquedotto in località Marmotta. Questo importante risultato è stato possibile grazie al convinto e tempestivo intervento del Presidente Zingaretti e degli Assessori competenti, che hanno stanziato un apposito finanziamento incaricando il Parco del Progetto.
Unanime la soddisfazione del Presidente Vittorio Lorenzetti, del Direttore Daniele Badaloni, dei Sindaci di Bracciano, Anguillara e Trevignano e del Presidente del Consorzio di Navigazione i quali dichiarano che “E’ una vittoria dei cittadini, per l’ambiente, per il Lago. Il primo passo concreto verso un nuovo sistema di gestione del lago di Bracciano, condiviso e trasparente, come le sue acque.”
Consultando il sito del Parco, www.parcobracciano.it, tutti noi potremo essere informati in tempo reale. Questo perché gli obiettivi principali dell’Ente Parco sono da sempre gli stessi: la salute del lago e delle specie che lo popolano, e il benessere delle città e dei cittadini che vivono sul lago e del lago.
In questo articolo vogliamo intanto concentrarci sulla salute della flora e della fauna lacustre.
Iniziamo con il dire che il momento critico vissuto lo scorso anno è stato evidente per tutti, ma che gli effetti a medio e lungo termine sono ancora difficili da prevedere con certezza. Da qui la necessità di un monitoraggio costante.
Di certo c’è che abbiamo perso intere zolle di vegetazione acquatica sommersa, che noi chiamiamo “alghe”, ma che invece sono sia alghe che troviamo da pochi cm fino ai 25 m di profondità, che piante queste fino a qualche metro di profondità.
Le alghe Caracee, per effetto dell’abbassamento del lago si sono distaccate dal fondale dando vita a degli isolotti di prateria galleggiante. Si riformeranno? Si spera di sì, ma è difficile prevedere i tempi di ripresa. Le Caracee sono oltretutto ottimi indicatori della qualità delle acque.
Discorso simile va fatto per le piante acquatiche, il Potamogeton facilmente riconoscibile, con quei lunghi steli con foglioline che dal fondale a volte raggiungono il pelo dell’acqua. Con l’abbassamento del livello sono venute a trovarsi o completamente fuori dall’acqua e dunque sono morte o a profondità talmente basse che è stato il moto ondoso a strapparle via.
Il caso più emblematico di questa crisi del lago è rappresentato da una piccola felce acquatica, scoperta solo nel 2013 dai ricercatori Troia e Azzella e che rischia già di scomparire. Parliamo della specie endemica Isoëtes Sabatina, presente solo nel lago di Bracciano, che ora viene fatta crescere in vitro proprio per scongiurarne l’estinzione.
Fin qui la flora acquatica; parliamo ora di quella ripariale ossia quella che vive lungo le rive. Un esempio la cannuccia, i giunchi, ma anche i salici e gli ontani alberi che crescono anch’essi in acqua con la chioma ripiegata sull’acqua, e non a caso, perché grazie all’ombra di questi alberi vivono molti organismi acquatici importanti per l’ecosistema che altrimenti in estate non sopporterebbero le altre temperature. Le loro radici intrecciate proteggono le sponde dall’erosione e i batteri simbionti che vivono sulle loro radici fissano l’azoto atmosferico rendendolo disponibile per gli esseri viventi, dunque anche per l’uomo.
Le sponde del nostro lago sono popolate principalmente da salici e da ontani i quali hanno a loro volta sofferto l’abbassamento delle acque, li vediamo con molte meno foglie. Per alcuni di loro assistiamo agli “schianti” perché il loro apparato radicale è totalmente fuori dall’acqua e secco, altri resistono. Anche il ciclo dei nutrienti può subire un drastico cambiamento in queste condizioni critiche e avere serie ripercussioni per l’ecosistema. Se la vegetazione è in salute anche la fauna è in salute!
Questo abbassamento delle acque è il più grave degli ultimi 100 anni. Il lago perciò è costantemente monitorato dal Parco. La ripresa della vegetazione ripariale è di più facile osservazione rispetto a quella sommersa e sembra che sia iniziata una rinascita. Ed ora anche grazie e soprattutto allo stop dei prelievi il lago sta ritornando verso condizioni migliori.
Dobbiamo dunque continuare in questa direzione e lasciare che la natura faccia il suo corso, come sta facendo preservando questo l’incantevole ecosistema lago.
L’Ente Parco lavora costantemente per il benessere del lago.
Monia Guredda