Ladispoli. L’Istituto Corrado Melone sarà “invaso” da ragazzi olandesi, tedeschi, francesi e romeni
Il Preside Professor Riccardo Agresti della scuola Corrado Melone di Ladispoli riflette pubblicamente sul clima sociale di questo periodo.
Cosa sono le frontiere? Sono delle linee tracciate a caso, senza senso, su dei fogli di carta, per creare divisioni inesistenti, per fingere che dei luoghi comuni, da pregiudizi assurgano a verità patriottiche, dimenticando che se fosse vero che tutti i francesi hanno “la puzza sotto il naso”, sarebbe altrettanto vero che noi italiani siamo tutti mafiosi.
La realtà è un’altra e fa comodo a molti non vederla: è vero che per fortuna siamo tutti diversi gli uni dagli altri, ma è ancora più vero che spesso ci sono meno differenze fra persone che abitano da parti opposte di quelle linee tracciate da furbi che guadagnano cavalcando gli odi, che fra persone che abitano nello stesso palazzo. Chi insiste nel volere le frontiere gioca sull’ignoranza che facilmente permette di identificare come nemico l’altro, quando il vero nemico ci è al fianco e ci sfrutta a suo vantaggio. Con una nuova primavera, il nostro Istituto Comprensivo “Corrado Melone” di Ladispoli anche quest’anno ha ripetuto la sua didattica di accoglienza e a mano a mano si susseguiranno scambi che vedranno a Ladispoli studenti del “Collège Simon Vinciguerra” di Bastia in Corsica (Francia), del “Roelof van Echten College” di Hoogeveen nel Drenthe (Olanda), della “Adolf Reichwein Schule” di Heusenstamm in Hessen (Germania) e del “Colegiu National Radu Negru” di Făgăraș in Brașov (Romania).
La dimostrazione di quanto affermiamo e insegniamo noi della “Melone” la stiamo vivendo ancora una volta perché ancora una volta la nostra Scuola verrà “invasa” da ragazzi olandesi, tedeschi, francesi e romeni, assolutamente indistinguibili dai loro coetanei italiani. Ogni volta è una sfida cercare di capire se quella ragazza che si fa un selfie sia italiana o se quel ragazzo intento a digitare su un cellulare sia straniero. Ancora una volta a dimostrare che solo noi vecchi siamo italiani, francesi, tedeschi, romeni, olandesi … mentre loro, i nostri figli, il nostro futuro, sono ormai definitivamente ed ineluttabilmente europei.
Fra le numerosissime attività messe in atto dalla nostra Scuola, forse quella che più la distingue dalle altre è proprio la sua propensione verso l’Europa e, nello specifico, i gemellaggi, ovvero scambi culturali che prevedono per una settimana la permanenza in Italia di uno studente proveniente da una delle Scuole citate, ospite della famiglia di uno dei nostri studenti, la quale provvede a tutte le sue necessità, soprattutto culturali, fra le quali anche la gastronomia. Per un’altra settimana il nostro studente vive all’estero, accolto nella famiglia del proprio corrispondente, condividendo le abitudini del Paese straniero in una nuova famiglia che gli offrirà tutto ciò di cui ha bisogno, facendolo immergere nello stile di vita di una cultura diversa dalla nostra.
È indubbio che per loro il primo contatto e approccio con le altre culture si basi su concetti semplici e spontanei quali “simpatico-antipatico”, “egoista-altruista”, “bello-brutto”, la cui trasmissione e comunicazione non richiede necessariamente una conoscenza approfondita delle lingue straniere, ma può basarsi anche sulla gestualità e la semplice espressività dei volti. È altresì indubbio che, per crescere e costruire la classe dirigente europea del futuro, capace di alimentare l’integrazione e la conoscenza tra le diverse culture, nonché costruire rapporti duraturi e proficui, sia necessario fornire ai ragazzi di oggi una competenza linguistica che possa sostenere gli uomini e le donne di domani. Pertanto la “Corrado Melone” propone attività e programmazioni didattiche volte all’inclusione e all’apertura verso nuove culture, anche tramite l’insegnamento di molteplici lingue straniere il cui apprendimento è sostenuto e incentivato proprio dalle attività di gemellaggio. Ancora per un altro anno la “Melone” accoglierà a Ladispoli una cinquantina di ragazzi che hanno scoperto, e fatto scoprire alle loro famiglie, le bellezze artistiche dei geni del passato, che abbiamo disconosciuto con i palazzinari di oggi. Ma questi ragazzi hanno anche scoperto e fatto scoprire le bellezze naturalistiche che non ci rendiamo conto di avere e non vogliamo più avere, distruggendo il nostro ambiente, inquinandolo e deturpandolo. Non c’è bisogno di noi per far scoprire al mondo la bellezza di Roma, ma aver fatto vivere per una settimana a centinaia di ragazzi e fatto osservare loro quanto c’è di stupendo intorno a noi, ha permesso anche ai nostri ragazzi di comprenderne l’importanza quando si meravigliavano per lo stupore provato dai loro partner e la stessa economia ladispolana ne trarrà vantaggio perché le bellezze che i ragazzi avranno assaporato, saranno descritte in famiglia e queste saranno futuri turisti nella città.
Al contrario delle “gite” all’estero, svolte in altre Scuole, dove i ragazzi non hanno reali contatti con la società straniera, con questa attività di scambio in famiglia, i nostri ragazzi si trovano per la prima volta soli, lontano da casa, in una società tutta da scoprire, mettendo in pratica le proprie conoscenze linguistiche, scoprendo cosa differenzia la società italiana da quelle straniere, sperimentando il bene ed il male che esistono in entrambe. Si tratta di un vero e proprio ingresso nella vita da adulto, sebbene con tutte le protezioni di una nuova famiglia, un momento di reale crescita che permette di far abbattere i luoghi comuni sugli stranieri in uno spirito che noi “vecchi” non possiamo conoscere, legati ai nostri stereotipi nazionalistici.
Dietro l’attività dei gemellaggi c’è molto di più dell’insegnamento e dell’importanza di imparare le lingue; è un’occasione importante per i docenti di mettere a confronto metodologie di insegnamento differenti, tipologie di organizzazione scolastica e un approccio a problematiche comuni che arricchisce sia gli alunni che i docenti; è la possibilità di riconoscere i nostri pregi e difetti e quelli degli altri, o ancora di arricchire il proprio bagaglio culturale, o ancora di far vivere per la prima volta un’esperienza di indipendenza vera a ragazzi di 10-14 anni, lontani centinaia di chilometri dalla propria casa per una settimana.
Qual è la risposta delle famiglie ladispolane “open mind” a questo progetto? La risposta positiva si evince dai tanti messaggi entusiastici giunti dalle famiglie.”
Federica D’Accolti