Asl Roma 4: La sfida delle cronicità:
Un successo il convengo di ieri svoltosi al castello di Santa Severa. Tantissime le persone presenti, un chiaro segnale di interesse all’argomento, da parte del personale della Asl, dei cittadini, delle istituzioni e delle associazioni di volontariato. Molti i relatori che hanno illustrato i loro argomenti ascoltati con grande interesse da tutti i partecipanti.
“la salute ci consente di godere la vita, la malattia di comprenderne meglio il significato” con queste parole di E.Breda si è aperto il convegno di ieri nella splendida cornice del Castello Di Santa Severa.
Presenti, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, il Sindaco di Santa Marinella Tidei, la Dott.ssa Polimeno presidente OPI Roma, il Prof. Spandonaro dell’università di Tor Vergata, la dott.ssa Ursino, direttore del dipartimento di Prevezione della Asl Roma 4, la Dott.ssa Matera, direttore sanitario nel ruolo di moderatrice, il Dott.Rosati, di Cittadinanza Attiva Lazio, Il Dott. Magi presidente Omceo di Roma, il Dott. Cirilli segretario FIMMG lazio, Il Dott. Turci direttore del DAPSS, e il Dott.Santantonio responsabile della Diabetologia della Asl Roma4.
L’impatto della cronicità sul sistema sanitario è davvero significativo, come ha spiegato il prof. Spandonaro, si stima che il 70% della spesa oggi è impiegato per la cronicità, oggi quasi tutto è divenuto cronico, non esistono quasi più le patologie acute.
I temi trattati sono stati fondamentali, soprattutto in un periodo storico in cui l’aspettativa di vita è aumentata di qualche anno. Analizzando bene questo dato, si è spiegato al convegno, si può notare che mentre l’aspettativa di vita è aumentata, la qualità della vita è diminuita, ovvero, cresce con il tempo, il numero di anni in cui si vive “male”, un dato che va assolutamente preso in considerazione, e affrontato.
L’obiettivo è quello di dover orientare la produzione di attività e servizi in ambiti prioritari per la programmazione sanitaria, nel rispetto dei bisogni dei cittadini. Gli obiettivi del piano nazionale cronicità, non potendo essere rivolti alla guarigione, sono finalizzati al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, alla minimizzazione della sintomatologia, alla prevenzione della disabilità, al miglioramento della qualità di vita. Il paziente a cui ci si riferisce è generalmente una persona anziana, affetta da più patologie croniche, incidenti contemporaneamente, le cui esigenze assistenziali sono determinate non solo da fattori legati alle condizioni cliniche, ma anche da altri determinanti, come lo status sociofamiliare, ambientale accessibilità alle cure. Si stima che oggi circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale sia speso per la gestione delle malattie croniche.
La direzione strategica della Asl Roma 4 ha ringraziato le associazioni presenti, (CRI, ANDOS, ADICIV, ADAMO, CITTADINANZATTIVA, MARE NOSTRUM 2000, UNICEF) che hanno tanto lavorato, e tuttora lavorano sul territorio in sostegno dei pazienti, creando una rete di collaborazione con i servizi sanitari. La Asl ha voluto donare delle targhe di ringraziamento proprio alle associazioni, per rappresentare la gratitudine del percorso che si affronta insieme ogni giorno. “Non è solo per quello che avete fatto, ma per quello che farete” ha dichiarato Quintavalle.
L’assessore alla sanità D’Amato ha ringraziato la Asl Roma 4 per aver organizzato un evento incentrato su un tema così di rilievo e nel suo discorso ha dichiarato che il tema della presa in carico è la sfida del sistema sanitario nazionale, nonché la sfida di tutti i sistemi sanitari dei paesi avanzati. Il sistema sanitario regionale del Lazio ora può affrontare la cronicità con appropriatezza e competenza di risorse, grazie all’equilibrio raggiunto negli ultimissimi anni.
Il Commissario Straordinario Giuseppe Quintavalle ha aperto l’evento parlando proprio delle prossime sfide.
La condizione di cronicità viene definita come uno stato di alterazione della salute, che si protrae nel tempo, dovuta ad una o più situazioni morbose. La cronicità provoca limitazioni funzionali, sfociando quindi in una disabilità variabile.
“Abbiamo un piano importante, il Piano Nazionale delle cronicità, e un piano nazionale di lista di attesa, due linee che devono essere trattate in modo concatenato. Le attività definite dal Piano Nazionale di Cronicità, rispetto alla prevenzione, vengono rese operative grazie ad interventi che stimolano il paziente ad una autogestione consapevole della propria salute o della malattia, e del suo percorso di cura. Oggi noi vogliamo sancire un nuovo patto, quello di guardare il territorio aprendoci verso quello che è il concetto di cronico, e verso il concetto di appropriato. Proprio da questo convegno nasce un gruppo di lavoro per l’adozione del piano. Abbiamo qualche mese di tempo per scrivere il nostro piano e prepararci alla sfida nel migliore dei modi: nel piano liste di attesa gli specialisti ambulatoriali gestiranno le liste, arriveremo ad un percorso così strutturato: un medico di medicina generale che prescrive, lo svolgimento di una visita specialistica e poi l’apertura di un percorso definito. Gli ambulatoriali sono sempre di più nel nostro tessuto aziendale, e rappresentano la piena condivisione che deve essere fatta in ambito distrettuale e ospedaliero dei nostri pazienti.
Lo abbiamo visto in questi ultimi giorni con la risposta alle giornate della Salute organizzate grazie al supporto del nostro dipartimento di Prevenzione, quanto è importante dare i messaggi giusti alle persone? Nelle giornate della prevenzione si è lanciato un messaggio fondamentale, avvisare i cittadini di non arrivare a quel punto di non ritorno, superato il quale non si può più prevenire, perché è subentrata una patologia. “Siate responsabili, fate una vita sana” e a seguire ” Abbiate fiducia nelle cure”, è un dato di fatto che il medico prescriva dei farmaci, che spesso non vengano presi dal paziente, o presi in modo non adeguato.