ASSOCIAZIONE POLITICA ‘A GAUCHE
RIFIUTI DI ROMA: NON SI RISOLVE CON LE ORDINANZE.
Civitavecchia, Roccasecca, Viterbo, Frosinone, Pomezia, Colleferro…
Porta questi nomi la soluzione che la sindaca-per caso Raggi ed il pluri-presidente Zingaretti, hanno tirato fuori dal cilindro per far uscire la capitale d’Italia dalla condizione di pattumiera maleodorante.
Doveroso unirsi al coro delle proteste contro un atto tanto ottuso quanto prevaricatore per le già vessate popolazioni non romane che sono costrette a subirlo, tra l’altro non nuovo nelle modalità che già in passato come associazione ci siamo trovati a denunciare.
La corretta gestione del ciclo dei rifiuti costituisce un obbligo normativo ma anche di civiltà per chi governa le amministrazioni pubbliche, il cui obiettivo primario deve essere la salute dei cittadini ed il rispetto della compatibilità ambientale dei territori, punti su cui la normativa si esprime in modo chiaro.
Procedere per ORDINANZE rappresenta esattamente il contrario: emergenza dopo emergenza, ordinanza dopo ordinanza, deroga dopo deroga, la totale assenza di programmazione politica ed amministrativa viene ad essere sostituita da veri e propri atti di imperio che nulla hanno a che vedere con la democratica gestione dei territori.
In questo senso, l’azione amministrativa della Raggi, ormai sindaco da oltre tre anni, e quella di Zingaretti, al suo secondo mandato di presidente del Lazio, si sono ben caratterizzate nei due punti di contatto che in modo evidente legano il loro operato:
- Il primo, aver fatto cadere Roma nell’emergenza rifiuti;
- Il secondo, aver riversato il problema sulle spalle dei cittadini innocenti.
Il beffardo sorriso della sindaca che ha riempito la stampa, quasi si trattasse di una gara personale tra lei ed un occasionale competitore per un gioco di società, offre il quadro della inadeguatezza, incapacità e nullità del governo di Roma a Cinquestelle, chiaramente espressa dall’indecoroso balletto dell’AMA.
Dal canto suo, Zingaretti, dimostra di saper ben utilizzare quel “patto d’aula” con cui maggioranza ed opposizioni tengono in piedi il consiglio regionale, lasciando passare provvedimenti tanto gravi con buona pace generale.
Ma qui ci si trova di fronte ad una vera e propria aggressione di territori già fortemente sotto pressione dal punto di vista ambientale e delle servitù, dove la “provvisorietà” dell’intervento appare poco credibile, considerate pure le diverse deroghe contenute nell’ordinanza.
Se infatti l’emergenza romana rappresenta l’epilogo di una condizione che non hanno saputo risolvere negli anni, a settembre dove li dovrebbero portare i rifiuti di Roma?
Non prendiamoci in giro e soprattutto non si prendano in giro i cittadini.
Le dichiarazioni giustificazioniste, che pure qualche onorevole ha il coraggio di propinare ai territori che rappresenta, non fanno che aggiungere al danno anche la beffa.
Crediamo piuttosto che di fronte a tanta indeterminatezza ed arroganza nessuno può sentirsi al sicuro ed è auspicabile che la protesta monti in tutti i territori del Lazio, suffragata al tempo stesso da atti concreto impegno istituzionale:
- I comuni abbiano il coraggio di ricorrere al TAR contro l’ordinanza, perché le dichiarazioni a mezzo stampa fanno colore ma non bastano;
- I consiglieri dei territori interessati, presenti in Regione come nella Città Metropolitana, che hanno già collezionato un alto numero di figuracce, provino a dare un segno di coerenza presentando una MOZIONE DI RITIRO DELL’ORDINANZA.
Non un ordine del giorno, che non si nega a nessuno e lascia il tempo che trova, ma una MOZIONE URGENTE da discutere subito, CUI SUBORDINARE IL MANTENIMENTO DELLA FIDUCIA, essendo l’ordinanza una palese disapplicazione del programma elettorale.
Non può esistere altro margine di trattativa, se non quello di aggiungere le scuse ai cittadini, di cui potrebbe farsi portatore lo stesso assessore regionale competente, nel caso intenda trasformare in consuetudine le sue visitine post-ordinanze, di cui si ha già memoria.
Per i problemi romani, invece, esprimiamo tutta la solidarietà possibile e, francamente, avremmo anche piacere di elaborare qualche suggerimento meno prevaricante e più efficace delle ottuse disposizioni della dirigente firma-ordinanze o delle battute della Raggi: ma questo potrà accadere solo se e quando si ripristinerà un clima di democratico coinvolgimento dei territori nelle scelte che li interessano direttamente.
Nelle condizioni date, chi ha competenza a decidere ne assuma seriamente il carico e provi a pensare qualche atto degno della posizione che ricopre, con equità e rispetto della dignità e della salute delle popolazioni: altrimenti vada a casa.
Per l’Associazione ‘A GAUCHE
LUCIA BARTOLINI – ‘A GAUCHE provincia di Roma
ANTONIO CAPALDI – ‘A Gauche provincia di Viterbo