23 Dicembre, 2024
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Bracciano, “Illegittimità urbanistiche: Ultimo atto?”

ILLEGITTIMITA’  URBANISTICHE: ULTIMO  ATTO?
 

E’ o non è opportuno annullare una deliberazione di consiglio, se connessa ad atti ed attività illegittime?
 

Il principale argomento trattato nel corso del Consiglio comunale del 3 settembre 2019 ha riguardato la proposta di deliberazione ,presentata dalla minoranza,  al fine di annullare la deliberazione di consiglio comunale n.2|18, nell’esclusivo interesse di Bracciano e per il ripristino della legalità, visto che tale deliberazione è strettamente connessa ad una serie di atti giudicati illegittimi dall’Ufficio Vigilanza Urbanistica e Contrasto  all’abusivismo della Regione Lazio.

Una deliberazione legata ad una vicenda che, fino ad oggi,  è costata al Comune (e quindi a tutti i Cittadini) diverse decine di migliaia di euro, “investiti”i in consulenze, spese legali e altro, per trattare un contenzioso che non ha nulla a che vedere con gli interessi della comunità braccianese, ma solo ed esclusivamente a un (legittimo) contenzioso tra UN Cittadino e l’Ente.

Il tema concerne l’annosa questione nota con il nome de la “Lobbra”, che ha tenuto in scacco il Comune  per oltre 2 lustri e influito negativamente sulla funzionalità degli uffici comunali e, di riflesso, sulla serenità della nostra comunità, tanto da essere duramente stigmatizzata dalla commissaria prefettizia nel 2016, e dalla Segretaria  Comunale pro tempore, fino ad essere stata addirittura inserita nel piano triennale  “anticorruzione” del Comune di Bracciano.

 Eppure si tratta di un contenzioso, all’apparenza normale , tra un privato cittadino   e l’amministrazione comunale, nel quale la persona interessata ritenendo di dover tutelare i propri interessi, ha legittimamente adito le vie legali nei confronti del Comune.

Poiché il procedimento risulta tuttora pendente presso il Tribunale di Civitavecchia, le parti (Comune e privato cittadino) sono a tutt’oggi in attesa della definizione del contenzioso che avverrà, ovviamente, solo a seguito della sentenza del tribunale.

Detto questo, crediamo che a tutti sfugga cosa c’entri il Consiglio comunale,sede istituzionalmente deputata a trattare e a decidere su tematiche,priorità ed esigenze della comunità, nell’intervenire in una questione che è ,ancora oggi,rimessa all’autorità del giudice. Riteniamo sia di tutta evidenza che il Consiglio comunale con “la Lobbra”, almeno in questo momento, non c’entri NULLA, e che nulla possa fare fino a quando il contenzioso non verrà definito.

Eppure, nonostante questo, il Sindaco Tondinelli ha ritenuto necessario ed opportuno imprimere all’Ente un indirizzo, tale da portare alla emanazione di una serie di atti: prima la Delibera di Giunta comunale n,115\2017, con cui venne riattivata la cosiddetta” procedura concordata” ex art.11 della  legge 241\90 e successivamente, in base a tale delibera di Giunta, la Deliberazione di Consiglio n.2\2018, con la quale il Consiglio comunale (con i soli voti della maggioranza) conferiva mandato alla capo area, architetto Lidia Becchetti, a porre in essere gli adempimenti conseguenti a quanto previsto nella deliberazione e in una relazione… da essa stessa redatta! Di conseguenza l’architetto Becchetti ha prodotto una serie di atti, tra i quali uno di particolare rilevanza: una certificazione di destinazione urbanistica che, di fatto, modificava le capacità edificatorie del lotto in zona “la Lobbra”, procedura questa che deroga a qualunque legittima procedura prevista dalle norme vigenti in materia.

Tutti questi atti, hanno alla fine determinato l’intervento del competente ufficio vigilanza urbanistica e contrasto  all’abusivismo della Regione Lazio, che era già intervenuta più volte sulla questione: prima chiedendo di sospendere la procedura concordata poi, inascoltata,  con specifiche diffide, ed infine con l’avviamento, nel rispetto della legge regionale, del provvedimento di annullamento di tutti gli atti prodotti nel merito dall’area urbanistica del Comune , comprese la Deliberazione n.115\17 e la Deliberazione n.2\18.

Le motivazioni addotte dalla Regione sono qui riportate integralmente:

“rilevando gravi e reiterate illegittimità nei richiamati atti comunali in ordine alla intervenuta modifica delle capacità edificatorie del lotto indicato,in aperto contrasto con le corrette indicazioni contenute negli atti della Variante al PRG di Bracciano approvati con Delibera di Giunta regionale n.789 del 22\10\2009 come pubblicato sul B.U.R. Lazio, ivi comprese le Tavole Tecniche di Zonizzazione e le Norme Tecniche di Attuazione,come approvate dal Comitato Tecnico regionale ,in palese contrasto con la normativa di cui alla legge n.1150 art.10 e s.m.i. nonché della legge regionale n.3687 e s.m.i.”

Di fronte a tali inoppugnabili argomentazioni, il Sindaco comunicava alla Regione che il Comune aveva provveduto ad annullare gli atti illegittimi, tralasciando però di citare la Deliberazione n.2, e giustificando poi il suo mancato annullamento con il fatto che” la Delibera n. 2 non avesse prodotto alcun effetto sul piano giuridico né prodotto altri ulteriori atti consequenziali..” La Regione ne prendeva atto nel” confermare e considerare non più vigenti le attività tecnico urbanistiche comunali ritenute illegittime,avendo il Comune  confermato di avere provveduto a rimuovere tutti i provvedimenti oggetto di vigilanza regionale”

Senonché Tondinelli, in Consiglio comunale, ha ribadito che la delibera n.2 è connessa proprio alla relazione della Becchetti, che non sarebbe mai stata revocata, nonostante avesse , come già detto , prodotto  l’illegittima certificazione urbanistica.

Ma a questo punto ci chiediamo: se tutte le attività in essa contenute e con essa collegate sono state ritenute illegittime e, conseguentemente, annullate dall’Ufficio Vigilanza Urbanistica e Contrasto  all’abusivismo della Regione Lazio, perché dovrebbe restare valida la deliberazione n. 2? Sarebbe certamente doveroso e corretto annullare anche questo atto, dando seguito in modo definitivo alle precise e inconfutabili prescrizioni in merito formulate dell’organo di controllo regionale.

E proprio per questo motivo, i consiglieri di opposizione hanno presentato al Consiglio, il 3 settembre scorso, la proposta di Deliberazione per l’annullamento della Deliberazione  n.2, richiamando anche l’attenzione dei consiglieri di maggioranza sulle possibili conseguenze di un voto contrario alle chiare disposizioni della Regione.

 Senza alcuna replica alle argomentazioni sopra esposte il Sindaco, a nome della maggioranza, ha formulato la dichiarazione di voto contrario, facendo poi respingere la proposta di Deliberazione dalla maggioranza tutta.

II consiglieri di minoranza sono stati indotti proprio da simili comportamenti e prese di posizione a fare tutto il possibile, nel tentativo di chiudere definitivamente una questione che ,siamo certi, ha veramente stufato (e danneggiato) tutti i cittadini, appartenenti a tutte le componenti politiche e civiche di Bracciano.
Donato Mauro,Alessandro Persiano.Marco Tellaroli
Consiglieri  di minoranza del comune di Bracciano

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