“BUONA LA PRIMA!” – USCITA 5 – “RIDE” DI VALERIO MASTANDREA
di Marco Feole
Attore navigato alla prima esperienza da regista, Valerio Mastandrea confeziona un film pieno di ottime intenzioni e intuizioni, ma essendo la prima esperienza dietro la cinepresa, la resa finale almeno per me, risulta ancora acerba. Ma è tutto da buttare? Forse si.
E’ passata una settimana da quando Carolina è rimasta vedova. Un dolore che non riesce ad esternare, perché quelle lacrime, quello sfogo sembra non voler uscire. E sembrano non riuscirci nemmeno il fratello e il padre di Mario Secondari, operaio morto in fabbrica. Carolina è chiamata a confrontarsi con l’assenza.
Il tema del film è chiaro, l’elaborazione del lutto, soprattutto improvviso, “il dopo la vita”, ma vissuto dal punto di vista di chi resta.
In questo caso quello di Carolina, un lutto “diverso” dal solito, bloccato, ma assolutamente legittimo in quanto soggettivo come ogni altra esperienza emotiva. Una ricerca delle lacrime, tra il divano e la cucina di casa, in attesa finalmente che quello sfogo si faccia vivo, ma nulla.
Mastandrea mischia un dramma privato ad un problema sociale terribile e attuale, come quello delle morti sul lavoro. Lo fa cercando quasi più nell’interpretazione dei suoi attori, tra cui spicca anche Renato Carpentieri, quel tentativo di tenere in piedi e legare i due temi narrativi che da solo stenta a far coesistere. Il problema serio, è che quell’aiuto non arriva.
Un esordio alla regia che ho provato a farmi piacere ma niente, qui di “buona la prima” c’è davvero poco.
E’ tutto sbagliato, dalle interpretazioni degli attori, ai dialoghi, alla colonna sonora. Un tentativo di fare dramma mischiato al surreale, ambizione troppo alta per un film estremamente difficile che finisce malissimo nella resa.
Peccato. Niente toglie sicuramente al buon Valerio di riprovarci, anzi me lo auguro, sarei ben felice di rivedere una sua opera come regista. Ma come dico sempre, registi non si diventa da un giorno ad un altro, non ci si improvvisa, nessuno ti rilascia il patentino neanche dopo anni in questo ambiente. Il passo da davanti a dietro la camera in termini pratici è brevissimo, nella realtà è molto più simile al salto della fede di “Indiana Jones”