22 Novembre, 2024
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Una poesia di Franco Marzo

Quattro maggio 2020

Son molti che propinano l’uscita
da questo disastroso e raro evento,
Regioni e Stato s’ alternano a fatica
creando confusione e malcontento.
Son tanti e tanti, politici e non solo
che scrivono, che dicono, millantano
con toni ridondanti, a modo loro,
senza un accordo, finendo nel pantano.
Chi vuole che da oggi ripartiamo
dal “ghetto” dentr’ il qual siam confinati,
chi dice pur col Covid lavoriamo
perché la recession ci ha rovinati.
Vediamo ancor lo stato delle cose
il dilagar del numero dei morti
gli anziani in residenze vergognose
covi di pena e focolai risorti.
Le scuole restan chiuse e gli studenti
si chiedon come termina quest’anno
saran promossi, saranno ripetenti
vedran gli stessi amici, che faranno?
IL Papa fa saper che non è Chiesa
il celebrar la Messa a panche vuote
sia pura circostanza e per difesa
dal mal che ci sovrasta e che ci scuote.
Ma la salute la si vuole ancora
considerare la cosa più essenziale?
privilegiar l’economia che implora,
è un rischio che non so poi quanto vale!
E se si vuole dal quattro la ripresa
si è disposti all’uso quotidiano
di maschere, di guanti e senza offesa
stare distanti, non darsi ancor la mano?
Poi la Politica, come pur le Scienze
ravvisino strada “certa” e più sicura!
Taccia il distinguo e via le “preferenze”
si guardi all’uomo “intero” e con premura.
L’Italia nostra vista dal di fuori
maculata di rosso a varicella,
la UE che ci rallenta rompe i cuori
di noi che la vogliamo grande e bella.
Buona salute
Bracciano, lunedì 20 aprile 2020

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