(il Fatto Quotidiano) Papa Bergoglio non abbocca. Non gli sono piaciuti gli improvvisi slanci di fervore religioso che alcuni politici hanno esibito invocando “messa subito” per obiettivi che nulla hanno a che fare con la fede. Il suo appello alla “prudenza e all’obbedienza alle disposizioni perché l’epidemia non torni” non è stato solo un invito al buon senso, perché un atteggiamento da “liberi tutti” provocherebbe sicuramente un inasprirsi dell’epidemia. E’ stato soprattutto un segnale politico.
Da tempo Francesco rifiuta l’uso grossolano e strumentale delle religione praticato da Matteo Salvini. Quel suo mettersi a recitare la preghiera con Barbara d’Urso alla televisione con la stessa disinvoltura con cui assisteva al Papeete alle cubiste che saltellavano al suono dell’inno “Fratelli d’Italia”. Non è sfuggito al Papa che il leader della Lega, chiedendo con insistenza a inizio mese che si celebrassero le messe di Pasqua, intendeva riunire intorno a sé le forze cattoliche ultra-conservatrici tese a trovare ogni pretesto per accusare il pontefice di tradimento e disattenzione verso i fondamenti della Chiesa.
Quello che puzza, invece, al pontefice è il contesto in cui alcune forze politiche agitano la questione dei riti religiosi così come quella del lavoro o del libero movimento. Francesco ha una testa politica. E’ un aspetto della sua personalità su cui concordano tutti quelli che lo hanno visto all’opera a Buenos Aires. Francesco ha capito che da Matteo (Renzi) a Matteo (Salvini) è partita la caccia ai danni del premier Conte. Per farlo cadere. Per sostituirlo con il “Governone”. Il pentolone in cui ci sarebbero tutti, in primis i sovranisti della Lega che non possono sopportare l’idea di stare lontani dalle leve del potere. Il nome di Mario Draghi in questo disegno è solamente una foglia di fico.