Pubblichiamo una riflessione di Fabrizio Barca, di un mese fa ma sempre attuale.
Barca, presidente Forum DD (Disuguaglianze Diversità): servono linee guida stringenti da Ue per tutela minima contributiva e intervento pubblico in energia, farmaceutica, digitale.
Concertazione con la partecipazione di tutte le parti sociali per stabilire le regole per la riapertura dell’aziende, evitando di caricare gli imprenditori dell’onere dell’autocertificazione, estensione del reddito di cittadinanza eliminando tutte le condizionalità per recuperare e mettere in sicurezza la fascia sociale più disagiata. E poi linee stringenti per un politica industriale comune europea in cui il pubblico possa fare da volano per settori strategici come la farmaceutica, l’energia, le piattaforme digitali. Fabrizio Barca, economista, già ministro per la Coesione territoriale e presidente del Forum Disuguaglianze Diversità in un colloquio con ANSA2030 individua un percorso per trasformare la complessa uscita dall’emergenza provocata dal Coronavirus in un’opportunità per uno sviluppo diverso, più sostenibile e socialmente equo.
“La pratica e la teoria ci insegnano quanto breve e lungo termine siano collegati e molto di quello che sarà dipende da quello che facciamo in questo momento. La riattivazione delle imprese è rilevante e urgente: si può fare con metodo lento e burocratico facendo caricare agli imprenditori l’onere di autocertificarsi o si può fare con un metodo moderno e partecipato mettendo intorno ad un tavolo imprese, lavoratori e le amministrazioni e decidere insieme come realizzare le nuove condizioni di sicurezza” dice Barca. “Lo stesso vale per la necessità di mettere in sicurezza la fascia sociale più svantaggiata e precaria di lavoratori irregolari. Parliamo di 6 o 7 milioni di persone: si può fare usando le imprese sociali in un rapporto misto pubblico privato. Questa crisi ci ha reso evidenti i bisogni essenziali: usiamo questa carta”. Barca propone di fare ricorso a strumenti già esistenti, “il reddito di cittadinanza esteso senza condizionalità. Questo avrebbe il pregio di fare emergere le persone, lavorando poi a far diventare il più automatico possibile questo meccanismo, sulla base dei dati fiscali di ognuno. Gli strumenti ci sono, Inps, Poste con pago P.a.
Questa emergenza può servire a farci accelerare per la costituzione di una piattaforma digitale collettiva su cui l’Italia è indietro rispetto ad altri paesi”. E sul fronte di un intervento comune che vada oltre l’emergenza è necessario che anche l’Europa compia nuovi passi.
Sul fronte dei cittadini dice Barca “bisogna rendere vero quel capitolo dell’European pillar of social rights che ci ricorda come nessun lavoratore dovrebbe lavorare senza garanzie contributive. La Ue dovrebbe quindi mettere in atto subito indicazioni ‘cogenti’ su una tutela minima di base contributiva in tutti i paesi secondo i principi indicati dall’Europa”.
“Il secondo intervento è quello di definire delle linee per una politica industriale comune: l’Europa non ha mai biasimato le imprese pubbliche in quanto tali ed ora è il momento in cui il pubblico dovrebbe intervenire per tre assi industriali portanti: farmaceutico, energia, piattaforma digitale europea, settori in cui il pubblico possa tornare a fare da volano per lo sviluppo, la ricerca,l’eccellenza. In Italia le aziende che possono fare questo ci sono già: faccio l’esempio di Snam, Leonardo, Fs, Poste, Eni, Cdp”. “Serve però non un blando intervento di indirizzi ma linee cogenti”. E sul ruolo del pubblico rilegittimato da questa crisi, è necessario investire.
“Questa emergenza innanzitutto ci ha fatto riscoprire quanto sia fondamentale la p.a, la scuola, la sanità, la capacità decisionale. Facciamone tesoro e investiamoci sopra per rinnovare la pubblica amministrazione con una maggiore scommessa sulla dirigenza pubblica. Nel pubblico il turn over interessa circa 500-600 mila persone, una grande chance per rinnovare la p.a ed il nostro paese”.
(Monica Paternesi – ANSA, 22 APR)