I centri estivi veri e propri per bambini e adolescenti partiranno a giugno e solo allora potranno essere utilizzati anche altri spazi, come ludoteche, centri per famiglie, oratori e scuole.
Ci sono le date, le regole e le procedure e c’è un’idea di quali sono i soggetti e le strutture che potranno organizzare le attività per i più piccoli, restituendo loro un po’ di quella socialità che tanto è mancata in questi mesi. Sono ufficiali le linee guida del Dipartimento per le Politiche della famiglia redatte in coerenza con gli orientamenti contenuti nel documento della Società italiana di pediatria e avendo avuto come punti di riferimento le proposte elaborate della Regione Emilia-Romagna e il documento messo a punto dall’Anci e integrato dalle raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico.
Nel testo definitivo si conferma una divisione in tre punti, che rappresentano un po’ gli step della fase 2 per i più piccoli: dal mese di maggio regole chiare per l’accesso ai parchi di adolescenti e bambini anche sotto i 3 anni. Dal 18 maggio e per il periodo estivo si potranno organizzare attività per bambini sopra i 3 anni e per gli adolescenti, con la presenza di operatori, nel contesto di parchi e giardini, ma anche altri luoghi all’aperto, come le fattorie didattiche. Da giugno (e per il periodo estivo), sempre dai 3 anni e per i ragazzi si potranno organizzare attività ludico-ricreative e centri estivi, con la presenza di operatori e utilizzando anche le potenzialità di accoglienza di spazi per l’infanzia e delle scuole.
Da maggio la riapertura regolamentata di parchi e di giardini pubblici
Parchi e giardini sono accessibili a bambini e adolescenti da 0 a 17 anni, con obbligo di accompagnamento da parte di un genitore o di un altro adulto (anche non parente), in caso di bambini al di sotto dei 14 anni, fatto salvo il divieto di assembramenti e il distanziamento fisico di almeno un metro. Il gestore dello spazio dovrà mettere a disposizione personale per manutenzione e controllo periodico, pulizia e supervisione degli spazi e controllo dello stato delle diverse attrezzature con pulizia approfondita e frequente delle superfici più toccate, almeno giornaliera, con detergente neutro. Spetterà sempre al gestore verificare che tutte le persone che accedono al giardino pubblico indossino le mascherine, fatta eccezione per i bambini sotto i tre anni. Genitori o accompagnatori dovranno utilizzare, per quella fascia di età, una carrozzina, un passeggino o comunque garantire il controllo da parte dell’adulto. Bambini o adolescenti da 0 a 17 anni con patologie neuropsichiatriche, fragilità, cronicità, dovranno essere accompagnati da un adulto, che non sarà invece necessario per i ragazzi di almeno 14 anni, perché sarà sua (sotto la sorveglianza degli operatori che vigilano sull’area) la responsabilità di mantenere il distanziamento fisico.
Dal 18 maggio e per il periodo estivo
Dal 18 maggio gli enti locali interessati avranno l’opportunità di avviare percorsi per definire, sentiti i soggetti coinvolti e d’intesa con i gestori, la progettazione e l’organizzazione di attività all’aperto. I progetti potranno essere realizzati dagli enti interessati, dai soggetti gestori da questi individuati e da organizzazioni ed enti del terzo settore. Da qui in poi una serie di regole, che varranno anche a giugno per i centri estivi veri e propri. Intanto, le condizioni di salute dei bambini e degli adolescenti devono essere considerate con l’aiuto del pediatra di libera scelta, anche per segnalare la necessità di applicare eventuali misure di protezione aggiuntive. È il gestore a definire i tempi e i modi d’iscrizione dandone comunicazione “in modo pubblico e con congruo anticipo rispetto all’inizio delle attività proposte, con criteri di selezione della domanda da definirsi nel caso di domande superiori alla ricettività prevista”.
Ingressi scaglionati, triage e piccoli gruppi
All’ingresso dell’area per ogni bambino e operatore che entra in turno sarà predisposto il lavaggio delle mani con acqua e sapone o con gel igienizzante. I punti di accoglienza devono essere all’esterno o in un opportuno ingresso separato dell’area o della struttura per evitare che gli adulti accompagnatori entrino nei luoghi adibiti allo svolgimento delle attività. Ingressi e uscite saranno scaglionati di almeno 5/10 minuti. Quando possibile, è opportuno che i punti di ingresso siano differenziati dai punti di uscita, con individuazione di percorsi obbligati. l bambini dovranno igienizzarsi le mani anche una volta usciti dalla struttura prima di essere riconsegnati all’accompagnatore. Prevista anche la procedura di triage: verrà chiesto ai genitori se il figlio abbia avuto febbre, tosse, difficoltà respiratoria o se è stato male a casa. Dopo aver igienizzato le mani, sarà verifica la temperatura corporea. Le attività saranno svolte in piccoli gruppi e a seconda delle fasce di età e si sottolinea la necessità di organizzare “una pluralità di diversi spazi per lo svolgimento delle attività”. Per i bambini in età di scuola dell’infanzia (da 3 a 5 anni) è consigliato un rapporto di un adulto ogni 5 bambini, per i bambini in età di scuola primaria (da 6 ad 11 anni) di un adulto ogni 7 bambini e per gli adolescenti in età di scuola secondaria (da 12 a 17 anni) è consigliato un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti. Nel caso di bambini ed adolescenti con disabilità, bisognerà creare le condizioni per avere un operatore per ogni bambino.
Pulizia e formazione del personale
Oltre alle normali misure di igiene (lavarsi frequentemente le mani in modo non frettoloso, non tossire o starnutire senza protezione, mantenere il distanziamento fisico di almeno un metro dalle altre persone, non toccarsi il viso con le mani), le operazioni di pulizia approfondita dei materiali devono essere svolte di frequente (almeno una volta al giorno) sulle superfici più toccate. Particolare attenzione deve essere rivolta all’utilizzo corretto delle mascherine. Oltre alla verifica dei requisiti di formazione, dovrà essere previsto un numero di operatori supplenti disponibili in caso di necessità. In via complementare, si consiglia il coinvolgimento di operatori volontari, opportunamente formati sui temi della prevenzione al Covid-19. Viene confermata la necessità di avere sempre lo stesso educatore per ogni piccolo gruppo di bambini per consentire l’eventuale tracciamento di potenziali casi di contagio. Saranno pulite frequentemente attrezzature e oggetti utilizzati per le attività e si laveranno le mani ogni volta che si cambierà attività, dopo l’utilizzo dei servizi igienici e prima dell’eventuale consumo di pasti.
Da giugno e per il periodo estivo
Stesse regole dal punto di vista dell’acceso alle strutture e del rapporto numerico tra ragazzi o bambini ed educatori anche per l’apertura dei veri e propri centri estivi, prevista dal mese di giugno e per tutto il periodo estivo, sempre per i piccoli sopra i tre anni e gli adolescenti. I gestori dell’attività dovranno elaborare uno specifico progetto da sottoporre preventivamente all’approvazione del Comune e, per quanto di competenza, delle autorità sanitarie locali. Dovranno essere previsti criteri di priorità per assicurare il sostegno ai bisogni delle famiglie con un bambino o adolescente disabile o con maggiori difficoltà nella conciliazione fra cura e lavoro (per esempio situazioni con entrambi i genitori lavoratori, nuclei familiari monoparentali, incompatibilità del lavoro dei genitori con lo smart-working, condizioni di fragilità). Anche in strutture diverse di centri estivi è necessaria l’organizzazione di una pluralità di diversi spazi per lo svolgimento delle attività programmate in piccoli gruppi. In caso di attività in spazi chiusi, è raccomandata l’aerazione abbondante dei locali, con il ricambio di aria che deve essere frequente ed è consigliato di tenere le finestre aperte per la maggior parte del tempo.
(Il Fatto Quotidiano)