Il piano da 500 miliardi di euro, partorito dall’asse Parigi-Berlino e che la commissione Ue adesso dovrà trasformare in una sua proposta dovrà essere discussa, accettata dai 27 Paesi dell’Ue e fatta propria dalla commissione
Il piano da 500 miliardi di euro, partorito dall’asse Parigi-Berlino e che la commissione Ue adesso dovrà trasformare in una sua proposta, ha un impianto solidaristico ma non come quello degli eurobond, cioè non garantisce al 100%, a livello europeo, il pagamento dell’ammontare ricevuto e degli interessi. Si tratta comunque di una proposta che dovrà essere discussa, accettata dai 27 Paesi dell’Ue e fatta propria dalla commissione. Vediamola un po’ piu’ nel dettaglio.
Il fondo ideato da Francia e Germania potrà trasmettere risorse fino a 500 miliardi di euro ai “settori e alle regioni più colpite” dal coronavirus, “sulla base dei programmi di bilancio dell’Unione europea e in linea con le priorità europee”.
In questo senso viene incontro alle richieste di Italia e Spagna, che sono i Paesi che riceveranno piu’ aiuti, non sotto forma di prestiti, come volevano i Paesi del Nord Europa, ma sotto forma di dotazioni, o trasferimenti.
Questi soldi verranno raccolti attraverso l’emissione di bond emessi a livello europeo, che dunque potranno essere comprati anche la Bce, fino a un limite del 50% dell’emissione. I soldi non verranno prestati ma trasferiti, probabilmente a partire dal 2021, ai Paesi più colpiti dal coronavirus.
La copertura di queste dotazioni, cioè la loro restituzione, come avverrà? Sarà garantita dal bilancio Ue, che, in gran parte, è assicurato da Paesi come la Germania.
Berlino dunque riceverà molto meno di quanto verserà, mentre Italia e Spagna riceveranno sicuramente piu’ di quello che pagheranno. Tuttavia i Paesi beneficiari dovranno in parte contribuire ai soldi ricevuti, versando negli anni piu’ contributi al bilancio Ue. Le percentuali di tutto questo do ut des non sono ancora state ancora messe nero su bianco.
“Faccio un esempio – spiega un analista – se l’Italia, per esempio, dovesse ricevere 100 miliardi dal fondo, nei prossimi 20 anni aumenterà il proprio contributo al bilancio Ue di 2-3 miliardi l’anno. Ora 3 miliardi per 20 anni fanno 60 miliardi, cioè 40 miliardi in meno dei 100 miliardi ricevuti. In pratica il fondo funziona in base a un principio di solidarietà che pero’ non e’ solidarietà al 100%. Ora la commissione dovrà fare la sua proposta e vedremo se si allineerà a quella franco-tedesca o meno”.
(Agi)