23 Dicembre, 2024
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Profughi. La Ue «richiama» Malta. Sos per altri barconi

Bruxelles: «Più solidarietà tra Paesi, ma La Valletta non può sottrarsi agli obblighi». Timori per tre gommoni tra le acque libiche e la Sar maltese

Il caso Malta arriva a Bruxelles, tra le richieste de La Valletta e le proteste delle organizzazioni umanitarie.

La Commissione Europea è «pronta a rispondere molto rapidamente alle richieste di aiuto» degli Stati membri in materia di gestione dei flussi migratori. «Come sempre, siamo pronti a coordinare gli sforzi di ricollocamento, una volta avvenuto lo sbarco dei migranti». Lo dice una portavoce della Commissione Europea, dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri maltese Evarist Bartolo, secondo il quale La Valletta è stata lasciata sola a gestire flussi migratori dal Nordafrica, in constante forte aumento. Nelle ultime ore si sono perse le tracce di un barcone con 85 migranti, segnalato ieri mattina alla deriva in acque libiche. Silenzio anche su altri due gommoni che nei giorni scorsi sarebbero stati intercettati da navi private maltesi. Da una di queste è stata disposta un’evacuazione medica verso Lampedusa. Ma neanche da Roma arrivano informazioni più precise sulla sorte dei profughi.

Il ministro Bartolo nella sua nota non aveva citato i respingimenti illegali e neanche gli episodi che hanno visto le forze armate dell’isola rifiutarsi di soccorrere i profughi e spingerli in direzione dell’Italia.

«Stiamo facendo tutto quello che è in nostro potere per alleviare la situazione nel Mediterraneo Centrale – continua la portavoce Ue – malgrado le difficoltà provocate dall’epidemia di coronavirus, che riconosciamo, ci aspettiamo che gli Stati membri rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto dell’Ue e internazionale». Dal canto suo Bartolo lascia intendere di non voler cambiare linea: «Non diventeremo il Centro di crisi dell’Europa».

In una lettera alla Commissione europea tre organizzazioni maltesi, tra cui il Jesuit Refugee Service di Malta, hanno dichiarato di «non essere a conoscenza di alcuno sforzo da parte delle autorità per identificare le persone con vulnerabilità o minori non accompagnati confinati su alcune barche turistiche per il periodo di quarantena: Nessuno a bordo ha accesso ad avvocati, a interpreti o all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati».

Secondo l’organizzazione Human Right Watch, che ha dedicato un nuovo report a Malta e alle rivelazioni giornalistiche di questi giorni, La Valletta usa il tema migranti e le navi–quarantena per ricattare i partner europei.

«Il governo maltese tiene prigioniere queste persone su traghetti turistici in condizioni misere per settimane per fare pressione su altri paesi dell’Ue affinché partecipino alla redistribuzione», ha dichiarato Judith Sunderland, vice direttore per l’Europa e l’Asia centrale di Human Rights Watch. «Le richieste, in parte giustificate, per la mancanza di un’equa condivisione delle responsabilità – ha aggiunto – non possono giustificare questo comportamento vergognoso».

(Avvenire)

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