Il 9 giugno suona l’ultima campanella (virtuale, s’intende) dell’anno scolastico, ma non per tutti sono in programma tuffi al mare, trekking in montagna e passeggiate in città d’arte.
A rimanere ” al chiodo”, in maniera totalmente volontaria e non retribuita, dopo tre mesi di didattica a distanza, sarà
un esercito di almeno 350 docenti delle scuole elementari, medie e superiori, pronti a impartire lezioni extra agli alunni. Lo scopo? Fargli recuperare le lacune, prepararli alle classi successive, intrattenerli con attività ludico- didattiche.
Magari, anche in inglese, in francese o in spagnolo, dato che di settimane- studio fuori dall’Italia per il momento non se ne parla.
Così, per esempio, all’istituto comprensivo Manin, a Monti, “sono in fase di definizione attività di robotica per i più piccoli e compiti-virtuali per i ragazzi delle medie, che dovranno seguire delle tracce date dagli insegnanti per raccontare le proprie avventure estive”, spiega la docente Rita Arseni. Laboratori di cucina, orto a casa, teatro e ” lettoscrittura” sono le attività scelte per l’estate dall’agrario Sereni, con doppia sede nella periferia romana (Bufalotta e Prenestina). ” E grazie alla disponibilità dei docenti e dei tecnici – spiega la preside, Patrizia Marini – faremo dei corsi di supporto per tutti gli alunni e, per primi, per i ragazzi diversamente abili”.
E ancora: al liceo Kennedy, tra Monteverde Vecchio e Trastevere, alle spalle del Miur, “nessuno verrà lasciato indietro”, promette la preside, Lidia Cangemi, da giorni alle prese con la realizzazione di aule all’aperto per gli esami di maturità e per il rientro in classe a settembre. Stessa cosa anche al liceo classico Albertelli: ” proseguiremo con le videolezioni anche dopo la fine della scuola – spiega Daniele C., studente – . Continueremo il programma, ci toglieremo alcuni dubbi, faremo dei ripassi collettivi “.
E al liceo Pascal di Pomezia, i prof- volontari non festeggeranno la fine della scuola: “I nostri docenti ci aiuteranno a lavorare sui collegamenti in vista degli esami di maturità”, raccontano gli studenti. E qualcuno, al netto dei programmi ridotti, ha già chiesto un supporto per l’ammissione all’università. Sì, perché ” dal Cannizzaro al Kant, passando per il liceo Visconti, gli alunni sono indietro coi programmi, anche nelle materie d’indirizzo”, spiegano allarmati dalla Rete degli studenti medi del Lazio.
Come conferma Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, “con una media di sole tre ore al giorno di didattica alternativa a distanza, al netto di casi virtuosi, la qualità complessiva delle lezioni e degli approfondimenti non è stata e non è di alto livello”. Si parla, d’altronde, di lezioni mediamente molto brevi: ” dai 20/ 25 minuti della prima elementare ai 45/ 50 della quinta elementare, mentre per le medie la durata di una lezione è di 50 minuti circa, e per le superiori di un’ora ” , chiarisce Alfonso Benevento, responsabile digitale di Anp Lazio.
Conti alla mano, dunque, i ragazzi delle medie e delle superiori hanno perso oltre 170 ore di lezione, quelli delle elementari circa 350.
” Per questo ringraziamo gli oltre 300 docenti volontari che supporteranno i nostri studenti – conclude Rusconi – . E chissà che il numero non aumenti: lo fanno per passione e amore nei confronti dell’insegnamento”.
(La Repubblica)