L’ex generale alla testa dei Gilet arancioni a Piazza del Popolo a Roma:
“Mussolini ha fatto la marcia su Roma e non lo ha fermato nessuno, a noi ci stanno fermando i pullman in strada per non farci manifestare”
“Io non conto niente, è il popolo che comanda. Popolo, uscite dal guscio, scendete in piazza, ribellatevi. Noi siamo qui per votare subito un nuovo Parlamento e chiediamo una nostra moneta nazionale”. A parlare così è l’ex generale Antonio Pappalardo, che dal palco della manifestazione allestita a piazza del Popolo a Roma si è rivolto alle centinaia di partecipanti. “Abbracciatevi tutti. Dice che se vi abbracciate potete prendere il coronavirus, vediamo se viene. Me li curo da me i polmoni, già ci sono ricoveri delle persone per aver indossato la mascherina troppo tempo. Ci sono 7 virologi che hanno inviato una diffida al governo”.
Ancora: “Ci hanno costretto a vivere come reclusi nelle nostre abitazioni.
In 42 anni di servizio non ho mai visto tanti uomini delle forze dell’ordine in strada. Mussolini ha fatto la marcia su Roma e non lo ha fermato nessuno, a noi ci stanno fermando i pullman in strada per non farci manifestare. Noi siamo il popolo, non siamo né di destra né di sinistra“.
Saltano anche in Piazza del Popolo le regole previste per il distanziamento sociale teso ad evitare il contagio da Covid-19. Alla manifestazione romana dei gilet arancioni alcune centinaia di persone sono assembrate una affianco all’altra sotto al palco attrezzato su un camion, molte di loro non indossano la mascherina ne’ rispettano il metro di distanza.
“Il virus non esiste, lo ha detto anche quel professore in tv l’altra sera, c’è stato ma ora non c’è più”, afferma una manifestante.
In mattinata alcune centinaia di persone si sono radunate al grido “libertà”, che hanno intonato anche cori di insulti contro il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, inviti a dimettersi al premier Giuseppe Conte e parole di scherno anche contro la stampa. “Siete venduti, protestiamo contro il sistema capitalistico liberale, siete dei bastardi”, le parole rivolte ad alcuni.
(Agi)