Tre milioni di euro per far cadere il governo Prodi,
opachi contatti con esponenti di camorra,
il giro di soldi che ruotava intorno ai finanziamenti all’Avanti
e, prima ancora, l’obliquo scoop che rivelò al mondo la crociera del pentito di mafia Tommaso Buscetta.
Giornalista e parlamentare, passato da Italia dei Valori al Pdl, Sergio De Gregorio finisce nuovamente nei guai per un giro di estorsioni, riciclaggio e autoriciclaggio che ha per base alcuni locali del centro di Roma.
Arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Roma e condotto in carcere
insieme con altre 4 persone, De Gregorio sarebbe il perno di una serie di società di comodo, create apposta per nascondere un fiume di denaro che sarebbe passato anche attraverso i conti di un’azienda le cui disponibilità sono state bloccate. Il sequestro ammonta a 470 mila euro e riguarda in totale 5 società.
L’ottava misura cautelare degli arresti domiciliari riguarda il romano Corrado Di Stefano, da tempo residente all’estero e al momento irreperibile.
Tra le vittime dell’estorsione i titolari di un bar in via Chiana e uno in via Flavia. I proventi sarebbero poi stati investiti nelle società, la Apron, la Italia Global Service, Pianeta Italia, Ittica italiana e Italia Comunicazione che gestisce il magazine online Pianeta Italia News.
Le indagini sono partite dalla denuncia del titolare dei bar di via Chiana che ha raccontato di aver subito una richiesta indebita di denaro per 80 mila euro. I riscontri con intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’estorsione. Il gruppo avrebbe minacciato la vittima di far apporre i sigilli al locale.
Nell’inchiesta è coinvolto anche Pietro Schena, considerato il braccio destro di De Gregorio. Sarebbe stato lui a inviare presso il bar come emissari i due militari della Marina.
La vicenda del bar di via Flavia ruota intorno alla cessione del locale con una clausola capestro per l’acquirente cui sono seguite minacce che hanno indotto la vittima a mollare. “Mi hanno minacciato – ha raccontato l’acquirente- mi hanno aspettato sotto casa, così ho deciso di mollare tutto e andare via”.
Disinvolto, spregiudicato, con una rete di relazioni estesa anche nel mondo dei servizi segreti, De Gregorio si ritrova di nuovo al centro di una vicenda giudiziaria disvelata dalle indagini della Dda di Roma. Conscio delle indagini avrebbe anche cercato e raccomandato ai presunti complici di far sparire ogni traccia.
“Punto di riferimento indiscusso, lo stratega del gruppo, sempre pronto a ‘sistemare’ le cose”, scrive di lui il gip di Roma, Antonella Minunni, nell’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal procuratore Michele Prestipino, dall’aggiuto Ilaria Calò e dal pm Francesco Minisci. “E’ lui che risolve le questioni sorte all’interno del gruppo – continua il giudice – e che suggerisce ogni volta le strategie difensive, è recidivo,avendo riportato, tra l’altro, condanne per corruzione in atto contrario ai doveri d’ufficio. Ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale”.
Il gruppo, sempre attraverso le operazioni svolte dalla commercialista, progettava anche la realizzazione di un’azienda ittica in Portogallo.
In passato per indagini analoghe in odore di camorra era finito in una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Alla ribalta della cronaca per il suo cambio di casacca in occasione della caduta del governo Prodi a gennaio 2008,
tornò lungamente a far parlare di sé quando rivelò di avere intascato due milioni in nero da Silvio Berlusconi per passare dalla sua parte e un altro milione di euro come finanziamento alla sua fondazione politica. Tentò anche un’attività di scouting tra i parlamentari pronti a compiere il grande passo. Uno di questi registrò il colloquio incastrandolo. In quella occasione, stando alle rivelazioni di De Gregorio, aveva avuto una disponibilità di 5 milioni di euro per corrompere il parlamentare. I soldi, ha detto De Gregorio, gli arrivavano direttamente da Silvio Berlusconi.
Per quella vicenda fu anche condannato beneficiando della prescrizione.
Dopo una richiesta di arresto respinta, fu invece lui a costituirsi beneficiando dei domiciliari. Oggi, per la prima volta, ha varcato la soglia di un carcere, venerdì l’interrogatorio di garanzia.
(La Repubblica)