Il primo test che verrà fatto sul rientro a scuola, chiusa a causa del Covid, è quello degli esami di Stato, a partire dal 17 giugno:
a dirlo stasera alla Camera è stato Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico istituito presso il dipartimento della Protezione civile, intervenuto sulle modalità di ripresa delle attività didattiche nel prossimo anno scolastico in commissione Istruzione e Cultura. Miozzo ha difeso la scelta di tenere chiuse le scuole: «l’R con T sarebbe schizzato se fossero state riaperte a maggio» e d’altra parte «i paesi che hanno riaperto – come Germania, Francia e Israele – hanno visto pochi giorni dopo la riapertura focolai epidemici che hanno imposto la richiusura delle scuole». Ora il livello di rischio – ha spiegato – va medio basso a medio alto. Per questo il Cts, per la prova orale di maturità, ha suggerito una serie di misure che vanno dalla gestione degli spazi, alle procedure di igiene individuali, all’uso di mascherine da parte di docenti, studenti e operatori.
L’accesso a scuola verrà inibito a coloro che avranno febbre superiore a 37,5 e che dichiarano di essere stati in contatto con soggetti in quarantena o in isolamento domiciliare.
«Abbiamo pensato a percorsi dedicati di entrata e uscita se disponibili. Non è necessaria la rilevazione temperatura all’ingresso ma basta l’autocertificazione e non è necessario l’uso dei guanti», ha aggiunto Miozzo. I ragazzi disabili possono essere esonerati dall’esame in presenza. Oggi anche il ministro della Salute Roberto Speranza ha assicurato che il governo è al lavoro «per garantire la riapertura in piena sicurezza di tutte le scuole a partire da settembre: questa riapertura è la priorità assoluta su cui concentrare attenzione e risorse». Sono tre, ha poi spiegato stasera alla Camera il coordinatore del Cts, i principi cardine condivisi dalla comunità scientifica per ridurre il rischio di contagio: il distanziamento – per l’Italia non inferiore al metro, ma in altri Paesi è anche di due metri -; l’utilizzo della mascherina, come barriera difensiva e protettiva e l’igiene delle persone e degli ambienti. Su questi cardini quindi il Comitato ha dato indicazioni al Ministero dell’Istruzione per la riapertura delle scuole a settembre, sempre «pronto a rivedere, rileggere e riorientare le indicazioni che abbiamo dato» qualora lo scenario dovesse cambiare.
Tra gli altri consigli, il differenziamento dell’inizio delle lezioni, l’ingresso e l’uscita diversi ove possibile per evitare gli assembramenti; ridurre al minimo la presenza di genitori e soggetti estranei nelle scuole; rimodulazione delle aule per assicurare 1 metro di distanziamento; privilegiare gli spazi esterni, utilizzo di mascherina per chi ha più di 6 anni. I casi di contagio che hanno interessato i minori in Italia, sono stati 4.564 pari a 1,9%, la maggior parte ha riguardato la fascia d’età dai 7 ai 17 anni. Un gran numero di questi casi sono stati gestiti a domicilio: un centinaio in ospedale e 4 sono stati i deceduti, tutti bambini molto piccoli. Il trend dell’epidemia attualmente lo definiamo «ottimisticamente positivo, non ci consente di abbassare la guardia, focolai importanti ci sono. I numeri della pandemia nel mondo sono sconvolgenti», ha concluso Miozzo. L’audizione è stata brevemente interrotta per una protesta del deputato Vittorio Sgarbi che si rifiutava di indossare la mascherina.
(Il Messaggero)