26 Dicembre, 2024
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M5s alla resa dei conti sul congresso. Scontro Grillo-Di Battista

M5s alla resa dei conti sul congresso. Scontro Grillo-Di Battista

Il Movimento si spacca. Interviene il fondatore: “C’è chi vive ne ‘Il giorno della marmotta’.

Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavo di aver visto tutto”.

Di Battista frena il premier: “Si deve iscrivere al Movimento. Chi è contrario spieghi il perché”. E anche Buffagni avvisa Conte: “Non so se gli conviene entrare nella palude della gestione di una lista”

“Chiedo il prima possibile un congresso del Movimento 5 stelle in cui tutte le anime del Movimento possano dire la loro per costruire un’agenda politica. Così vedremo chi vince”. Lo ha detto Alessandro Di Battista intervistato a Mezz’ora in più, su Rai 3. Se Conte vuole fare il leader del Movimento “si deve iscrivere al M5s e partecipare al prossimo congresso”, aggiunge Di Battista.

Ma Beppe Grillo non sembra essere della stessa opinione: “Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavo di aver visto tutto…ma ecco l’assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film ‘Il giorno della marmotta’”.

Le tesi di Di Battista

“Ho fiducia nel presidente del Consiglio, non deve temere picconature da parte mia“. “In questo momento il governo va sostenuto e il modo migliore è fare in modo che il Movimento 5 Stelle si rafforzi: le cose migliori il M5s le ha fatte nei primi sei mesi di questa legislatura e le ha potute fare perché era forte”, ha aggiunto Di Battista.

Poi il Mes. “Nessun esponente del Movimento con cui ho parlato in queste settimane mi sta dicendo questo. Io non sto in Parlamento, ma nessuno mi ha mai detto che ha intenzione di attivare il Mes e, ad oggi, nessun Paese lo ha richiesto”

Quanto a Fca, Di Battista ha commentato: “Gli Elkann si comportano come una famiglia reale e avendo fatto politica una famiglia del genere non può possedere 15 giornali. La Fiat dal dopoguerra in poi ha utilizzato il ricatto occupazionale per ottenere aiuti di stato. Multinazionali cosi’ importanti che hanno potere politico non dovrebbero possedere tutti quei giornali”. “Dovrebbe esistere una legge sul conflitto di interessi che sembra dimenticata. Non è facile con alcuni partiti politici, ma questa legge la attendiamo da 25 anni, non da due”, ha aggiunto.

Infine, l’esponente 5stelle è intevenuto sul caso Giulio Regeni. “Il governo M5s-Pd ha venduto armi all’Egitto. E io sono fermamente contrario. Se Regeni fosse nato a Washington o Parigi già sarebbero saltate alcune teste nei servizi segreti egiziani”.

Le parole di Buffagni

“Credo che serva un cambio di passo del governo perché lo impone la situazione economica e la situazione del paese”. Così il vice ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, a In Mezz’Ora in più. “Essere molto più concreti, veloci nell’annunciare ma anche concreti nel realizzare”. Poi, aggiunge: “Un partito di Giuseppe Conte? Lo chieda a lui. Non so se gli conviene entrare nella palude della gestione di un partito”.

Il M5s conferma il no al Mes

Ancora poche settimane di pazienza e si conoscerà la posizione dell’Italia sul ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità: il ministro degli Affari Europei ha già fatto sapere che sarà il Parlamento a valutare dati alla mano nel mese di luglio, ma intanto crescono le pressioni su Giuseppe Conte e sull’esecutivo perche’ sia “sciolta la riserva”.

Il Partito democratico, prima con Nicola Zingaretti e poi con tutto il gruppo dirigente, ha spiegato di ritenere imprescindibile il ricorso allo strumento europeo per risollevare le sorti della sanità pubblica. Stessa posizione da Italia Viva. È, tuttavia, il Movimento 5 stelle a opporre le maggiori resistenze: l’ipotesi di ricorrere allo strumento divide i gruppi parlamentari, con i governisti a chiedere di non farne una “crociata” e i duri e puri che mantengono la linea del ‘No’ secco. “La nostra posizione non è cambiata”, fanno sapere dai vertici del Movimento mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, smentisce di aver imboccato una linea “aperturista” nei confronti del Mes.

Il ministro Di Maio ha sempre ribadito la necessità di puntare sul recovery fund,

con tempistiche certe, in modo da poter utilizzare le risorse il prima possibile. Non è peraltro mai stato affrontato il tema Mes in ambito governativo alla presenza del ministro Di Maio che continua a considerarlo uno strumento anacronistico e inadeguato alle risposte da dare al Paese in questo difficile momento di crisi”, fanno sapere dallo staff del titolare della Farnesina.

(Agi)

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