23 Novembre, 2024
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Firenze, denuncia la mancanza di dispostivi di protezione nel suo ospedale: sindacalista Asl licenziato in tronco dopo servizio del Tg2

Negli ultimi mesi aveva denunciato a più riprese l’assenza di dispositivi individuali e l’inadeguatezza delle mascherine all’ospedale San Giovanni di Dio Torregalli di Firenze.

Accuse di mala gestione rivolte alla Asl Toscana Centro, e ripetute da un dipendente anonimo della struttura al Tg2 del 17 aprile, che sono costate all’operatore sanitario e sindacalista Rsu della Cisl il licenziamento in tronco. La vicenda è stata denunciata dal segretario generale della Cisl Funzione Pubblica, Maurizio Petriccioli, che chiede il reintegro immediato del lavoratore parlando di “azione vergognosa, antisindacale ed arbitraria, fondata esclusivamente sul sospetto”. Anche la segretaria generale Cisl, Anna Maria Furlan, in un tweet è sulla stessa linea: “L’azienda ritiri questo provvedimento immotivato nei confronti di chi rappresenta e difende i propri colleghi in prima linea in queste settimane contro il Covid”. Il sindacalista, che al momento preferisce non esporsi, ha sempre negato di essere stato lui a fare quelle dichiarazioni in tv. Dalla Asl Toscana centro invece per il momento non è arrivata alcuna replica.

Sulla vicenda si butta a capofitto tutto il centrodestra.

Matteo Salvini dice che “se fosse successo in una regione governata dalla Lega sarebbe scoppiato il putiferio”

e poi sfrutta l’occasione per fare campagna elettorale in vista delle regionali di settembre: “Solidarietà al dipendente censurato. In Toscana è arrivato il momento di cambiare aria” twitta il leader del Carroccio.

Maurizio Gasparri, invece accusa la Asl di licenziamento “sovietico e inaccettabile”

annunciando un’interrogazione ai ministri di Salute e Lavoro mentre di “provvedimento in perfetto metodo stalinista” parla anche il segretario toscano di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, secondo cui il governatore Rossi e il Pd “ancora una volta si comportano come dei veri censori: come sempre non tollerano la verità”.

L’operatore socio sanitario lavorava all’ospedale Torregalli, tra Firenze e Scandicci, e nelle settimane dell’emergenza Covid-19, anche in ragione del suo ruolo di Rsu sindacale, aveva denunciato a più riprese l’assenza di protezioni individuali, le mascherine non adatte per lavorare in corsia – FFP2 al posto delle FFP3 – e di altro materiale come le tute e le visiere. Poi il 17 aprile, il Tg2 delle 20.30 diretto da Gennaro Sangiuliano aveva mandato in onda un servizio in cui un operatore sanitario anonimo aveva denunciato la gravità della situazione nell’ospedale: “I dirigenti non sono stati all’altezza – aveva detto – il Torregalli è composto da tre ‘ali’ e sono riusciti a mettere pazienti Covid positivi in tutte e tre le diverse zone, non creando un percorso ‘pulito-sporco’. Così tutti i pazienti passano dappertutto”. Il cronista del Tg2 aveva anche riferito che, secondo altre testimonianze, la gestione dell’ospedale era stata buona ricavando 16 posti letto in più tutti dedicati ai pazienti Covid. Dopo il servizio, accusa la Cisl, il sindacalista che aveva sempre denunciato la situazione è stato licenziato perché la Asl lo avrebbe identificato nell’operatore anonimo che aveva rilasciato le dichiarazioni al Tg2. Lui, però, ha sempre smentito.

Non è la prima volta che la Asl Toscana Centro e la Regione si scontrano con il Tg diretto dal giornalista in quota Lega Sangiuliano.

Proprio in quel periodo, secondo molti per fare da contralto alle inchieste e alla gestione delle Rsa in Lombardia, il Tg2 aveva mandato in onda una serie di servizi in cui veniva denunciata la malagestione delle strutture per anziani anche nelle regioni “rosse” d’Italia come la Toscana. In quel periodo il Tg2 aveva trasmesso otto servizi su altrettante Rsa toscane e il governatore Enrico Rossi il 17 aprile, lo stesso giorno del servizio su Torregalli, aveva mandato una lettera di lamentele ai vertici Rai e alla Commissione di Vigilanza in cui si lamentava della “dose di superficialità nel confezionamento dei servizi, dalla scelta degli interlocutori alle parole allusive utilizzate, alle tecniche di montaggio fino alla presentazione di dati completi o inesatti, a partire dal numero non veritiero di decessi”. Rossi poi si era lamentato anche di non essere mai stato interpellato per una replica. “Questo è un tentativo di censura bello e buono” aveva fatto sapere il direttore Sangiuliano. Nei giorni scorsi è arrivato il licenziamento del sindacalista.

(Il Fatto Quotidiano)

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