20 Luglio, 2024
spot_imgspot_img

Usa, scoperti assegni anti-Covid per 1,4 miliardi spediti a defunti

Il Watchdog del Congresso denuncia nuovi sprechi nei programmi di soccorsi contro la crisi da pandemia

Uno scandalo da 1,4 miliardi di dollari scuote i programmi di aiuti anti-pandemia americani. Il Government Accountability Office, organismo indipendente del Congresso che ha mandato di controllo e supervisione delle leggi di spesa approvate, ha scoperto che circa 1,1 milioni di assegni una tantum di sostegno al reddito, fino a 1.200 dollari a persona e 2.400 per coppia, con 500 dollari aggiuntivi per figli minorenni, sono stati spediti a persone scomparse.

Un programma da 270 miliardi

La vicenda può apparire relativamente minore quando paragonata all’esborso totale di 270 miliardi generato dal piano di aiuti alle famiglie, noto come stimulus checks e gestito a primavera in tempi rapidi dal Tesoro assieme al Fisco federale. Ma alimenta le polemiche su sprechi, irregolarità, inefficienze e incompetenza di una amministrazione Trump sotto assedio per la risposta alla pandemia, in questo caso per strategie di aiuti già scosse da intoppi in particolare nei soccorsi alle piccole aziende. Quegli aiuti sono troppo spesso finiti in tasca a imprese di notevoli dimensioni e che non ne avevano in realtà bisogno.

A rischio truffa anche aiuti alle piccole imprese

Lo stesso Gao ha affermato che tutti 670 miliardi del cosiddetto Paychek Protection Program (PPP), aiuti a perdere alle Pmi a rischio di fallimento a condizione che venissero usati in buona parte per continuare a pagare i dipendenti, sono a “significativo rischio” di truffa e irregolarità per carenza di regole e maccanismi di protezione. Un’area di abusi è stata identificata tra chi avrebbe ricevuto sia i soccorsi PPP che assegni di disoccupazione. In tutto il Congresso ha stanziato finora 2.600 miliardi di soccorsi e un nuovo pacchetto è in discussione, anche se i repubblicani resistono l’idea di altri interventi di welfare.

Ambiguità legali e scarsi controlli

Il rapporto del Gao sottolinea le “difficoltà incontrate nel consegnare i pagamenti, addizionali rischi legati a versamenti impropri e individui che non ne avevano diritto, quali i deceduti, e truffa”. Nella fretta e per una serie di ambiguità legali, il Fisco non ha confrontato gli assegni con il registro federale dei decessi, una prassi altrimenti normale. La mancata verifica è avvenuta per le prime tre tranche di assegni inviati. Ma è stata una mancanza cosciente: gli avvocati del Fisco avevano in realtà determinato che l’agenzia delle entrate non aveva l’autorità per negare i pagamenti a chiunque avesse presentato la dichiarazione dei redditi per il 2019 o il 2018, anche nel caso fossero nel frattempo venuti a mancare.

Restituire i soldi

Il Gao ha ora raccomandato al Fisco di contattare di tutti coloro che non avrebbe avuto diritto agli assegni per fornire istruzioni su come restituire i pagamenti. Non à stato chiarito però come si comporterà nel caso dei defunti o dei loro familiari. Il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin aveva in passato suggerito che i parenti di defunti rispedissero indietro gli assegni.

(Il Sole24Ore)

 

Ultimi articoli