Secondo le indagini il gruppo San Donato, che controlla l’ospedale fondato da Don Verzè, si faceva rimborsare i medicinali a prezzo pieno omettendo di indicare gli sconti ottenuti dalle case farmaceutiche.
L’anno scorso ha restituito al Pirellone i 10 milioni contestati. Bedin si era dimesso nel 2017, nel 2018 ha fondato Lifenet Healthcare e a maggio è stato designato da Cdp alla presidenza della società dei metanodotti
Solo dieci giorni fa l’assemblea degli azionisti di Snam l’ha nominato presidente, su indicazione dell’azionista pubblico Cdp Reti. Ora emerge che Nicola Bedin, ex amministratore delegato e “risanatore” dell’ospedale San Raffaele dopo il crac per il quale sono stati condannati Pierangelo Daccò e, per corruzione, l’ex governatore Roberto Formigoni, è tra gli 11 indagati per una truffa da 10 milioni di euro allaRegione Lombardia attraverso la vendita di farmaci.
Gli altri indagati sono otto amministratori e responsabili commerciali di cinque case farmaceutiche
-Mylan spa, Abbvie, Novartis, Eli Lilly Italia e Bayer – oltre a Massimo Stefanato, ai tempi rappresentante del’ufficio acquisti del San Raffaele, e Mario Giacomo Cavallazzi allora responsabile dei servizi di farmacia di diversi ospedali del Gruppo San Donato che dal 2012 controlla l’ospedale che fu fondato da Don Verzè.
Secondo le indagini coordinate dal pm di Milano Paolo Storari le case farmaceutiche avrebbero venduto a 9 ospedali del Gruppo San Donato farmaci che lo stesso gruppo, che lo scorso 3 dicembre ha risarcito i 10 milioni al Pirellone, si sarebbe fatto rimborsare dalla Regione a prezzo pieno omettendo di indicare gli sconti praticati sul prezzo (dal 2 al 20 per cento) in seguito ad accordi informalilegati al raggiungimento di determinati volumi di acquisti. Per la vicenda, sempre a dicembre, Stefanato e Cavallazzi finirono ai domiciliari.
Bedin, classe 77, ex Mediobanca, era stato chiamato da Giuseppe Rotelli a guidare il gruppo nel 2005, a soli 28 anni.
Nel 2012 è diventato anche ad del San Raffaele, appena acquisito da Rotelli. Dal 2015 è stato inoltre amministratore delegato dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Si è dimesso nel 2017 e nel 2018 ha fondato Lifenet Healthcare, gruppo sanitario con 10 strutture site in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Considerato in buoni rapporti con Davide Casaleggio per aver partecipato ad aprile 2017 a Sum #1, il meeting organizzato per ricordare Gianroberto Casaleggio, lo scorso 29 maggio è stato designato da Cassa depositi e prestiti come presidente di Snam, la società dei metanodotti controllata da Cdp Reti.
Durante il coronavirus il gruppo, con la consulenza del virologo Roberto Burioni, ha offerto alle aziende un servizio che consisteva nella fornitura di “indicazioni e linee guida per riprendere l’attività aziendale in sicurezza”.
All’inizio di giugno L’Espresso ha ventilato un conflitto di interessi perché tra i gruppi che avevano sottoscritto un contratto con Lifenet c’era anche Snam. Il giorno della pubblicazione dell’articolo sul sito del settimanale, Bedin ha chiesto ai dirigenti di Snam di “cessare anticipatamente con efficacia immediata il contratto” per “ragioni di opportunità legate al non voler sovrapporre,anche solo in via potenziale, il mio ruolo di ad e socio di Lifenet con quello di presidente di Snam”.
(Il fatto Quotidiano)