27 Novembre, 2024
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Le librerie sono in crisi: 8 su 10 in difficoltà con i pagamenti

Una ricerca dell’Associazione Librai Italiani, che aderisce a Confcommercio, indica che il settore soffre gli effetti del coronavirus.

Oltre il 70% ha adottato la cassa integrazione e il 60% ha ridotto il personale o prevede di farlo.

Le librerie italiane (3.670 con oltre 11 mila addetti) sono state duramente colpite dall’emergenza sanitaria: oltre il 90% ha segnalato un peggioramento dell’andamento economico della propria attività e oltre l’84% è in difficoltà nel riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario (pagare i propri dipendenti, saldare bollette e affitti, sostenere gli oneri contributivi e fiscali). Emerge dall’Osservatorio Ali 2020, realizzata da Ali – Associazione Librai Italiani, che aderisce a Confcommercio, in collaborazione con l’istituto demoscopico Format Research.

Secondo l’Ali, i momenti più duri della crisi saranno a ridosso dell’estate: oltre il 70% delle librerie ha dichiarato di avere adottato la cassa integrazione e il 60% delle imprese ha ridotto o prevede di ridurre il proprio personale.

Solo l’8,4% delle librerie indipendenti ha chiesto credito negli ultimi mesi. Di queste, il 72,7% ha ottenuto una risposta positiva (il 58,7% si è vista accolta interamente la domanda, il 14% si è vista concedere un ammontare inferiore a quello desiderato).

Nonostante le criticità alcune librerie hanno fatto ricorso alla evoluzione digitale per far fronte alla emergenza sanitaria: il 27% ha iniziato ad utilizzare o ha intensificato l’utilizzo del commercio elettronico.

Secondo lo studio, circa il 25% delle librerie è localizzata al Nord Ovest, il 18% al Nord Est, il 26% al Centro ed il 31% al Sud Italia. Lazio, Lombardia e Piemonte sono le prime tre regioni per numero di librerie in Italia. Nel 2012 in Italia esistevano 3.901 librerie oggi ne esistono 3.670: c’è stata quindi una diminuzione di 231 librerie nel corso degli ultimi cinque anni.

Le librerie danno lavoro a oltre 11 mila occupati in Italia (di cui il 42,7% opera in imprese con classe dimensionale superiore ai nove addetti). Tra gli addetti che lavorano nelle librerie, il 39,2% opera nel Nord Ovest, il 19,9% nel Nord Est, il 23,5% nel Centro e il 17,4% al Sud.

Secondo l’indagine, le librerie possono contare su una clientela di fiducia:

sul totale dei clienti che nel corso dell’ultimo anno hanno acquistato almeno un articolo in libreria, quasi sette su dieci sono persone che appartengono alla clientela storica del negozio. Sei librerie su dieci ritengono che la figura del libraio sia il vero punto di forza della libreria per la sua capacità di fare da consulente al consumatore, consigliare i libri e diffondere cultura.

Tra le librerie che ritengono che la figura del libraio sia il vero punto di forza della libreria, il 95,5% ritiene che la propria libreria riesca a tradurre tale presenza in un vantaggio economico. In difficoltà le librerie indipendenti in merito all’assortimento dei libri: il 62,8% non riesce a mettere a disposizione dei consumatori un assortimento aggiornato.

Sul totale dei costi di gestione che le librerie indipendenti hanno sostenuto nel corso dell’ultimo anno, il 57,4% sono stati per «spese incomprimibili» (come affitti e utenze). Il dato si è ulteriormente aggravato a causa della pandemia. Cinque librerie indipendenti su dieci si sono servite dei distributori per rifornirsi di libri (50,1%), il 25,7% dei grossisti, solo il 5,3% dai distributori online.

Tra i canali della distribuzione libraria dei quali le librerie soffrono maggiormente la competizione il commercio elettronico rappresenta quello più temuto. Le librerie che soffrono di più a causa della concorrenza dell’e-commerce lamentano in prevalenza l’assenza di regolamentazione del mercato e della concorrenza (66,1%).

(Agi)

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