Chiusa una scuola di danza trasformata in un centro estivo a Roma e isolato un ristorante poco lontano.
Decine di ragazzini richiamati per il test sierologico insieme ai loro genitori. Sorella e fratello di 5 e 14 anni accolti al Bambin Gesù con la febbre e poi riportati a casa in isolamento. In tutto questo, una cena scolastica “galeotta” con almeno 30 persone che potrebbe aver allargato il numero dei casi positivi. Nemmeno il tempo di pianificare la riapertura delle scuole, che a Roma si pone già il problema del contagio veicolato fra le classi di bambini. Fra l’altro, a leggere il comunicato della Regione Lazio, incentivato da comportamenti poco responsabili da parte dei loro genitori.
Il presunto cluster si è verificato a Roma, a Borgata Finocchio, all’estrema periferia est di Roma.
L’allarme si è materializzato quando i medici del noto ospedale pediatrico cattolico hanno riscontrato i sintomi del Covid-19 in una bambina di 5 anni e in un adolescente di 14, arrivati con febbre al pronto soccorso. Nessuno dei due è stato ricoverato e ora sono a casa in buone condizioni. La bimba da qualche giorno aveva iniziato a frequentare il centro estivo New Professional Dance, frequentato da una decina di bambini in età pre-scolare. Il ragazzo più grande, invece, il 26 giugno era stato a una cena scolastica di fine anno alla quale hanno partecipato un totale di 30 persone. Il ristorante Club Le Palme, a Finocchio, è molto noto in zona e in queste ultime settimane ha ospitato decine di cene di questo tipo, come testimoniano anche diversi consiglieri del Municipio VI di Roma. Sia il centro estivo sia il locale sono stati chiusi per la sanificazione. Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare entrambi i titolari, che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
La Asl Roma 2 competente per il quadrante sud-est della città, ha avviato l’indagine epidemiologica.
Si sta cercando di capire i due ragazzini come abbiano contratto il virus e se lo hanno a loro volta trasmesso ai loro compagni. In particolare, l’attenzione si concentra sulla scuola superiore frequentata dal ragazzo più grande, ma anche sull’episodio della cena di classe, definito “irresponsabile” dalle autorità sanitarie capitoline. “Avverto un calo di tensione, non bisogna abbassare la guardia, bisogna rispettare le disposizioni sul distanziamento ed evitare occasioni potenzialmente pericolose come feste o assembramenti, si abbassa l’età dei contagi”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.
Intanto, è arrivato a un punto di non ritorno il caso del cluster dell’Irccs San Raffaele Pisana, sempre nella Capitale.
Martedì scorso la Asl Roma 3 ha ordinato alla struttura – fiore all’occhiello del gruppo San Raffaele, di proprietà della famiglia del deputato di Forza Italia, Antonio Angelucci – di chiudere i battenti per 15 giorni, spostando tutti i pazienti negli altri ospedali. Le persone ricoverate rimaste nella clinica, dopo il focolaio Covid emerso circa un mese fa, sono circa una cinquantina. Si tratta per la maggioranza di pazienti complessi – con disabilità motorie e neurologiche – che si sta cercando di trasferire fra le proteste dei familiari. Le operazioni sono iniziate nella mattinata di giovedì e andranno avanti verosimilmente per i prossimi due giorni. La gran parte dei dipendenti dovrà osservare l’isolamento fiduciario. “Si tratta di un’operazione concordata con la Asl, necessaria a sanificare i locali e chiudere il cluster una volta per tutte”, confermano dal San Raffaele.
(Il fatto Quotidiano)