Il ricordo dell’ex senatore del Pci, 96 anni, all’AGI: “La Lega lì vicino? Lì sotto c’è anche un supermercato, ci sono uffici. Ormai il Palazzo è già stato violato”.
“Da anni ormai a via delle Botteghe Oscure non c’è più nulla di quel palazzo che era la sede emblematica del Pci, così come di quel partito. Ma ogni volta che passo lì davanti, qualunque cosa ci sia dentro, mi suscita un’emozione, ci ho passato un pezzo fondamentale della mia vita”. A parlare con l’AGI è Emanuele Macaluso, 96 anni, una militanza partita già durante gli anni del regime fascista poi proseguita come dirigente di lungo corso del Partito Comunista Italiano, più volte deputato e senatore.
Da ieri si fa un gran parlare dello storico immobile, sede dal 1946 al 2000 prima del Pci infine del Pds, perché nei prossimi mesi dall’altra parte della strada, all’angolo tra Botteghe Oscure e via d’Aracoeli, aprirà la sede romana della Lega ‘Salvini premier’. Una circostanza che però non sembra turbare uno dei grandi vecchi del comunismo italiano. “La Lega lì vicino? Ormai il palazzo è stato già ‘violato’ da tante cose, sotto c’è anche un supermercato, uffici, è tutto un mondo che non c’è più”, sintetizza Macaluso.
Che si tratti una scelta voluta o solo di casualità, il palazzo dove ha affittato la sua ‘casa’ romana la Lega si trova esattamente a metà strada tra le vecchie sedi dei protagonisti principali della ‘Repubblica dei partiti’, Pci e Dc, proprio di fronte a quello che un tempo veniva chiamato ‘Bottegone’ dai militanti comunisti. Tanto basta per accendere l’immaginario politico e scomodare paragoni impegnativi. C’è passato un pezzo importante della Prima Repubblica nei 200 metri che separano via delle Botteghe Oscure 4 da piazza del Gesù, dove a palazzo Cenci-Bolognetti aveva casa la Democrazia Cristiana.
Due strade in pieno centro di Roma, incastonate tra largo Argentina, i piedi del colle capitolino e l’antico ghetto ebraico, per i due schieramenti politici principali dell’Italia del dopoguerra. Due traiettorie politiche opposte eppure a tratti capaci di ‘convergenze parallele’, che la mattina del 9 maggio 1978 si ritrovarono assieme in una traversa di Botteghe Oscure, via Caetani, dove le Brigate Rosse avevano lasciato il corpo ormai senza vita dello statista democristiano Aldo Moro all’interno di una Renault 4.
La Lega ha affittato il primo piano dello stabile, il secondo e il terzo sono già utilizzati da alcuni anni dall’Ugl.
Tra gli organizzatori dell’operazione ci sarebbe il deputato leghista Claudio Durigon, fino al 2018 vice segretario della sigla sindacale di centrodestra. La location sembra suggerire ben altre ambizioni rispetto alle poche stanze prese dal Carroccio nel 2014 a via Caroncini ai Parioli, è posizionata a due passi dal Campidoglio e non lontana da Palazzo Chigi e dai palazzi di Camera e Senato. Magari proprio da qui i leader della Lega Matteo Salvini spera di pianificare la scalata al Campidoglio nelle comunali del prossimo anno.
Certo, il confronto con il ‘Bottegone’ resta impegnativo. L’edificio di Botteghe Oscure occupato dal 1946 dal Pci venne rilevato nel 1944 per 30 milioni di lire dai costruttori Alfio e Alvaro Marchini – partigiani e antifascisti – che lo completarono e lo cedettero alla formazione allora guidata da Palmiro Togliatti. Il trasferimento avvenne nel 2000, quando i Democratici di Sinistra guidati da Walter Veltroni si spostarono a via Palermo. L’immobile della storica sede comunista venne ceduto nell’ambito della ristrutturazione del debito da 1.138 miliardi (584 milioni di euro) lasciato dal Pci e dai suoi eredi, a rilevarlo fu l‘Associazione Bancaria Italiana. Al suo interno però resta qualche traccia del passato: la bandiera della Comune di Parigi posta in una teca e l’atrio disegnato da Gio’ Pomodoro con la stella d’oro a 5 punte incastonato nel pavimento. Ricordi dei partiti di massa e di altre epoche.
(Agi)