Banchi disposti a scacchiera, classi senza arredi, finestre quasi sempre aperte, lavagne appese al muro e addio alla cattedra, che è anche un po’ il simbolo dell’autorità del docente.
In attesa di ricevere, domani, gli ultimi moduli informativi con cui i presidi del Lazio dichiarano di aver bisogno o meno di spazi esterni, l’Ufficio scolastico regionale ha diffuso i “suggerimenti operativi”, linee guida e indicazioni “valide almeno nella maggioranza nei casi e in situazioni standard”, si legge nel documento, pensate sulla base delle disposizioni del Governo.
Per l’Usr, ” l’utilizzo di una disposizione cosiddetta a ” scacchiera”, appare più utile rispetto a quella a ” nido d’ape” ” . I banchi saranno affiancati ” in maniera da garantire una distanza di un metro tra le ” rime buccali” (da bocca a bocca, ndr) e saranno disposti a file di due, lasciando un corridoio più ampio ogni gruppo di due banchi affiancati “. La cattedra? Distante 2,5 metri dalle bocche degli alunni. Sarà, quindi, “più opportunamente sostituita da un tavolino (di 70×50 centimetri, ndr) addossato alla parete: il docente potrà sedersi al suo fianco, così da ridurre l’ingombro totale ” . Per lo stesso principio, armadi e arredi superflui saranno spostati fuori dalle classi e la lavagna sarà “affissa o accostata alla parete”.
” A conti fatti – spiega Cristina Costarelli, preside del liceo Newton – in una classe media potranno entrare dai 12 ai 16 banchi, che corrispondono ad altrettanti studenti. Per questo, in parte, proseguiremo con la didattica a distanza”.
Secondo la Cisl Scuola il 90% degli istituti del Lazio avrà problemi nell’organizzazione degli spazi; di questi, quantifica l’Associazione nazionale presidi, i casi più gravi sono il 25%. Per loro stanno lavorando Regione, Usr, Città Metropolitana e Comune, a caccia di spazi ormai da settimane. ” Dopo l’invito del Vicariato a mettersi a disposizione, quasi tutte le scuole sono in contatto con i parroci del proprio quartiere, che presteranno ai presidi le classi del catechismo ” , spiega Rocco Pinneri, direttore dell’Usr. Al Maxxi finiranno classi di 2-3 scuole della zona, ma si stanno definendo accordi anche con Fiera di Roma e alberghi con spazio congressi, mentre continuano i confronti per le lezioni nelle caserme.
Tra i nodi da sciogliere, dicono i presidi, c’è quello dell’ingresso e dell’uscita,
per cui però c’è già un tavolo di lavoro che coinvolge l’assessorato regionale ai Trasporti, che a sua volta ha avviato un dialogo coi Comuni. E poi c’è quello della ricreazione, ” momento fondamentale per gli studenti – dice Lidia Cangemi, preside del liceo Kennedy – Forse i ragazzi dovranno rimanere in aula, a meno che nei cortili non si realizzino più punti ” relax” per evitare assembramenti”. E le mascherine in classe? “Il Comitato tecnico scientifico specifica la necessità del loro uso – si legge ancora nel documento dell’Usr – riservandosi la possibilità di rivedere tale prescrizione in ragione dell’andamento della situazione epidemiologica”.
(La Repubblica)