Di fronte ai dati diffusi dall’Istat (inarrestabile calo delle nascite) e alle analisi del Rapporto Cisf (evaporazione della famiglia generativa) c’è una realtà ecclesiale che non s’arrende
La famiglia è in difficoltà, troppo spesso ignorata dalla politica. E la crisi della natalità è una delle conseguenze più pericolose per il nostro Paese – Foto Pixabay
«La Chiesa farà sempre la sua parte e sarà sempre un’alleata di chi sostiene la famiglia», ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’intervista pubblicata ieri da Avvenire. Un passaggio importante per sottolineare che, anche alla luce della fotografia impietosa emersa in questi giorni in rapida successione da almeno tre fonti autorevoli – Istat, Cisf, Lancet – la comunità ecclesiale non intende arretrare nel suo impegno di evangelizzazione familiare. E quando si parla di “vangelo della famiglia” non si intende soltanto tutto quello che riguarda l’approccio pastorale e catechistico, ma una gamma vastissima di interventi educativi e sociali.
Dalle scuole agli oratori, dai gruppi famiglia all’accompagnamento delle persone separate e divorziate, dalla promozione dell’associazionismo familiare al volontariato per la vita, dalla rete dei consultori familiari al sostegno dell’adozione e dell’affido.
Decine di migliaia di persone, per limitarci all’Italia, che hanno fatto dell’impegno socio-educativo di carattere familiare, nelle sue molteplici declinazioni, una ragione di vita e una modalità privilegiata per vivere l’impegno missionario a sostegno delle tante fragilità domestiche.
Per tutte queste realtà che, in vari ambiti, si rifanno alla nuova dottrina sociale tracciata da papa Francesco in Amoris laetitia, la crisi della famiglia e l’emergenza denatalità documentate in questi giorni, in modo preciso e impietoso, da statistiche, analisi e proiezioni, preoccupano ma non disorientano. Se nel Rapporto Cisf 2020 è stata fotografata la frammentazione e l’ibridazione della famiglia, con l’avanzare di un post-familiare a profilo variabile, non bisogna dimenticare quanto era già emerso nel doppio Sinodo sulla famiglia 2014-2015. «A partire dalle riflessioni sinodali non rimane uno stereotipo di famiglia ideale – scrive papa Francesco (AL 57) – bensì un interpellante mosaico formato da tante realtà diverse, piene di gioia, drammi e sogni».
Può essere che i tanti volti del post-familiare corrispondano, almeno in parte, all’«interpellante mosaico»? Perché, se così fosse, è proprio di fronte a queste nuove prospettive che occorre raddoppiare l’impegno, alla luce di quanto spiega sempre il Papa nello stesso passaggio dell’Esortazione postsinodale: «Le realtà che ci preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di suscitare una creatività missionaria».
Certo, la politica deve fare quanto possibile per offrire strumenti alle famiglie che non vogliono arrendersi al declino.
Nuovo welfare, aiuti alla natalità e alle giovani coppie, fattore famiglia, conciliazione famiglia-lavoro, misure per sostenere l’impegno educativo in una logica sussidiaria, sono le misure da cui si può e si deve ripartire.
Ma «senza fare della famiglia uno slogan elettorale», ha detto tra l’altro il cardinale Bassetti. E nella consapevolezza che non saranno soltanto gli interventi statali a cambiare le sorti di una realtà che è profondamente cambiata nel corso della storia e che cambierà ancora.
La “crisi di civiltà” a cui ha fatto cenno il presidente dei vescovi italiani può essere trasformata in una svolta culturale capace di affrontare le incertezze e le preoccupazioni del presente trasformandole in una grande occasione di rinascita. È il grande compito di tutto il movimento familiare che continua a credere che i valori del matrimonio, della generatività e della famiglia rappresentino un bene a cui nessuna società può rinunciare.
(Avvenire)