Pubblichiamo un nuovo articolo della nutrizionista Dott.ssa Azzurra De Luca sul caffè:
una bevanda tradizionale per noi italiani, un culto in alcune regioni. Spesso ci domandiamo se faccia male, se rischiamo di compromettere il sistema cardiocircolatorio; a volte leggiamo che 1 tazzina fa bene. E allora leggiamo cosa ci dice la nostra nutrizionista.
Il caffè fa male? Qual è la quantità consentita durante la giornata?
Da buoni italiani, per molti di noi quello del caffè è un vero e proprio rito e c’è chi non può fare a meno di iniziare le sue giornate con una buona tazza di caffè fumante, a casa oppure al bar. Per alcuni, poi, questo “rito” si ripete più volte al giorno e quindi è lecito chiedersi se il caffè faccia male e quale sarebbe la dose massima consentita durante la giornata.
Cominciamo col dire che, come tutti gli alimenti, il caffè non fa bene o male in assoluto e al suo consumo sono connessi rischi e benefici, che dipendono in gran parte dalla caffeina in esso contenuta. La caffeina, o trimetilxantina, è un alcaloide naturale che ha molte proprietà: innanzitutto ha un effetto stimolante per il sistema nervoso centrale, poiché favorisce il rilascio dei neurotrasmettitori dopamina e la noradrenalina e inibisce l’attività dell’enzima fosfodiesterasi, causando un aumento del battito cardiaco e un maggior afflusso del sangue ai muscoli. In questo senso quindi, entro certi limiti, aumenta le funzioni cognitive ed ha un “effetto energetico”. Inoltre il caffè ha effetto termogenico, ossia aiuta a bruciare calorie aumentando così la spesa energetica dell’organismo, favorisce la secrezione gastrica (per questo motivo infatti si è consolidata l’abitudine di berlo a fine pasto, in quanto facilita la digestione) e stimola la diuresi perché favorisce la vasodilatazione a livello renale. La caffeina contenuta nel caffè agisce inoltre come broncodilatatore rilassando la muscolatura dei bronchi. Chi soffre di mal di testa sa che il caffè è in grado di lenirlo agendo da blando analgesico grazie al suo potere vasocostrittore, molti farmaci antidolorifici contengono infatti caffeina. A completare la lunga lista delle proprietà benefiche del caffè c’è il suo contenuto in sostanze fenoliche, che sono antiossidanti che prevengono l’insorgenza di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di tumori poiché contrastano l’azione dannosa dei radicali liberi.
Passiamo ora agli effetti negativi del caffè: proprio in virtù del suo potere stimolante nei confronti del sistema nervoso centrale può avere effetti sul sonno in alcuni soggetti, andando ad inibirlo, per questo molte persone non bevono caffè nelle ore più tarde della giornata. La caffeina causa inoltre assuefazione se assunta in grosse quantità proprio perché ha azione diretta sulla secrezione di alcuni neurotrasmettitori. Ancora una volta, se consumato in dosi eccessive aumenta la pressione cardiaca e causa aritmie ed è inoltre in grado di promuovere l’escrezione urinaria di calcio, un minerale prezioso per il nostro organismo. Anche durante la gravidanza e l’allattamento è sconsigliato consumare elevate quantità di caffè, poiché la caffeina in esso contenuta attraversa la placenta e passa anche nel latte materno causando insonnia e irritabilità nel neonato. E’ una questione ancora controversa se possa causare danni più gravi.
A questo punto è naturale chiedersi quale sua la dose “giusta” di caffè da consumare durante la giornata: innanzitutto bisogna fare una distinzione fra il caffè espresso, che contiene meno caffeina e più sostanze fenoliche, e il caffè americano, che al contrario contiene più caffeina e meno sostanze fenoliche, a causa della diversa modalità di preparazione. Si può affermare che in una persona sana 3 o 4 tazzine di caffè al giorno (che corrispondono a 240-300 mg di caffeina per il caffè espresso e per quello preparato tradizionalmente in casa) potrebbero apportare effetti benefici alla salute. Consumi più alti sono invece sconsigliabili.
Dott.ssa Azzurra De Luca Nutrizionista
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