La circolazione dei treni è bloccata fra le stazioni di Milano Bovisa e Cadorna. Un barista: «Sono intervenuti in ritardo»
MILANO. Il primo fulmine si è visto verso le cinque del mattino. Mezz’ora dopo l’alba è stata oscurata da un muro d’acqua. Un nubifragio violentissimo che ha investito Milano e in particolare la zona nord, causando allagamenti nei sottopassi, in diverse cantine e l’esondazione, un classico, del Seveso.
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La pioggia è stata così fitta e abbondante che in alcuni tombini di viale Zara, la lunga arteria che immette il traffico in città da nord, si è avuto un effetto “geiser”, con alti fiotti di acqua sparati dalle fognature ormai sature. Molte le segnalazioni ai vigili del fuoco che riguardano in particolare i quartieri a nord del capoluogo lombardo dove scorre il fiume Seveso che e’ esondato. ‘Sotto controllo’ invece il fiume Lambro nella zona est.
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Problemi in alcuni scantinati e sottopassi. Soppressò quasi tutti i treni delle linee nord, allagata la stazione del metrò di Domodossola. Difficolta’ per qualche linea tranviaria, sempre nei quartieri a Nord, a Niguarda principalmente proprio a causa dell’uscita del Seveso, sostituite con autobus. In attesa dello scolmatore, i cui lavori dopo anni di polemiche sono finalmente iniziati un paio di settimane fa, si è ripetuta una situazione purtroppo consueta nella zona nord della città. E dopo una breve pausa intorno alle otto, la pioggia ha ricominciato a cadere anche se con minore intensità.
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Il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia ha emesso un avviso di criticità arancione (moderata) per temporali forti e per rischio idrogeologico a partire dalle 18 di oggi e fino a domani, venerdì 24 luglio, anche sul bacino idrico di Milano.
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Il Comune di Milano attiverà di conseguenza il Centro Operativo Comunale (Coc) per il monitoraggio dei livelli idrometrici dei fiumi Seveso e Lambro e saranno allertate le squadre di Polizia locale, Protezione civile e MM servizi idrici al fine di graduare l’attivazione del piano di emergenza.
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I temporali che da questa notte alle 5 si sono abbattuti sulla Lombardia e in particolare su Milano «hanno provocato l’innalzamento repentino dei livelli del Seveso e del Lambro, saliti di tre metri in mezz’ora». A dirlo l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano Marco Granelli, che è arrivato in zona Nord Milano dove il Seveso è esondato dopo le 7 di questa mattina. Una scena che gli abitanti de quartiere sono abituati a vedere da anni, e che negli ultimi mesi si era già verificata lo scorso maggio, solo due mesi fa. «Sono film già visti, da anni le solite cose. Non sono intervenuti tempestivamente, son qui dalle 5.30, il Seveso è esondato dalle 7 e non c’era nessuno in giro nonostante ci avessero allertato già ieri sera», spiega un barista. Che aggiunge: «Nel 2020 siamo ancora qua a lottare contro il Sveso, siamo stanchi di questa situazione che non si risolve, è una cosa vergognosa». Per un altro abitante del quartiere – dove in molti girano con le calosce visto che l’acqua è alta e ricopre le strade – «sono 40 anni che è sempre così».
Per l’assessore, la soluzione sono le vasche di laminazione: «Dobbiamo avere la soluzione del piano vasche, dobbiamo accelerare: abbiamo aperto il cantiere a Milano, abbiamo due gare in corso, dobbiamo essere il più veloci possibile per una risposta strutturale, Milano non può attendere».
Dello stesso avviso anche il consigliere dem del Municipio 9, Stefano Indovino, per il quale il tema del Seveso e delle esondazioni è cruciale e da anni al centro delle sue battaglie. E oggi, dopo l’ennesima fuoriuscita del fiume che è stata anche particolarmente violenta, si chiede «come si possa pensare che questo possa essere meglio di quattro vasche di laminazione. Torno ora a casa dopo 3 ore passate nell’acqua, piedi bagnati, jeans da buttare. La corrente oggi era davvero forte», ha scritto su Facebook, accusando di ottusità chi si oppone al progetto. «Davvero qualcuno pensa che si possano barattare altri dieci anni di esondazioni per salvare un’area del Parco, peraltro compensata con aree vaste tre volte tanto? Non c’è più tempo da perdere. Avanti tutta con il piano dell’Agenzia che gestisce il bacino idrico del Po, avanti con i cantieri, avanti con i banditi». Perché, ha aggiunto il consigliere, «questi quartieri meritano rispetto. Non vogliamo aspettare che ci scappi il morto per poi piangere lacrime di coccodrillo. Lavoriamo da anni per evitare che questo accada lottando contro chi non ha idea dell’ansia, le paure, il fastidio, la rabbia generati da questa situazione». Come per altri abitanti, però, anche per Indovino questa volta c’è stato un problema nel l’intervento: «Questa volta MM e Polizia Locale non sono intervenuti tempestivamente. Lavoreremo perché questo non accada più. Con allerta arancione non bisogna aspettare per muoversi la prima soglia di allerta. Anche perché oggi l’onda di piena è cresciuta di un metro ogni dieci minuti. Sul piano di emergenza non si possono fare passi indietro».
Intorno alle 12 sono partiti i lavori per ripristinare la viabilità nei quartieri colpiti dal l’esondazione e cioè, come ha scritto Granelli su Facebook, «lo spicchio Nord della città, dall’Isola fino a Niguarda, passando per Maggiolina, Marche, Istria, Pratocentenaro. In riapertura completa ora Testi, poi lavoreremo in Arbe, e poi in contemporanea la direttrice Caserta, Veglia, Suzzani. Per i sottopassi, grazie ai lavori di questi mesi Astesani, Leoni, Rubicone sono stati chiusi solo poco tempo; Negrotto invece ha ancora una difficoltà grave e le squadre stanno lavorando. Abbiamo fatto alcuni lavori, ma ne servono altri che abbiamo programmato e progettato». In più, Granelli ha chiarito che «il Lambro dopo aver raggiunto una quota elevata a quasi 40 cm. dall’esondazione è sceso lentamente e quindi i problemi stanno rientrando. Purtroppo da Ovest – ha concluso – sono in arrivo ancora temporali ora su Ticino e Novara».
(La Stampa)