Interessati contribuenti, persone fisiche e imprese, spesso ancora alle prese con i forti problemi di liquidità
Dai contorni del decreto di agosto in fase di preparazione si intravede la riscrittura del calendario per i versamenti fiscali sospesi nei mesi scorsi. Troveranno spazio nuove proroghe, dalla riscossione alla moratoria sui mutui. Si tratta di una considerevole mano tesa perché le richieste sarebbero piovute su contribuenti, persone fisiche e imprese, spesso ancora alle prese con i forti problemi di liquidità prodotti dalla gelata dell’economia.
Cartelle fiscali
Il decreto fermerà per altri due mesi, quindi fino a novembre, le cartelle fiscali, comprese quelle che hanno preso la strada della rateazione, ma anche solleciti, pignoramenti e ipoteche. È in sostanza l’ampio spettro di provvedimenti che l’amministrazione finanziaria indirizza a chi non è puntuale con i propri obblighi fiscali, e che senza nuovi interventi sarebbero ripartiti dal 1° settembre prossimo. Come detto la sospensione a cui si sta lavorando è almeno per ora limitata ad altri due mesi anche per ragioni di copertura.
Il nuovo stop, in linea con le norme precedenti introdotte da marzo in poi, dovrebbe riguardare anche le entrate degli enti territoriali, con un impatto non trascurabile sulle difficoltà di cassa soprattutto dei sindaci: che comunque dovrebbero ottenere dal decreto di agosto più di un miliardo all’interno dei 5,2 che i calcoli governativi sul decreto d’estate assegnano agli aiuti per Regioni ed enti locali.
Pagamenti sospesi
Le esigenze della finanza pubblica avevano imposto a maggio di delineare un ritmo serrato per la ripresa, da settembre, dei pagamenti sospesi alle partite Iva nei mesi della crisi, che sarebbero stati richiesti in quattro rate mensili per chiudere i conti a dicembre. Ma il nuovo deficit da 25 miliardi chiamato a sostenere il decreto di agosto apre lo spazio per allungare anche queste scadenze. Al tema saranno dedicati circa 3,8 miliardi, che serviranno a tagliare del 50% gli importi dovuti quest’anno. L’altro 50% andrà diviso fra 2021 e 2022. Anche in questo caso il lavoro dei tecnici dell’Economia è andato alla ricerca del miglior punto di equilibrio possibile fra la volontà di andare incontro ai contribuenti in difficoltà e le esigenze della finanza pubblica. Il compromesso si traduce in un dimezzamento del carico fiscale arretrato sul periodo più delicato per la ripresa delle attività economiche di questi contribuenti, e in una successiva diluizione pluriennale che abbasserà ulteriormente gli importi delle rate.
Mutui
Infine un terzo fronte con il prolungamento della moratoria sui mutui, anche se su questo una decisione definitiva non sarebbe stata presa. La ragione di un eventuale intervento a riguardo sta nelle difficoltà economiche di molte famiglie, testimoniate dalla montagna di mutui interessati dalla moratoria che ha raggiunto i 290 miliardi in termini di valore del debito
(Il Sole24Ore)