27 Dicembre, 2024
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Morto il regista Alan Parker, una carriera dorata da “Fuga di mezzanotte” a “Saranno famosi”

E’ morto a 76 anni il regista inglese Alan Parker, autore di film di successo come EvitaFuga di mezzanotteSaranno famosi,  Mississippi BurningPiccoli gangsters e The Wall.

Nato a Islington il 14 febbraio del 1944, Parker ha combattuto a lungo con la malattia. Due volte nominato agli Oscar, ha avuto una carriera molto importante e i suoi film hanno raccolto complessivamente dieci Golden Globes e dieci Oscar.

Parker aveva iniziato lavorando nella pubblicità, dapprima come copywriter e poi come regista: alla fine degli anni Sessanta fu tra i registi inglesi, tra i quali Ridley Scott, Hugh Hudson e Adrian Lyne, che rivoluzionarono l’estetica degli spot commerciali inserendovi elementi spiccatamente cinematografici.

Il debutto sul grande schermo avvenne per lui nel 1975 quando Parker scrisse e diresse Bugsy Malone, Piccoli gangsters, tipico gangster movie hollywoodiano in costume anni Trenta con la particolarità di essere interpretato da un cast di ragazzini, tra i quali la rivelazione Jodie Foster in una delle sue interpretazioni più sorprendenti. Il film venne premiato con 5 BAFTA, gli Oscar inglesi.

Il suo secondo film fu nel 1977 il controverso Fuga di mezzanotte che vinse due Oscar (uno per le musiche di Giorgio Moroder) e che valse a Parker la sua prima nomination agli Academy Award per la Miglior regia. Tra i suoi maggiori successi commerciali, il terzo lavoro Fame-Saranno Famosi, è divenuto negli anni il film simbolo dei sogni e delle ambizioni artistiche giovanili, anche questo premiato con due Oscar.

Ma sono molti i film di Parker che hanno segnato un genere, e tra questi un posto fondamentale lo merita senz’altro The Wall, la versione cinematografica nel 1982 dell’omonimo doppio album dei Pink Floyd, un film che, interpretato da Bob Geldof, è diventato un paragone imprescindibile per chiunque voglia realizzare un film musicale. Quello stesso anno, a sottolineare la sua versatilità, Parker firmò anche un potentissimo dramma familiare con Diane Keaton e Albert Finney, Shoot the moon, in italiano Spara alla luna, storia di una separazione che ha un esito devastante all’interno di una famiglia e in particolare sui quattro figli.

Il film partecipò in concorso al Festival di Cannes, ma non ottenne la Palma d’Oro. Un importante riconoscimento a Cannes Parker lo ottenne però tre anni dopo, nell’85, quando il suo Birdy con Nicolas Cage e Matthew Modine conquistò il Gran Prix speciale della Giuria. Un film sull’amicizia, sulla malattia mentale e sugli orrori e le conseguenze del lungo conflitto in Vietnam, che conquistò le giovani generazioni avviando un nuovo fortunato filone sui film di guerra.

Parker al Bif&st: “Ho smesso di fare cinema per non ripetermi”

L’interesse per il profilo psicologico dei personaggi continuò con Angel heart, un thriller oscuro ambientato a New Orleans tra delitti e riti voodoo interpretato da Mickey Rourke e Robert De Niro che sollevò molte polemiche perché venne vietato ai minori in America pur non contenendo scene particolarmente violente. Il centro era infatti il personaggio del detective interpretato da Rourke, travolto psicologicamente dagli eventi raccontati nel film.

Il successivo film, Mississippi Burning, un dramma sui diritti civili negati e gli omicidi a sfondo razziale nel Sud degli Stati Uniti, interpretato da Gene Hackman, Willem Dafoe e Frances McDormand, vinse l’Orso d’argento a Berlino e portò Parker per la seconda volta a un passo dall’Oscar, con la nomination per la Mglior regia. Vinse invece l’Oscar per la sola cinematografia.

Sempre interessato a storie di guerra ma anche a film musicali, Parker entra negli anni Novanta con due titoli decisamente distanti per temi e toni: nel ’90 scrive e dirige Benvenuti in paradiso, in cui si racconta di come la seconda guerra mondiale divida la coppia formata da Dennis Quaid e dalla nippo-americana Tamlyn Tomita; nel ’91 racconta invece il mondo e il fenomeno del northern soul con The Commitments, che vede protagonista una band di soul bianco dall’Irlanda. Ambientato a Dublino, dove come dice il protagonista del film “ci sono gli irlandesi più neri d’Irlanda”, il film divenne un successo internazionale e valse a Parker il premio per la Miglior regia al festival del cinema di Tokyo.

Il suo ultimo film lo ha realizzato nel 2003, un altro thriller, The Life of David Gale, sulla pena di morte negli Stati Uniti, con Kate Winslet, Kevin Spacey e Laura Linney. Parker è stato anche l’autore di romanzi, Puddles In The Lane nel 1977 e The Sucker’s Kiss nel 2003. Fortunati quelli tratti dalle sue sceneggiature, primo tra tutti quello dalla sceneggiatura di Bugsy MalonePiccoli gangsters.

Negli ultimi anni si era dedicato soprattutto alla pittura: “Sono stato molto fortunato a trovare una valvola di sfogo creativo in questi ultimi anni, del tutto distinta dalla mia attività di regista” aveva confidato Parker tre anni fa in un’intervista a The Observer. “Lavoro sui set da quando avevo 24 anni ed è stato salutare poter fare qualcosa di creativo senza l’aiuto di altre 100 persone. E posso dire che da quando mi sono concentrato sulla pittura a tempo pieno, gli ultimi tre anni sono stati i più felici della mia vita”.

(La Repubblica)

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