22 Dicembre, 2024
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Libano, padre Cervellera (Pime): “Colpo mortale a economia”

“E’ un colpo gravissimo, forse mortale, alla già fragile economia libanese: il porto di Beirut è chiuso, resterà bloccato per mesi se non per anni e non ha alternative valide nel Paese”. E’ la prima considerazione, al di là del dolore per le vittime, oltre un centinaio per le esplosioni di ieri nella capitale del Libano, che esprime all’AdnKronos padre Bernardo Cervellera, missionario del Pime, il Pontificio Istituto Missioni Estere, e direttore di Asia News, l’agenzia di stampa della fondazione.

“Il Paese dei cedri, che una volta era definito come la Svizzera del Medio Oriente, ora sta naufragando, l’economia sconta una enorme inflazione e ben oltre la metà della popolazione, si calcola almeno il 60%, vive sotto la soglia della povertà, con crisi irrisolte che vanno dalla carenza di elettricità alla mancata raccolta dei rifiuti – riferisce padre Cervellera – Certo che il fatto che un simile carico di nitrato di ammonio resti lì per ben sei anni, incustodito e non protetto e forse vicino a un deposito di fuochi d’artificio, sempre nella zona del porto, deve far parlare o di una preparazione voluta o di una imperdonabile superficialità e incuria”.

Per il missionario del Pime, in ogni caso, “sul banco degli accusati possono salire in tanti, a livello di ipotesi, fra motivazioni politiche interne, azioni terroristiche e influenze dirette e indirette dall’estero. Le possibilità vedono, come sempre, l’intervento di Israele, lo zampino della Siria e ora andrebbe aggiunto anche il ruolo rinnovato e attivo della Turchia di Erdogan. Inoltre, fra due giorni dovrebbe essere emessa la sentenza sull’omicidio dell’ex premier Rafiq Hariri di cui sono accusati gli Hezbollah… Ma ovviamente, per il momento si tratta solo di sospetti, diciamo di pensieri espressi ad alta voce”.

(AdnKronos)

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