Pubblichiamo una riflessione di Riccardo Agresti sulla preparazione del prossimo anno scolastico, con risposte ad alcune domande – ricorrenti – che gli sono state poste, ma che molti si fanno.
Ringraziamo Riccardo per la chiarezza, la profondità, e la serietà delle sue considerazioni. E buon lavoro a te, a tutti i professori, e ai ragazzi che torneranno finalmente a frequentare le aule scolastiche.
È con grande orgoglio che posso annunciare che tutto il personale dell’Istituto Comprensivo Corrado Melone ha aderito senza riserve all’indagine di siero prevalenza allo scopo di effettuare una valutazione sullo stato di salute dei lavoratori operanti nella scuola disposto dalla Regione Lazio.
È vero che si tratta solo di una indagine, ma questo permetterà di avere una “fotografia” della situazione epidemiologica nella nostra Scuola ad inizio anno scolastico ed ovviamente di non far avere contatti fra i lavoratori eventualmente positivi al tampone ed i nostri meloncini.
A breve saranno fornite tutte le novità, approvate dal Consiglio di Istituto, che saranno messe in atto dalla Scuola per affrontare nel modo più sicuro l’anno scolastico in arrivo, nella situazione di convivenza con il CoViD-19.
Nel frattempo riporto le risposte a varie domande di tipo “generale” che mi sono state poste.
“Sarò obbligato a vaccinarmi contro il CoViD-19?”
Il trattamento sanitario obbligatorio può provenire solo da una sentenza o da una Legge, ma la domanda è prematura in quanto purtroppo non esiste ancora alcun vaccino contro il CoViD-19 e conseguentemente non ci c’è alcun obbligo. Il test è solo un controllo di avvenuto contatto con il virus (sinteticamente il portatore è immune, ma non infettivo) o di presenza di malattia (sinteticamente il portatore può mettere a rischio la salute di altri). Concludo ricordando sommessamente che nella nostra società non si è liberi di far del male agli altri con le proprie azioni (non vaccinarsi distrugge l’effetto gregge che ricorda come gli adulti di un gregge proteggono i propri piccoli disponendosi fra loro ed il pericolo) e chi è credente non è libero nemmeno di mettere a rischio la propria salute.
“Per quale motivo devono stare distanziati questi poveri bambini,quando al mare sono stati insieme per 2 mesi?”
Il fatto che mamme irresponsabili, persone in malafede e ignoranti assoluti non rispettino le minime regole di sicurezza che permettono di limitare la diffusione del CoViD-19 non implica che la Scuola debba o possa commettere le stesse pericolose sciocchezze e mettere a rischio la salute del prossimo, soprattutto dei minori che ci vengono affidati. Che in giro ci siano ladri ed assassini, non implica che anche noi possiamo rubare o uccidere senza conseguenze. I genitori che ci affidano i propri figli (il bene più prezioso che hanno), desiderano che questi tornino a casa con maggiore apertura mentale e culturale, non che tornino infettati da un virus che potrebbe mettere a rischio la propria e la loro salute. Personalmente sono orgoglioso della risposta italiana all’appello sulle misure di sicurezza che hanno permesso di limitare la diffusione del CoViD-19 e vedo con terrore ciò che sta accadendo in quelle Nazioni in cui i governanti hanno deciso di non limitare la libertà di alcuno, pur mantenere un consenso elettorale che sta costando migliaia di morti. Quei governanti irresponsabili, pur di cavalcare il sentimento diffuso degli ignoranti che non si rendono conto del pericolo fino a che non ne sono testimoni (e spesso neanche allora), stanno facendo morire i loro compatrioti nello stesso modo in cui altri governanti hanno mandato al macello i soldati in guerre inutili (se mai c’è stata una guerra utile). Nel nostro specifico, mi permetto di far notare che se, malauguratamente, il virus fosse diffuso a Scuola, per nostra incuria o altro, il genitore che si sia infettato denuncerà sicuramente la Scuola chiedendo risarcimenti milionari ed io certamente non potrò difendere la Scuola dicendo al giudice: “guardi: la difesa della salute fisica degli alunni è stata da noi messa in secondo piano perché abbiamo voluto salvaguardare la loro socialità”. Purtroppo parlare di cose che non si conoscono è altrettanto facile quanto piangere sul latte versato.
“In Italia non ci sono più contagi, perché continuare con misure anti diffusione del CoViD-19?”.
Ora è vero che personalmente io prelevi i dati da fonti ufficiali ed è anche vero che per i “comblottisti” quei dati sono ritenuti falsi, ma è anche vero che io ho parlato con amici medici e parenti infermieri che hanno visto morire troppe persone e mi hanno riferito che ancora adesso si muore e ancora adesso le sale di terapia intensiva sono in funzione. Mi domando da quali fonti riceve la certezza che in Italia non ci sono più contagi chi lo afferma senza pudore e senza rispetto di chi ancora muore o soffre.
“La malattia non deve avere a che fare con la politica e dovrebbe essere gestita da persone competenti!”
Concordo pienamente e mi rende sereno avere visto il curriculum professionale e culturale dei componenti il comitato tecnico scientifico nazionale, dove ci sono del luminari e non dei politici che cercano consenso a spese della morte di altri. Le indicazioni di medici e scienziati sono state chiare fin dall’inizio e erano anche (giustamente) più restrittive di quelle emanate dai politici che devono mettere su un lato della bilancia il numero dei morti e dall’altro l’economia dello Stato, cercando di non sbilanciare né da una parte né dall’altra. Il problema è proprio dare un valore in euro della vita umana: Lei quanto fa valere la vita di Suo figlio?
“Perché lei fa terrorismo?”
Ricordo che il termine “terrorista” fu usato per descrivermi dieci anni fa, appena giunto a Ladispoli a dirigere la “Melone”, quando chiedevo con forza la sicurezza per i ragazzi in uscita da Scuola in quanto esisteva una responsabilità penale (oltre che morale) della scuola per incidenti malauguratamente occorsi ai ragazzi. Poi è accaduto che un ragazzo sia morto uscendo da scuola e, invece di dare misure di sicurezza, è stata emanata una populistica legge apposita che ora garantisce l’immunità della Scuola scaricando addosso ai genitori tutta la responsabilità di eventuali malaugurati incidenti sui ragazzi che escono da scuola. Ora sono tutti felici e contenti: la scuola (perché né a dirigenti né a docenti, né a collaboratori scolastici può essere più addebitata alcuna responsabilità in caso di incidenti in uscita) ed i genitori (che ora la hanno tutta le responsabilità sulle loro spalle, ma potranno far tornare liberamente a casa da soli tutti i minorenni, anche i frequentanti la scuola dell’infanzia se sono tanto stolti). Ovviamente se malauguratamente non vedranno tornare a casa i propri figli, potranno e dovranno prendersela solo con se stessi.
Nella situazione attuale di convivenza con il CoViD-19, la Scuola mantiene invece serie responsabilità penali in caso di diffusione del virus in ambito scolastico. Se ascoltassi il cuore, come chiede qualcuno, metterei a rischio la vita dei “miei” studenti e dei loro familiari. Tuttavia non posso e non devo ascoltare il cuore (o la pancia), ma il cervello per difendere la salute fisica dei ragazzi che ci vengono affidati. Egoisticamente parlando: fino a che io o i docenti della Scuola saremo considerati responsabili per eventuali diffusioni del virus, io attuerò in maniera rigorosa tutte le misure che mi saranno indicate da medici e scienziati che hanno studiato e sanno cosa fanno.
Ma ora voglio porre io una domanda come risposta a questa questione:
se Lei fosse al mio posto, ascolterebbe il cuore e lascerebbe i ragazzi liberi di abbracciarsi e darsi la mano in classe con il rischio della diffusione del CoViD-19 che potrebbe uccidere qualcuno o userebbe il cervello e pretenderebbe il rispetto assoluto del distanziamento fisico?
Lei, quando guida, pretende il rispetto della Sua libertà di poter sorpassare a destra o superare un incrocio con il semaforo rosso o limita la Sua libertà per non mettere a grave rischio la Sua incolumità o quella degli altri?
Lei sa la mia