BEIRUT – Il ministro degli esteri Charbel Wehbé ha annunicato la creazione di una commissione in grado di fornire un rapporto dttagliato su quanto avvenuto.
Lo ha detto alla radio francese Europe 1: “Da questa mattina è stata presa la decisione di creare una commissione investigativa, che ha al massimo quattro giorni per fornire un rapporto dettagliato sulle responsabilità. Come, chi, cosa, dove? Ci saranno decisioni giudiziarie”, ha spiegato il ministro libanese.
“I colpevoli di questo orrendo crimine di negligenza saranno puniti da un comitato di giudici”, ha aggiunto. Mercoledì il governo ha chiesto gli arresti domiciliari ai responsabili dello stoccaggio nel porto della capitale libanese di una grande quantità di nitrato di ammonio, sostanza utilizzata nella composizione di alcuni fertilizzanti ma anche di esplosivi. Le esplosioni a Beirut hanno provocato almeno 137 morti e 5mila feriti, secondo il ministero della Salute, mentre 300mila persone sono rimaste senza casa. Il disastro è dovuto, secondo le autorità, a un incendio in un magazzino che ospitava la sostanza esplosiva. “Si tratta di un incidente. I rapporti preliminari indicano che si tratta di una cattiva gestione e di una gravissima negligenza che va avanti da sei anni”, ha detto Wehbé.
Gli aiuti internazionali
Stanno cominciando ad arrivare: Francia, Egitto e Paesi del Golfo. Il presidente francese Emmanuel Macron arriva oggi a Beirut, primo capo di Stato straniero dopo il disastro. Incontrerà il suo omologo Michel Aoun, i principali leader politici e i rappresentanti della società civile. L’Oms ha inviato 20 tonnellate di materiale sanitario per l’assistenza medica alle migliaia di persone rimaste ferite. Tre ospedali della capitale libanese sono stati messi fuori uso dalla potente esplosione e due sono parzialmente danneggiati.
In soccorso del popolo libanese anche la Turchia. Nella notte è atterrato a Beirut un volo militare con aiuti, materiale sanitario e un team di soccorritori. L’Afad, l’agenzia governativa turca analoga alla protezione civile, ha confermato che nei prossimi giorni verranno inviati altri aiuti e staff medico.
Alle 5 (ora locale) è atterrato a Beirut il team di 14 esperti dei vigili del fuoco partito nella tarda serata di ieri dall’aeroporto militare di Pisa, nell’ambito del Meccanismo europeo di protezione civile. Trasportati personale e mezzi con un C-130 dell’Aeronautica Militare, il team a Beirut è a disposizione delle autorità locali per l’inizio delle operazioni.
Il bilancio delle vittime
È di almeno 137 morti e 5.000 feriti il nuovo bilancio – ancora provvisorio – delle vittime delle esplosioni che martedì hanno devastato parte di Beirut. Lo ha reso noto il ministero libanese della Salute, come riferiscono le tv satellitari arabe precisando che i soccorritori continuano a cercare i dispersi. Alle operazioni partecipano i soccorritori della Croce Rossa libanese, i militari e volontari. I dispersi sono ancora decine. E c’è il timore che crollino gli edifici gravemente danneggiati nella zona del porto. “È per questo – dicono i soccorritori – che chiediamo alle persone di stare lontano”.
Macron a Beirut: “Avanti con le riforme”
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha assicurato che proporrà ai dirigenti libanesi un “nuovo patto” politico, per far fronte alla rabbia della popolazione, già stremata dalla crisi economica e ora alle prese con la devastazione. Il capo dell’Eliseo si è recato nel quartiere cristiano di Gemmayzeh ed è stato accolto da una folla che inneggiava a una “caduta di regime”.”Sono qui anche per lanciare una nuova iniziativa politica. Questo è ciò che dirò questo pomeriggio ai leader e alle forze politiche libanesi”, ha annunciato rivolgendosi alla gente, precisando che chiederà “di attuare riforme per cambiare il sistema, per fermare la divisione del Libano, per combattere la corruzione”.
Un architetto francese tra i morti
“Ridava vita ai palazzi distrutti”. Jean-Marc Bonfils è tra le vittime della tragedia di Beirut. Lo ha confermato nelle ultime ore il ministro francese della Cultura, Roselyne Bachelot. “Bonfils è morto nella terribile catastrofe di Beirut – ha twittato – Rendo omaggio al suo grande lavoro, come il restauro degli edifici storici distrutti dalla guerra in Libano. Francia e Libano sono uniti nel dolore per la sua morte”.
Il soldato italiano ferito
“Ricordo un agguato fortissimo, indescrivibile. Gli avvenimenti si succedevano molto velocemente, subito dopo l’esplosione c’è stato qualche attimo di smarrimento perché era del tutto imprevisto, ma ringraziando il Signore stiamo tutti bene”. Così Roberto Caldarulo, il caporalmaggiore dell’Esercito italiano rimasto lievemente ferito nell’esplosione di Beirut racconta i drammatici momenti dell’accaduto. “Abbiamo fatto subito un controllo tra noi per vedere se qualcuno stava peggio degli altri, ma tutto bene – sottolinea – Io l’ho visto dopo che avevo un po’ di sangue nella mano, ma niente di trascendentale. Ci siamo rasserenati e uniti in un punto di raccolta più sereno e ci siamo calmati”
(La Repubblica)