PADOVA – È un viaggio in Croazia per festeggiare l’esame di maturità il cavallo di Troia che porta a Padova e in Veneto un nuovo focolaio di Covid-19.
Una comitiva di giovani, la vacanza organizzata all’isola di Pag, il tragitto in pullman con un centinaio di persone, il soggiorno dal 25 luglio al 1 agosto con le serate in discoteca e tutto il resto. Oggi le conseguenze di quel viaggio le sta quantificando il Servizio di prevenzione dell’Usl 6 di Padova: i positivi padovani sono già otto, ma con loro viaggiavano anche 11 veronesi e altri coetanei dalle province Venete. Tutte le Usl di riferimento sono state informate, al fine di sottoporre i ragazzi a tampone e di ricostruire i loro contatti. Molti sono già in isolamento domiciliare, mentre prosegue lo screening con i tamponi su tutte le persone che sono entrate in contatto con i contagiati.
“La sera eravamo sempre in discoteca” ha raccontato una delle diciottenni positive al Corriere del Veneto.
“Era un locale all’aperto, nessuno aveva la mascherina. La situazione sembrava così tranquilla che ci siamo adeguate”. Il suo racconto ricalca l’atteggiamento di molte persone, giovani e meno giovani, che in questi mesi estivi sembrano aver dimenticato ciò che è successo da febbraio in poi. “Due giorni dopo essere ritornata a Padova ho accusato i primi sintomi” ha raccontato ancora la giovane. “Mi sentivo stanca ma ho pensato che fosse per il lungo viaggio in pullman. Il 2 agosto sono uscita con alcuni amici. Poi è cominciato tutto con il mal di gola e la febbre a 38, poi 39”.
Sono stati quindi rintracciati anche gli amici padovani che la ragazza ha visto il giorno dopo essere rientrata, nonostante le placche in gola e la spossatezza: la lista dei contagiati potrebbe allungarsi ulteriormente.
L’allarme era scattato qualche giorno fa, dopo la positività riscontrata in questa ragazza e in una coetanea che era stata con lei in viaggio. Dopo un anno difficile, tra lezioni online, distanziamento sociale e esame finale da preparare, la voglia di un viaggio era tanta. Mare, sole, feste, notti in discoteca, mascherina quasi mai. E ora eccole qua, rinchiuse nella propria camera da letto, con il fiato corto e i pasti lasciati davanti alla porta dai genitori, con l’incertezza del decorso clinico e la preoccupazione di non riuscire a sostenere i test d’ingresso all’Università.
Recentemente il professor Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia di Padova, aveva parlato del tema delle vacanze come potenziale innesco per un’esplosione di nuovi contagi. “I giovani vivono di socialità che non è solo parlarsi. Sappiamo che a loro le regole stanno strette, si sentono forti e sottovalutano il rischio. Ma se oggi con questi focolai vediamo l’effetto dei primi viaggi e spostamenti iniziati tra giugno e luglio, possiamo immaginare cosa potrà accadere quando vedremo gli effetti dei viaggi di questo mese”.
(La Repubblica)