“Abbiamo seguito la legge. L’esigenza dell’Istituto era di pagare subito, perché il Paese era in emergenza, e poi controllare in un secondo momento.
Abbiamo risposto in modo efficace in 15 giorni, predisponendo una misura che non esisteva”.
Lo ha detto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico durante l’audizione informale, in diretta streaming, in commissione Lavoro della Camera sulle modalità di richiesta e liquidazione del bonus da 600 euro per le partite Iva durante l’emergenza coronavirus dopo la notizia, data da Repubblica, dei cinque parlamentari che lo hanno richiesto (di cui tre lo hanno anche incassato). Sono oltre duemila i politici coinvolti, tra legali e nazionali, ha detto Tridico.
Rizzone: “Non sono un ladro”
Intanto interviene Marco Rizzone, il deputato 5 stelle deferito ai probiviri per aver incassato il bonus: “Eccomi qua, sono pronto a metterci la faccia e ad assumermi le mie responsabilità, ma anche a mettervi in guardia da chi vi sta gettando fumo negli occhi”. Con un video postato su Facebook, il grillino Marco Rizzone – uno dei deputati finiti nella bufera per aver chiesto e ottenuto il bonus partite Iva da 600 euro – rompe il silenzio e fornisce la sua versione dei fatti.
“Comodo cavalcare la rabbia in vista del referendum”. “Ci metto la faccia – aggiunge – nulla di illecito, il decreto è scritto male”. “Nessuno dei moralizzatori – attacca – è intervenuto per stoppare i soldi a pioggia”. “Non sono un ladro, il tiro al piccione mi disgusta”. “Non ho chiesto io il bonus ma non incolpo il commercialista”.
L’audizione di Tridico
“Il 7 agosto mi chiama il direttore di Repubblica Maurizio Molinari e mi dice: ‘Abbiamo scoperto che cinque parlamentari hanno percepito il bonus’ e mi chiede i nomi. Ma i nomi dei politici che hanno preso il bonus non li abbiamo dati. Sono usciti perché si sono autodenunciati. La notizia, pubblicata poi da Repubblica il 9 agosto, non è uscita dal sottoscritto né direttamente né indirettamente. E’ stata una notizia trafugata e io ho già avviato un audit interno”.
Bonus Inps ai parlamentari, Tridico: “Erogazione avvenuta secondo norma di legge. Necessità era pagare subito”
Poi il presidente Inps aggiunge: “Quando abbiamo appreso della notizia”, relativa ai bonus, “a fine maggio, il sottoscritto ne ha parlato al Cda dell’istituto”.
E infine conclude: “Respingo le accuse di una azione manipolata, le strutture sono autonome e la loro azione è stata egregia, hanno dato lacrime e sangue per metersi al servizio del Paese”.
“L’estrema semplificazione dei requisiti di accesso alla misura” del bonus per gli autonomi previsto dal Cura Italia “rischiava di essere appetibile a chi fa delle frodi la sua missione – spiega ancora Tridico – La direzione centrale Antifrode ha attivato così un controllo parallelo, diverso a seconda della prestazione ma uguale come output. L’attività ha consentito di individuare oltre 3mila matricole aziendali evitando elargizioni non dovute”.
Difende poi l’attività della Direzione centrale antifrode: “È necessaria in un Paese come il nostro in cui ci sono 115 miliardi di evasione fiscale e contributiva”. E sciorina alcuni numeri: “L’Inps ha pagato 13 milioni di prestazioni fino al 3 agosto, prestazioni di cassa integrazione per 6 milioni di individui e 4,1 milioni di bonus da 600 euro il primo mese, che sono stati rinnovati dopo qualche giorno dall’entrata in vigore del decreto Rilancio”. Aggiunge che nel caso sono coinvolti “oltre duemila politici locali e nazionali”.
In merito alla telefonata ricevuta dal capogruppo di Iv alla Camera Ettore Rosato, per assicurarsi se ci fossero o meno parlamentari del suo partito nella lista dei percettori del bonus, risponde su sollecitazione del deputato di FdI Walter Rizzetto: “Questa vicenda riguarda la sfera personale e non credo interessi ai lavori della Camera”.
(La Repubblica)