Vent’anni di ricchezza finanziaria globale: nel 2019, prima del Covid, una crescita del 9,6% (secondo miglior risultato del periodo)
MILANO – Il coronavirus frena la più lunga cavalcata della ricchezza finanziaria vista nella storia, ma non l’abbatte del tutto. E’ quanto emerge dalla ventesima edizione del report che la società di consulenza BCG dedicata alla ricchezza globale e alla sua gestione. Un documento che parte dai dati di fine 2019 (quindi epoca ante-virus) per censire una ricchezza finanziaria globale di 226 mila miliardi di dollari, praticamente triplicata rispetto agli 80 mila miliardi che si registravano nel 1999. “Solo lo scorso anno si è registrata una crescita del 9,6% nei patrimoni personali, la più forte nell’ultimo decennio, in cui la ricchezza è cresciuta del 6,2%, rispetto al 4,5% del primo decennio del nuovo secolo”, dicono gli analisti.
Su tutto questo incombe lo scossone del Covid. Mentre siamo ancora in mezzo al guado, vista l’assenza di una soluzione sanitaria al problema, il BCG stima l’andamento futuro della ricchezza a seconda di tre possibili scenari: “un rapido ritorno ai livelli pre-crisi”, “una lenta ripresa” e “una perdita strutturale dell’economia”. In base a queste tre diverse ipotesi, “l’indagine stima per il 2024 una crescita dei livelli di ricchezza che varia dall’1,4% nel peggiore dei casi (raggiungendo 243 mila miliardi di dollari) al 4,5% (282 mila miliardi) nello scenario migliore”.
Insomma, in ogni caso da qui a quattro anni i portafogli dovrebbero esser più gonfi di oggi.
Restando all’ultima fotografia certa, quella di fine 2019, l’Italia “si conferma la nona nazione al mondo per ricchezza finanziaria, con 5,3 mila miliardi di dollari, in cui il risparmio continua a essere un asset strategico, ancor di più nel contesto attuale. Anche per il nostro Paese le ipotesi di crescita annuale per la ricchezza nei prossimi anni variano in funzione dello scenario ipotizzato, in un range pari a 1-3%”. Secondo il report, la popolazione dei Paperoni italiani milionari è di 400 mila persone, l’1% della popolazione adulta. “Se si guarda poi al segmento degli Ultra High Net Worth, gli individui che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria, in Italia se ne contano 1.700”.
Per chi fa business gestendo i patrimoni, il cosiddetto Wealth Management, si prospetta una sfida industriale di peso: il rapporto tra i costi e gli incassi nel settore sono già risultati in forte peggioramento negli ultimi anni (77% nel 2018 rispetto a 60% nel 2007) e “l’attuale congiuntura economica richiede ai Wealth Manager una forte accelerazione sulle strategie da adottare per sostenere la redditività e definire aree in cui creare un vantaggio competitivo per il futuro”.
(La Repubblica)