21 Luglio, 2024
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Colpo di Stato in Mali, i militari arrestano presidente e premier che si arrendono: “Sciolto il Parlamento”

BAMAKO – Il presidente maliano Ibrahim Boubacar Keïta e il suo primo ministro, Boubou Cissè, sono stati arrestati nel tardo pomeriggio a Bamako da soldati in rivolta. Ad annunciarlo per primo è stato uno dei leader dell’ammutinamento: “Possiamo dirvi che il presidente e il primo ministro sono sotto il nostro controllo. Li abbiamo arrestati a casa del presidente”. Ma in serata è stato lo stesso portavoce del governo a confermare gli arresti, denunciando il golpe in corso.

Poche ore dopo il presidente ha annunciato le sue dimissioni e lo scioglimento del Parlamento e del Governo, poche ore dopo l’ammutinamento dei soldati che lo hanno arrestato. “Non voglio che venga versato sangue per restare al potere”, ha detto in un breve discorso trasmesso dalla televisione di Stato.

Il presidente e il premier erano stati trasferiti su un veicolo blindato a Kati, la base militare alla periferia di Bamako dove in mattinata è iniziato l’ammutinamento, ha detto un’altra fonte militare.

Secondo l’agenzia Ap, poco prima di questo annuncio testimoni avevano visto mezzi militari circondare la residenza presidenziale mentre alcuni soldati sparavano colpi in aria. Il portavoce dei ribelli ha poi affermato che l’arresto del presidente e del premier “non è un golpe, ma un’insurrezione popolare”.

Il colpo di mano è stato subito denunciato dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha annunciato per oggi una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza.

Guterres ha chiesto la “liberazione immediata e senza condizioni” del presidente e il ristabilimento dell’ordine costituzionale. Anche l’Unione europea “condanna con forza” il golpe e rifiuta “ogni cambiamento anti-costituzionale” che “non può essere in nessun caso una risposta alla profonda crisi socio-politica che sta spaccando il Paese”. Lo ha scritto su Twitter l’Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell.

Nella capitale del Mali regna la confusione dall’alba, quando sono stati sentiti spari nel campo militare di Soundiata-Keita a Kati, che si trova a 15 chilometri a nord di Bamako.

Uomini armati su pick-up hanno fatto irruzione nel campo. “Pick-up pesantemente armati sono entrati nel campo di Soundiata-Keita e gli uomini a bordo hanno sparato in aria. C’è stata una risposta da parte dei soldati presenti che credevano in un attacco”, ha detto un ufficiale del Mali a Jeune Afrique, a condizione di restare anonimo.

Lo scambio di artiglieria si è poi fermato. Al primo gruppo si sarebbero poi aggiunti “altri dieci pick-up”, sempre secondo la fonte di Jeune Afrique interna al ministero della Sicurezza del Mali. “I depositi di armi sono stati aperti e le armi distribuite ai soldati presenti nel campo”, ha detto la fonte. Secondo voci non confermate, sarebbero stati fermati dai militari i ministri degli Esteri e delle Finanze e il presidente del Parlamento. A tarda sera, la situazione veniva descritta da diverse fonti come estremamente confusa: aeroporto e tv di Stato sarebbero in mano ai governativi, mentre la guardia nazionale e reparti del Ministero dell’Interno sono passati dalla parte dei ribelli.
Jeune Afrique riporta che il personale non essenziale di diverse amministrazioni pubbliche, inclusi diversi ministeri, è stato evacuato, in particolare il personale dell’Ufficio radiotelevisivo del Mali (Ortm). A mezzogiorno, inoltre, decine di giovani si sono riuniti in Piazza Indipendenza, intonando slogan favorevoli ai militari di Kati. Alcuni di loro hanno chiesto moderazione e ordinato di evitare il saccheggio.

La Comunità degli Stati dell’Africa occidentale, mediatrice in Mali, ha detto di seguire “con grande preoccupazione” la situazione, “con un ammutinamento sviluppatosi in un contesto sociopolitico già molto complesso”.

L’organizzazione chiede “ai militari di rientrare nelle loro caserme” e ricorda “la sua ferma opposizione a qualsiasi cambiamento politico anticostituzionale”. Nel corso della giornata, il presidente francese Emmanuel Macron si è messo in contatto con tutti i capi di Stato della regione, ha espresso “il suo pieno sostegno agli sforzi di mediazione in corso da parte degli Stati dell’Africa occidentale” e ha condannato il tentativo di golpe.

Diverse rappresentanze diplomatiche in Mali hanno diffuso messaggi ai loro connazionali.

L’ambasciata francese ha “sollecitato” i propri connazionali a restare a casa “viste le tensioni a Kati e Bamako”. L’ambasciata norvegese ha chiesto ai suoi connazionali di “prestare cautela” poichè “è stata informata di un ammutinamento nelle forze armate e delle truppe che sono in viaggio verso Bamako”. “In considerazione degli sviluppi odierni della situazione, si raccomanda a tutti coloro che si trovino a Kati e a Bamako di rimanere in casa”, consiglia ai nostri connazionali l’ambasciata italiana a Dakar. L’Italia non ha un’ambasciata in Mali e gli italiani presenti nel Paese devono fare riferimento a quella in Senegal.

La sezione sicurezza di Minusma da parte sua ha lanciato un messaggio raccomandando al personale delle Nazioni Unite di “evitare l’area di Kati e tutti i movimenti stradali non necessari a Bamako fino a nuovo avviso”. La missione Onu “ha sospeso tutti i movimenti del personale a Bamako e Kati” e ha convocato una riunione del gruppo di gestione delle crisi, prima di un “incontro speciale del gruppo di gestione della sicurezza”.

(La Repubblica)

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