21 Luglio, 2024
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Crollano le emissioni di CO2 (ma il motivo non è bello)

Lo stop forzato a trasporti, industrie e lavoro ha quasi azzerato la domanda di petrolio, e portato a un crollo senza precedenti delle emissioni di CO2.

Che la quarantena avesse un effetto positivo sull’ambiente l’avevamo già potuto constatare a inizio marzo in Cina: una tendenza confermata da uno studio commissionato dal Guardian e condotto dal Global Carbon Project, secondo il quale nel 2020 potremmo avere una caduta record nelle emissioni di CO2 a livello globale. Le restrizioni imposte a viaggi, industrie e lavoro, potrebbero infatti causare una riduzione delle emissioni di combustibili fossili del 5%, pari a 2,5 miliardi di tonnellate di CO2, più di quanto sia mai successo negli ultimi 70 anni. Per quanto riguarda la Pianura Padana, il parziale allentamento delle restrizioni dal 4 maggio potrebbe di nuovo portare, rapidamente, a elevati livelli di emissioni e polveri sottili in atmosfera, ma nel frattempo – disastri covid a parte – tutti hanno potuto apprezzare la differenza tra un’aria fortemente inquinata e una moderatamente pulita.

 

Il bilancio del carbonio sulla Terra

 

I GIUSTI MOTIVI.

Insomma, un fenomeno positivo sostenuto però da motivi sbagliati. «Non è il trionfo dell’ecologismo», afferma Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia: «la diminuzione delle emissioni di CO2 è dovuta a un tracollo economico per il quale è a rischio il lavoro di centinaia di migliaia di persone, non alle corrette decisioni dei governi in termini di politiche climatiche.»

 

Sempre più CO2 dal suolo delle foreste

 

La riduzione (in milioni di tonnellate) delle emissioni di CO2 registrate nella storia degli ultimi 70 anni. Clic sull’immagine per ingrandirla. | STATISTA

STOP AL TRAFFICO. 

Secondo un’analisi condotta dalla società di ricerche norvegese Rystad Energy, la forte contrazione del PIL, il sostanziale collasso dei trasporti aerei e le sofferenze dei trasporti via terra potrebbero sostenere a lungo il crollo della domanda e del prezzo del petrolio in tutto il mondo. Nel 2020 la domanda di greggio potrebbe crollare di 4 miliardi di barili causando, da sola, una diminuzione di 1,8 miliardi di tonnellate delle emissioni di CO2.

 

Meno carbone, più anidride carbonica

 

(QUANDO) SI RICOMINCERÀ A VIAGGIARE?

Secondo gli esperti, l’utilizzo di carburanti per il trasporto potrebbe iniziare a risalire nella seconda metà dell’anno. Ci si aspetta che la Cina, la prima a uscire dall’emergenza sanitaria, inizi a mostrare i primi segni di ripresa già il mese prossimo. Tuttavia, non si prevede un ritorno alla normalità almeno fino a settembre.

Secondo Erik Holm Reiso, socio anziano della Rystad Energy, è importante non sottovalutare i cambiamenti a lungo termine che questa pandemia porterà con sé:

«La quarantena potrebbe averci insegnato che alcuni viaggi di lavoro non sono necessari, quando abbiamo un computer a portata di mano per fare una videochiamata». Se così fosse, se davvero ci abituassimo a comportamenti differenti, potremmo non tornare più ai livelli di domanda di petrolio e di inquinamento pre-covid.

(Focus)

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