19 Luglio, 2024
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Landini attacca sui contratti e vuole un ruolo sui fondi Ue

Cgil in pressing per il rinnovo dei contratti scaduti per dieci milioni di italiani e pronta a rivendicare un ruolo nella definizione dei progetti che l’Italia candiderà per ottenere i 209 miliardi di euro del Recovery Fund.

Maurizio Landini, ospite a Rimini della giornata conclusiva del Meeting di Comunione e Liberazione, apre anche alla riforma dello statuto dei lavoratori, una necessità dopo che la pandemia e lo smart working diffuso hanno rivoluzionato il mondo produttivo.

Ma il tema più caldo nell’agenda del segretario generale è quello dei contratti scaduti. Nel mirino c’è la Confindustria: «Molti accordi vanno rinnovati, ma loro hanno scelto di non farlo: è uno scandalo. Confindustria deve decidere se intende investire nella relazioni oppure no – è l’affondo di Landini –. Nella sanità privata ad esempio il contratto è scaduto da 12 anni, c’era già una pre-intesa, poi Confindustria ha deciso di non firmarlo. Mesi fa dicevamo che erano i nuovi eroi, adesso si sono già scordati tutti. Anche nell’alimentare hanno posto un veto, perché non vogliono aumentare i salari. Rinnovare i contratti, però, non è solo questione salariale, ma anche di diritti. Ed è venuto il momento di una legge sulla rappresentanza, visto che sono aumentati i contratti pirata, firmati da soggetti che non hanno rappresentanza e servono per abbassare salari e diritti».

A proposito di diritti, secondo Landini lo smart working diffuso rende necessario rivedere lo Statuto dei lavoratori:

«Serve un testo che metta il lavoro al riparo dalle distorsioni generate dalla flessibilità, dalla precarietà e dalla deregulation. Se uno usa lo smart working per raccontarmi che non ci sono più l’orario, le maggiorazioni e gli straordinari, allora io ribatto che mi sta prendendo in giro».

Landini chiede spazio per la Cgil sul fronte del Recovery Fund: «Vogliamo essere coinvolti anche nella fase di progettazione relativa ai fondi europei, perché il lavoro ha permesso di reggere al virus e il lavoro lo sconfiggerà».

(La Stampa)

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