23 Dicembre, 2024
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Election day: anche ad Anguillara si vota il 20 e 21 settembre

Accorpate varie elezioni amministrative e referendum confermativo sul taglio dei parlamentari

 

 

Le elezioni si terranno nelle scuole, che riapriranno il 14 e chiuderanno di nuovo, temporaneamente, una settimana dopo: si sono cercate sedi alternative, da ultimo ha spinto in questa direzione anche l’Anci, ma senza successo. Anche le Poste hanno detto no alla richiesta di far votare negli uffici postali perché chiuderli per diversi giorni avrebbe comportato alti costi e tante altre implicazioni.

L’election day si terrà dunque in due giorni, per la necessità di evitare assembramenti ai seggi la data sembra una sorta di compromesso fra esigenze diverse, di chi proponeva di votare molto prima (governatori uscenti), e chi voleva l’ultima domenica di settembre per non dover fare campagna elettorale in agosto. Il comitato referendario ha poi protestato per l’accorpamento del referendum con le regionali e le amministrative.

Si voterà contemporaneamente per il referendum confermativo sulla riforma del taglio dei parlamentari, per le elezioni regionali in 7 regioni, per le elezioni suppletive, e per il primo turno delle amministrative con oltre 1.000 Comuni chiamati a eleggere i nuovi sindaci, tra cui città come Venezia, Reggio Calabria, Arezzo, Trento e Bolzano.

Per lo scrutinio si darà precedenza a quello per le suppletive, procedendo poi con quello del referendum e successivamente a quello per le regionali. Alle ore 09.00 del martedì prenderà invece il via lo spoglio relativo al primo turno delle amministrative.

REFERENDUM

Questo è il quesito referendario: “approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019? Si tratta, in definitiva, della diminuzione di 115 senatori e 230 deputati.

ELEZIONI REGIONALI

Saranno sette le Regioni al voto per rinnovare i propri Consigli: Toscana, Veneto, Campania, Liguria, Puglia, Marche, Valle d’Aosta.

Si tratta di un voto a turno unico in tutte le Regioni tranne che in Toscana, dove se nessuno dei candidati in lizza dovesse ottenere almeno il 40% dei voti, allora si procederà a un ballottaggio tra i due più votati in data 4 ottobre.

ELEZIONI SUPPLETIVE

Si voterà per eleggere i nuovi parlamentari nei seggi uninominali vacanti del Senato nel collegio Sardegna 03 e Veneto 09.

ELEZIONI COMUNALI

In oltre 1.000 Comuni si voterà anche per il primo turno delle elezioni amministrative, con le città con più di 15.000 abitanti che potrebbero ricorrere al ballottaggio, sempre il 4 ottobre, nel caso in cui nessuno dei candidati dovesse ottenere la maggioranza assoluta.

Saranno interessati da questa tornata elettorale delle amministrative 2020 diciannove comuni capoluogo: Agrigento, Andria, Arezzo, Aosta, Bolzano, Chieti, Crotone, Fermo, Enna, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani, Trento, Venezia

ELEZIONI COMUNALI NEL LAZIO

Sono coinvolti 30 Comuni, fra i quali dieci con popolazione superiore alla soglia dei 15.000 abitanti, dove si voterà con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno.

In particolare andranno al voto: 30 Comuni su 378 Comuni laziali (7,9%), di cui 10 Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, ma nessun capoluogo di provincia.

E’ una tornata elettorale importante, che chiama tutti gli italiani ad esprimersi sulla riforma di un aspetto importante della nostra Costituzione – la riduzione dei parlamentari – e una parte consistente – alcuni milioni – per elezioni amministrative che hanno assunto inevitabilmente una valenza più generale, una specie di prova di gradimento del governo, che le opposizioni cercheranno di utilizzare per inasprire le loro critiche e rinnovare la richiesta di elezioni politiche anticipate.

Sulla riduzione, drastica, del numero dei parlamentari il voto pare scontato, anche se molti, indipendentemente dalle indicazioni dei partiti, sono contrari per gli effetti sulla rappresentanza, sulla sovranità popolare e sulla democrazia sotto diversi aspetti. Infatti la riforma è destinata a mutare il rapporto fra parlamentari e cittadini: oggi vi sono un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore elettivo ogni 192.000 abitanti circa. In caso di approvazione definitiva della riforma, l’Italia si troverebbe ad avere una percentuale pari a 0.7, la più bassa fra gli Stati membri dell’Unione europea (seguita dalla Spagna, con 0.8).

I critici sostengono che, riducendo il rapporto fra cittadini e parlamentari, si incida sulla rappresentanza, sia da un punto di vista quantitativo sia da un punto di vista qualitativo, con una diminuzione della possibilità per il cittadino di veder eleggere un “proprio” rappresentante, abbassando il grado di potenziale identificazione del rappresentato con il rappresentante; si restringerebbero le possibilità di scelta e si comprimerebbe l’esigenza di pluralità di rappresentanza in una società sempre più complessa.

Ne risulterebbe incrementato il senso di estraneità rispetto alle istituzioni, approfondendo il solco che separa società ed istituzioni.

Per le amministrative il nostro territorio è coinvolto soltanto per il rinnovo del Consiglio del Comune di Anguillara, commissariato da alcuni mesi dopo il fallimento impietoso e l’implosione della maggioranza 5 Stelle. Ci avviciniamo alla scadenza in un clima surreale, con un silenzio delle varie forze politiche mai visto, anche se giustificato, in parte, dal “lockdown” per il Coronavirus. La realtà è che la situazione è ancora fluida: da un lato il centro destra appare favorito dai numeri, se si considera il peso dei vari partiti a livello nazionale, ma localmente diviso fortemente e apparentemente incapace di unirsi intorno ad una candidatura a sindaco condivisa; dall’altro lato il “mondo progressista” che, sempre trasponendo le proiezioni di voto nazionali, appare in difficoltà, ma che si è ricompattato fortemente con tutti i partiti del “vecchio” centro sinistra insieme ad associazioni intenzionati fortemente a presentarsi in una coalizione di tipo “civico”. Mentre nel centro destra abbondano i candidati sindaci di partito (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) oltre al  Presidente di AnguillaraSvolta, sul lato “progressista” i partiti hanno tutti convenuto sulla necessità di dare un forte segnale di svolta puntando su una figura esterna alle logiche di partito.

Insomma, avremo una campagna elettorale in pieno agosto e primi di settembre, veramente inusuale e assai compressa, ma non per questo meno interessante e, per alcuni aspetti, entusiasmante.

 

Giuseppe Girardi

 

 

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