Cala ancora la Lega (ma resta primo partito)
Giuseppe Conte resta il leader più apprezzato dagli italiani, con un gradimento del 60 per cento degli intervistati (anche se in calo rispetto ai mesi scorsi). Resta in seconda posizione il governatore del Veneto Luca Zaia, forte della gestione dell’emergenza Covid affidata inizialmente al virologo Crisanti e delle sue posizioni più moderate rispetto a quelle del segretario del Carroccio, ma a tallonarlo c’è una new entry: l’ex presidente della Bce Mario Draghi, finora non preso in considerazione dai sondaggi. Reduce dal suo discorso al meeting di Cl, 53 italiani su 100 lo vedono bene come leader politico. Molto più distanti ci sono poi Giorgia Meloni, Vincenzo De Luca e Paolo Gentiloni. A sostenerlo è la rilevazione condotta da Demos & Pi per Repubblica nei giorni 24-26 agosto 2020. Nella classifica di gradimento dei politici bisogna scendere in nona posizione per trovare Matteo Salvini e in undicesima per trovare il segretario dem Nicola Zingaretti. Invariato l’apprezzamento per Luigi Di Maio.
Per quanto riguarda i partiti, se si votasse oggi il 24,5% degli intervistati sceglierebbe la Lega. Lo schieramento guidato da Salvini resta saldamente in prima posizione, ma subisce un’emorragia di preferenze che va avanti ormai da oltre un anno. A settembre 2019 era dato al 32,5%, a febbraio 2020 al 29,2, per poi passare 26,6 di aprile e al 25,2 del giugno scorso. Sempre più vicino il Partito democratico a guida Zingaretti (20,7%), anche se perde terreno rispetto all’inizio dell’estate. Non troppo lontano il Movimento 5 stelle, dato dai sondaggi al 16,2%, anche se restano lontani i fasti delle politiche 2018. Chi guadagna più di tutti, invece, è il partito di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia passa dal 14,3% di giugno al 15,4% di agosto, inseguendo a stretto giro i pentastellati. Stabile intorno al 7% Forza Italia, mentre Italia viva, +Europa e Azione di Carlo Calenda sono ancora sotto la soglia del 3%.
Il sondaggio commissionato dal quotidiano romano rivela anche l’opinione dei cittadini sul futuro del governo.
Il 17% degli intervistati ritiene che rimarrà in carica solo per pochi mesi (un dato in crescita rispetto al 13% di giugno), mentre 1 su 3 pensa che durerà fino alla fine della legislatura. Stabile chi crede che abbia davanti a sé solo un altro anno di vita. Per quanto riguarda il referendum sul taglio degli eletti, invece, nonostante il fronte del No tra politici e costituzionalisti sia in costante aumento, l’82% degli italiani è deciso a votare Sì. Una quota che sale al 91% tra gli elettori del Movimento 5 stelle e all’89 tra quelli della Lega. Anche chi vota Forza Italia è convinto all’84% di ridurre il numero di parlamentari, nonostante diversi esponenti del partito (che all’ultima lettura della legge hanno dato il loro via libera) siano schierati per il No. Più complessa la situazione nel centrosinistra: 3 elettori del Pd su 5 sono convinti sostenitori del Sì, ma i restanti propendono per il No, accodandosi alla posizione espressa proprio ieri dal fondatore Romano Prodi. Quasi unanime, riferisce Repubblica, il consenso sul quesito tra coloro che hanno un basso titolo di studio (97%), che si abbassa al 77% tra le persone più istruite.
Sul fronte delle Regionali, è un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera a rivelare le intenzioni di voto dei cittadini in Campania.
Il governatore uscente De Luca può contare al momento su un consenso enorme: il 50,4% degli aventi diritto al voto intende sostenerlo, mentre è distaccato di oltre 21 punti il concorrente del centrodestra Caldoro. La pentastellata Valeria Ciarambino, invece, è data al 15,8%. Se le cose dovessero rimanere così, il Partito democratico si confermerebbe come primo partito in Regione (19,2%), seguito a ruota da Forza Italia (14%) e da Fratelli d’Italia (10,2%). In caduta libera la Lega: dal 19,2% ottenuto alle Europee, ora è data al 3,3%.
(Il Fatto Quotidiano)