Binotto: “Siamo nella tempesta, io il primo responsabile”
A Spa dove Michael Schumacher ha esordito (1991), vinto per la prima volta (1992) e preso il suo 7° e ultimo titolo mondiale (2004), le Ferrari scompaiono, esattamente come in qualifica, sebbene al traguardo i due piloti finiscano a posizione inverse ma sempre a zero punti: Sebastian Vettel 13° e Charles Leclerc 14°. E sono stati 17 quelli giunti al traguardo visto che Carlo Sainz non è nemmeno partito (problemi al motore della sua McLaren) e Antonio Giovinazzi è andato a sbattere coinvolgendo nell’incidente con safety (giro 11) la Williams di George Russell.
Tutta la scena è di Lewis Hamilton che insegue soltanto la leggenda: 5° successo dell’anno in 7 gare, il 4° in Belgio, l’89° in carriera per il britannico della Mercedes che dedica la vittoria al supereroe afroamericano Chadwick Boseman, scomparso per un tumore.
Ormai il sei volte campione del mondo è a -2 centri dal record del mito tedesco. Dalla pole al traguardo, solo il bosco delle Ardenne attorno a lui e nessun contendente, se non le gomme che negli ultimi giri cominciano a degradarsi tanto da far supporre, se non sperare per un (sicuro) spettacolo, lo scoppio come a Silverstone dove pure su tre ruote Hamilton ha vinto. Invece neanche la gioia dell’imprevisto. “Non è stata una gara semplice come è sembrata, ho fatto un po’ di bloccaggi alla curva 5, poi le gomme cominciavano a calare. Temevamo uno scenario come Silverstone specie con l’anteriore destra. Il record di Schumi? So che non è necessariamente vorrebbero vedere con le Mercedes che vincono sempre, ma noi non festeggeremo, metteremo la testa giù e ricominceremo a lavorare in ufficio per migliorare la macchina a ogni week end. Io? Ho quasi 36 anni ma mi sento benissimo e orgoglioso di lavorare per questo team”.
Solo il suo compagno di squadra Valtteri Bottas, riesce a stare alle sue costole:
“In partenza pensavo di avere un’opportunità, ma Lewis ha gestito bene la situazione, non sono riuscito a usare la sua scia”. La scia delle Mercedes, per quanto ha potuto, l’ha tenuta Max Verstappen mantenendo con la sua Red Bull la terza posizione anche sotto la bandiera a scacchi: “Gara un po’ noiosa a dire il vero, niente di interessante, all’inizio ho cercato di spingere poi alla fine ho dovuto gestire perché le gomme stavano degradando e più della terza posizione non potevamo fare. Una giornata un po’ solitaria per me”. Dietro di lui, il suo ex compagno di squadra, Daniel Ricciardo, che con la Renault all’ultimo si prende anche il giro veloce.
Per le Ferrari, solo magagne.
“La parola crisi secondo me è sbagliata, quello odierno è sicuramente un bruttissimo risultato, che si inserisce all’interno di una stagione comunque molto difficile. Dobbiamo stringere i denti, costruire per il futuro e non c’è dubbio che siamo in mezzo alla tempesta. Non significa essere in crisi”, spiega il team principal della Ferrari, Mattia Binotto. “La responsabilità me la prendo io per primo e tutti quanti, tutti i dipendenti di Maranello”. Leclerc, sotto investigazione per essere andato troppo lento nel giro di ricognizione verso la griglia, prova qualcosa al via recuperando 4 posizioni ma poi, dopo un magnifico sorpasso su Perez, comincia a perdere velocità e piano piano scivola indietro: in due lunghi pit stop, iniettano aria nel sistema idraulico del suo motore. Non gli basta.
“Oggi non è facile, è veramente brutto, non so cosa dire, dobbiamo fare qualcosa. Ho provato a dare il massimo in macchina, ma era difficile, non ce la facciamo a sorpassare neanche con Drs aperto. Sarà molto difficile a Monza tra una settimana, forse Imola e Mugello ci daranno qualche speranza”.
Per lui qualche frizione col muretto che gli propone due strategie alternative e anche con Vettel quando tenta di passarlo (al giro 19 su 44) toccandolo un po’ ma per fortuna senza conseguenze. Anche il tedesco si apre con gli ingegneri a un certo punto (al 30°) perché lì nelle retrovie non riesce a superare quelli davanti (l’Alfa Romeo di Kimi Raikkonen) e chiede di fare un pit, gli rispondono che no, perché se lo facesse finirebbe dietro Charles, in quel momento ultimo. Seb: “Porblema con questa pista? Sì e no, perché è sensibile per la potenza che non abbiamo, ma eravamo dietro anche a macchine come Alfa e Haas. C’è qualcosa che non va. Ma dobbiamo rimanere concentrati e uniti, mantenere l’ottimismo anche se i lati positivi non son molti. Io ho provato nella guida a limitare i limiti della macchina, ma era difficile avere un passo decente. Abbiamo imparato tante cose, dobbiamo mantenere la calma e non farci prendere dalla frustrazione che non porta mai grandi soluzioni. Ora Monza, gara importante per noi e per me dove ci ho vinto la mia prima vittoria 12 anni fa”. La Ferrari ci arriva da quinta nella classifica costruttori con 61 punti, il peggior bottino della sua storia a questo punto della stagione.
(La Repubblica)