23 Dicembre, 2024
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Raggi: “Mi ricandido, ma col PD no accordo al ballottaggio

«Voglio l’appoggio dei cittadini»

Al ballottaggio (ammesso che ci arrivi), la sindaca Virginia Raggi non farà alleanze col Pd. E nel rivendicare “la trasformazione e il rilancio di Roma”, ammette anche “gli errori di inesperienza”. Ospite a In Onda su La7, Raggi insiste nella caccia ai voti a sinistra: “Culturalmente vengo da lì poi la sinistra si può declinare in tanti modi”.

E poi l’affondo sul Pd: “Io a Zingaretti non ho mai chiesto appoggio né al Pd, cerco l’appoggio dei cittadini. Quando ho iniziato a smantellare la scritta di CasaPound tutti hanno applaudito, ma l’establishment del Pd no, è stato silenzioso. Se il Pd è la sinistra, io ho un po’ di dubbi, penso la sinistra sia anche altro”.

“L’alleanza c’è in sede nazionale per effetto della legge elettorale – ha detto Raggi rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un accordo con il Pd alle prossime comunali – ma su Roma portiamo avanti un progetto molto complesso di ricostruzione”. Parole che dal Pd non hanno accolto certo con benevolenza: “L’unica verità detta questa sera da Virginia Raggi – affermano fonti del Nazareno – è che non è possibile alcuna convergenza con il Pd. Il resto è una imbarazzante valanga di bugie di una persona che con egoismo e incompetenza ha fatto tanto male a Roma”.

È una sindaca che non teme di autodefinirsi scomoda, una “che dice le cose come stanno perché questo è il ruolo di un amministratore”. Per questo critica anche i colleghi del 5S nazionale, in particolare sul codice degli appalti che “ingessa Roma, l’ho detto anche ai miei”. “Nessuno – continua – chiede di diminuire i controlli, ma c’è bisogno di accorciare i tempi, evitare che chi non vince possa paralizzare tutto tramite un ricorso. Altrimenti ci troviamo bloccati”.

Ma non c’è solo il codice degli appalti a rendere lungo e tortuoso il percorso, perché “il fatto che Roma Capitale debba essere ancora ancella della Regione Lazio mi pare francamente anacronistico. Ho chiesto a tutti i governi con cui mi sono interfacciata – Renzi, Gentiloni, Conte – i poteri speciali per Roma Capitale, ci sono ancora 3 anni di legislatura, si può fare”.

Senza timori infine ammette anche che “ci sono stati degli errori di inesperienza, ma le persone si testano, compresi gli assessori”. È vero, sospira Raggi, ne sono stati cambiati tanti “e se fosse necessario ne cambierei altri cento”.

(La Repubblica)

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