Già dal 7 febbraio preoccupava la scuola
Sono 95 i verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico pubblicati oggi sul sito della Protezione civile. Si parte dalla prima riunione, datata 7 febbraio e si arriva a quella del 20 luglio.
Era la scuola la prima fonte di preoccupazione per gli esperti del Cts, riuniti il 7 febbraio al Ministero della Salute. Lo si evince dai verbali pubblicati questo pomeriggio sul sito della Protezione civile in forma integrale, dopo la prima pubblicazione su richiesta della fondazione Einaudi. Alla riunione parteciparono Agostino Miozzo, Giuseppe Ruocco, Alberto Zoli, Francesco Maraglino, Claudio D’Amario, Giuseppe Ippolito, Silvio Brusaferro, Federico Federighi. Il Cts valutò “positivamente” le misure prese dal Governo e dunque il controllo dei voli internazionali e «la specifica attenzione rivolta al mondo della scuola per le peculiarita’ che questo presenta sul piano epidemiologico». L’attenzione allora era pero’ posta ai bambini che frequentavano scuole dell’infanzia, fino alle secondarie di secondo grado, e che provenissero nei 14 giorni precedenti da aree della Cina interessate dall’epidemia. Il Dirigente scolastico, “informato dell’imminente rientro” avrebbe dovuto a sua volta contattare il Dipartimento di prevenzione dell’Asl di riferimento. Questo si sarebbe poi attivato con la famiglia raccomandando l’adozione «della permanente volontaria fiduciaria a domicilio fino al completamento del periodo di 14 giorni, peraltro già attuato da alcuni cittadini rientrati da quelle aree».
Verifica sui posti letto disponibili
Nella riunione del 12 febbraio emerge la questione dei posti letto negli ospedali. «Emerge la necessità di verificare con precisione i dati relativi alla disponibilità locale di posti letto per malattie infettive, rianimazione e altri dati relativi ad attrezzature, staff e quanto necessario ad elaborare ipotesi di scenari di evoluzione dell’epidemia», si legge sul verbale. Nella riunione è stato presentato uno studio di Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler di Trento sugli scenari di diffusione del virus in Italia e l’impatto sul servizio sanitario.
(La Stampa)