19 Luglio, 2024
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Negazionisti a Roma: un migliaio in piazza. Commento de L’agone

Gridano “libertà” e bruciano le foto del Papa e di Grillo

Poche centinaia alla contestata manifestazione ‘no mask’. Sul palco la deputata ex M5s Sara Cunial. Conte li sferza: “35mila morti, punto”.

Dal ‘Popolo delle mamme’ ai ‘no vax’, con innesti vari, tra cui elementi vicini all’estrema destra reduci dalla manifestazione delle scorse settimane a Berlino. Sono i protagonisti della protesta di piazza oggi pomeriggio a Roma, alla Bocca della Verità, con cui si chiede la libertà di scelta sulle vaccinazioni, l’abolizione della legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale e la revisione degli obblighi per la prevenzione delle norme anti contagio da Covid-19.

A fare da aggregatore una pagina Facebook attraverso cui è stato lanciato il presidio con la parola d’ordine “Italia Libera” e ancora “contro la dittatura sanitaria, finanziaria e giudiziaria”. In uno degli ultimi post su uno dei gruppi piu’ attivi di sostegno alla protesta, ‘Italia Libera 5 settembre”, si leggeva “Siamo contro il lockdown, le museruole/mascherine, i distanziamenti sociali. Siamo l’Italia che si ribella e lotta contro la vaccinazione di massa”.

E ancora: “Siamo i genitori che non faranno vaccinare i propri figli. Siamo quelli contro le antenne 5G, contro gli interessi dell’OMS, Gates, Soros e poteri internazionali”. Tra le adesioni anche quella del Coordinamento internazionale delle associazioni a tutela dei diritti dei minori (Ciatdm): “Genitori, nonni e cittadini comuni – spiegava in un comunicato – scendono in piazza per esprimere il loro netto rifiuto nei confronti di misure liberticide adottate dal governo che, in nome di una presunta sicurezza sanitaria dilatata al punto da travolgere qualunque altro diritto costituzionale, pretendono di svuotare la vita di ogni suo contenuto, di ridurci ad automi terrorizzati dal contatto umano, educati al distanziamento, istruiti alla diffidenza e all’isolamento. Il dissenso diventa socialmente esecrabile. Il consenso informato un inutile orpello. La strada e’ stata spianata allo scempio etico e sociale che si vuole imporre con il pretesto della lotta al coronavirus”.

Lotta che diventa cosi’ “occasione per costruire un nuovo modello sociale che eleva l’isolamento e l’emarginazione a valori morali,

che vuole inchiodare bambini e adulti a divani e a schermi, che vuole separare i nonni dai nipoti spacciando tale disumano provvedimento come necessario per la tutela della salute, che vuole ridurre la didattica a somministrazione di nozioni da un tablet o un pc, oppure in comunità ma distanti, imbavagliati, impauriti”.

Da sottolineare comunque che il coordinamento ha tenuto a precisare che “pur sapendo che e’ prassi screditare, ancor prima che si celebrino, tutte le iniziative di lotta contro il totalitarismo sanitario ormai vigente nel nostro Paese, prendiamo fin d’ora le distanze da qualunque deriva estremista o violenta che servisse a corrompere e screditare un’iniziativa volta ad affermare i valori del bene, della vita, di tutto cio’ che connota la nostra irrinunciabile umanità”.

(Agi)

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Un breve commento de L’agone

Siamo al delirio, al trionfo della stupidità umana, al disprezzo dei diritti di tutti di vedere garantita la propria salute.

E’ come il fumatore incallito, con il fisico indebolito e la mente obnubilata dalla nicotina,  che affronta a brutto muso chi chiede di non fumargli vicino con parole del tipo: “sei tu che ledi il mio diritto di fumare”.

Si vuole criticare il governo, a fondo? Chiunque ha il diritto di farlo.

Si vuole criticare questo o quel partito o rappresentante politico?: è un diritto inalienabile di ciascuno.

Ci si vuole suicidare? La legge lo vieta, ma è pur sempre una scelta che riguarda l’individuo.

Si vuole criticare la scienza? Certo che si puo’ fare, d’altronde solo gli sprovveduti, o chi ha altri interessi, si affidano ciecamente alla scienza e agli scienziati; non c’era bisogno di vedere le diatribe fra esperti di contagi per sapere che non esiste la “scienza esatta”.

Si può dire e fare tutto ricordando però almeno due cose secondo noi fondamentali:

  • i diritti di ciascuno si fermano dove iniziano quelli degli altri;
  • usare le bugie conclamate, o argomentazioni che propinano certezze inconfutabilmente assolute quando non lo sono, non aiuta le persone a ragionare con la propria testa, non aiuta quel “popolo” che si pretende di rappresentare” a conquistare spazi più ampi di libertà.

E’ questione culturale, di visione della società e di come la si debba “governare”.

(L’agone)

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