Il governatore del Veneto in piazza: «Non ho ambizioni nazionali. I militanti sono i nostri diamanti».
Sale sul palco a Treviso e giù applausi. Luca Zaia è il governatore più eletto d’Italia. Mai nessuno meglio di lui con oltre il 76 per cento dei voti. Il primo pensiero, quindi, è per i veneti e per i suoi elettori: «Un grande applauso perché il Veneto è la prima regione per affluenza alle urne». Poi parla ai militanti, «perché come si diceva un tempo sono i nostri diamanti». Infine guarda al futuro, perché «con queste percentuali così importanti possiamo fare grandi rivoluzioni». E’ soddisfatto il doge, parla di sviluppo ma anche di sanità e infrastrutture: dice che presto si farà anche il policlinico di Padova e ricorda che il primo elemento è «fare bene l’amministratore».
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Non guarda (o forse fa finta di non dare) al quadro nazionale, afferma che per una lista civica (di fatto ha preso tre volte i voti della Lega) è quasi normale andare bene «perché è un contenitore per chi non ha casacca politica», e smentisce ancora una volta di avere ambizioni nazionali. «Mi spiace – spiega dal placo – che qualcuno la veda in contrapposizione, non ho ambizioni nazionali ne partitiche, avrai potuto cogliere occasioni già prima. A me piace fare l’amministratore e ci hanno scelto anche perché non penso ogni giorno a scalate».
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Ciò che mi interessa, spiega Zaia, è portare «grandi cambiamenti in Veneto. Sono stanco di sentir parlare di chi perde e dice che bisogna guardare in grande. Il cittadino dà la delega a noi. E con questi consensi lo siamo a pieno titolo, con queste percentuali che escono dalle urne e, soprattutto con l’affluenza, 61,17%. Siamo la prima Regione in Italia per affluenza alle urne. Possiamo permetterci di fare delle grandi rivoluzioni. C’è una riforma sanitaria da portare avanti».
(La Stampa)