26 Novembre, 2024
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I commercianti sul Pos “Niente spese sotto 25 euro e occhio agli altri costi”

La categoria accetta i piccoli pagamenti con carte e bancomat ma teme l’aumento di altre voci di gestione. Le banche: le condizioni le fissiamo noi

Per Confesercenti è «una bella notizia», per Confcommercio «un’iniziativa apprezzabile»: il pressing che il governo sta facendo sulle banche per ottenere il taglio delle commissioni sulle “microspese”, per una cifra compresa tra i 5 e i 25 euro, viene guardato con grande favore dagli operatori commerciali, stremati prima dal lockdown, e poi dalla crisi dei consumi, che stentano a decollare anche per l’incertezza legata alla fase economica. L’iniziativa, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrebbe favorire l’aumento dei pagamenti elettronici, affiancando il “cashback”, il rimborso di 300 euro previsto per chi sceglie i pagamenti digitali. Ma perché il taglio delle commissioni renda i commercianti maggiormente disponibili ad accettare i pagamenti via Pos anche per cifre modeste occorre considerare nel complesso le condizioni contrattuali, afferma Ernesto Ghidinelli, responsabile credito di Confcommercio: «È auspicabile intanto che si arrivi davvero a 25 euro, e poi che si tratti di una riduzione effettiva, e non mascherata da incrementi di altri costi. Alcuni anni fa le commissioni vennero azzerate per i benzinai per i pagamenti fino a 100 euro, ma furono incrementati tutti i costi accessori di gestione del Pos».

Analogo timore da parte di Confesercenti: «Il timore è che dopo, non dovendo pagare le commissioni, le banche trasferiscano a nostro carico costi di servizio impropri, e che quello che non si paga dalla porta rientri dalla finestra», conferma Mauro Bussoni, segretario generale dell’organizzazione. Anche tagliare le commissioni bancarie, però, potrebbe non essere sufficiente per favorire i pagamenti elettronici anche per i piccoli importi. «Viviamo purtroppo in un Paese che ancora non si è adeguato dal punto di vista delle infrastrutture. — rileva Bussoni — I Pos contactless, che permettono di velocizzare i micropagamenti perché non si deve digitare il Pin, hanno una diffusione al 40%, la banda larga non ha ancora una diffusione generalizzata».

Altro motivo di perplessità, spiega Ghidinelli, è che «non tutti i commercianti hanno lo stesso potere negoziale con le banche»,

e quindi non per tutti l’azzeramento delle commissioni presenterà gli stessi vantaggi. La prossima settimana il governo incontrerà di nuovo i rappresentanti delle banche, e da fonti di Palazzo Chigi è già trapelato che l’azzeramento delle commissioni per le spese fino a 5 euro dovrebbe essere generalizzato, mentre qualcuno si è mostrato disponibile ad arrivare fino a 25 euro. Qualcuno ha già preso l’iniziativa: da Intesa Sanpaolo fanno sapere «di essere già andati nella decisione auspicata dal governo eliminando già da ora le commissioni per gli esercenti commerciali per pagamenti fino a 10 euro».

Quel che è certo che non potrà esserci alcuna imposizione da parte del governo nè alcun accordo, si violerebbe la libera concorrenza. Ogni banca si muoverà secondo le proprie possibilità e le proprie politiche commerciali, spiega Rosy Alaia, capo dei sistemi di pagamento di Banca Sella: «Noi siamo favorevoli alle iniziative del governo per consolidare l’uso delle carte di pagamento, e stiamo già valutando iniziative commerciali e promozionali mirate, ad esempio in funzione del fatturato, della categoria merceologica e della tipologia di esercente. Le iniziative della banche, nell’ambito del libero mercato, possono contribuire a incentivare ulteriormente i pagamenti elettronici, andando nella direzione auspicata dall’esecutivo».

(La Repubblica)

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